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 2023  gennaio 27 Venerdì calendario

I 70 ani di Vincenzo Mollica

Vincenzo Mollica, buon compleanno: oggi sono 70!
«Grazie! Fino ai 60 si contano le decine, dai 70 in su si contano per unità. Quindi oggi compio 7 anni e a questa età si torna a vedere le cose da un’altra prospettiva, più giocosa e festosa».
Intanto su Topolino in edicola indossa di nuovo i panni di Paperica, il suo alter ego pennuto che dà la caccia a mille Vip assieme a Paperino e Paperoga.
«È un regalo di Giorgio Cavazzano, il Raffaello dei disegnatori disneyani, e di Roberto Gagnor, che lo ha sceneggiato. E naturalmente di tutta la famiglia di Topolino. Sa che ho pubblicato lì il mio primo disegno a 7 anni?».

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Davvero?
«Vivevo in Calabria. Avevo mandato Qui, Quo, Qua dentro una carrozzina, portati a spasso da Paperetta Yè-Yè, che cantava allegramente».
Musica e disegno, le passioni della sua vita. Cui dobbiamo aggiungere il cinema. Quante interviste ha fatto?
«Non le ho mai contate. Però nel 1980, quando sono entrato in Rai, ho fatto 50 servizi, l’anno dopo 150 e poi circa 250 l’anno. Rai Teche e RaiPlay trasmetteranno un’antologia delle piu belle in 40 anni di Tg1: Molliche: le interviste di Vincenzo. Mi piace molto, anche perché il Tg1 per me non è mai stato un posto di lavoro, ma un sentimento: passione, curiosità e fatica. Mi ha regalato la possibilità di incontrare persone speciali che non potrò mai dimenticare».

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Vincenzo Mollica con Fiorello e il pupazzo che lui gli ha dedicato
Ogni tanto ripensa a questi incontri straordinari?
«Adesso che non ci vedo più, sono i ricordi che si fanno vivi. Quando hai il buio negli occhi, cerchi pensieri che possano illuminarlo, cerchi di vedere quello che non vedi nella maniera piu festosa. Si sarà capito che io sono quello del bicchiere mezzo pieno...».
Che effetto le faceva stare vicino ai grandi personaggi?
«Ricordo con particolare amore gli incontri con Federico Fellini, con Sophia Loren, Roberto Benigni, Massimo Troisi, Adriano Celentano, Vasco Rossi... Le interviste sono belle quando le persone con cui parli ti regalano qualcosa che sveglia qualcos’altro che hai dentro di te. Andrea Camilleri, Hugo Pratt, Andrea Pazienza, Guido Crepax. Per non dire di Leonard Cohen, Alda Merini, Paolo Conte... Tutte le volte sono uscito da questi incontri sentendomi una persona migliore. Con alcuni sono nate delle belle amicizie, legami veri».
Come va con «gli amici non graditi», come li definì lei: il Parkinson, il diabete e il glaucoma?
«Continuano a essere non graditi, ma cerco di andarci d’accordo ogni giorno, faccio del mio meglio, mettendo sempre davanti a me quella cosa fantastica che si chiama speranza, ironia, che ti fa vedere anche ciò che non vedi».
Vincenzo Mollica con Francesco De Gregori
Quali canzoni le risuonano di più, adesso?
«Ci sono dei versi che ascolto con emozione particolare. Uno è di Guccini, nella canzone Incontro, quando dice: “Siamo qualcosa che non resta/ Frasi vuote nella testa e il cuore di simboli pieno”. E poi l’inizio di Santa Lucia, di De Gregori: “Per tutti quelli che hanno occhi/ E un cuore che non basta agli occhi”. Sento che mi somigliano. Come quando Paolo Conte canta: “E caso mai possiamo farci anche un bel giro con quelle due, ma ci vedi tu fin là”: un’espressione bellissima».
Chi le sarebbe piaciuto intervistare e non ci è riuscito?
«Solo due persone: Bob Dylan e Mina, per i quali nutro un’ammirazione sconfinata. Ma ho avuto la possibilità di incontrarli e di scambiare qualche parola con loro».
Qualcuno la criticava perché parlava sempre bene degli artisti che intervistava.
«Ma io in 40 anni di Tg1 ho incontrato solo chi mi piaceva. E se c’era qualcuno che non mi piaceva cercavo di raccontarlo usando l’arma dell’ironia, avvicinandomi comunque con rispetto».
Ora le sue recensioni le fa su Instagram.
«Cerco di mettere due versi in rima dei pensieri che mi stanno a cuore, ricordando e segnalando quello che mi piace. I video li fa mia moglie Rosemarie: sta diventando una cineasta di primo livello».
Come festeggerà oggi?
«Al mattino con Fiorello, in diretta: è una persona speciale, vorrei che i miei 70 anni fossero allegri come i suoi programmi. E poi in famiglia, con Rosemarie e mia figlia Caterina, che sono la festa migliore che mi potesse capitare».
Ha un desiderio da esprimere soffiando la candelina?
«Ormai sono entrato nell’età in cui quello che stai vivendo ti basta e sei felice. Sono stato per tre anni apprendista pensionato. Adesso sto concludendo un nuovo apprendistato: quello per trasformare l’arte di non vedere in qualcosa che si può immaginare».