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 2023  gennaio 27 Venerdì calendario

Il reality di Anna Sorokin

Madonna, Elon Musk, il ministro dell’Interno, l’artista Marina Abramovic, la scrittrice Ottessa Moshfegh. Un «gruppo di amici attentamente selezionati» che fa conversazione, alla tavola di un’anfitriona in vista, nel cuore di Manhattan: così Anna Sorokin già nota come Delvey, finta ereditiera tedesca in realtà russa alle cui truffe (quasi) sempre riuscite è stata ispirata la serie Netflix Inventing Anna, ha riportato in vita la tradizione delle grandi ereditiere vere, quella del salotto.
Il 2023 sarà l’anno del suo Delvey’s Dinner Club: una serie di cene con ospiti del calibro dei sopracitati (l’elenco lo ha divulgato Anna), poi filmate e mandate in onda. A produrlo, una divisione della Wheelhouse Entertainment, cofondata dallo showman Jimmy Kimmel. Piccolissimo particolare: l’appartamento dell’East Village in cui la padrona riceve è quello da 4.200 dollari al mese – pagati da chi? non è chiaro, e nessuno se ne stupisce – in cui sta finendo di scontare, ai domiciliari, una seconda condanna pronunciata nel 2022 perché dopo cinque anni in prigione, col visto scaduto, non aveva lasciato gli Stati Uniti.
La notizia che stesse lavorando a un reality circolava da novembre, quando Sorokin aveva rilasciato un’utile intervista alla rivista gastronomica newyorkese Eater buttando lì che sarebbe stata felice che alcuni ristoranti in vista, «come Le Coucou per la bouillabaisse, Shuko e Sasabune per l’omakase, verdura a km zero da Misfits Market», le potessero offrire il catering.
Ora, però, c’è un contratto. E col contratto, annunciato in esclusiva al tabloid Page Six, le foto di Anna Sorokin in versione già semilibera, non più gonfia e stropicciata come nelle aule di tribunale dove negava tutti i capi d’accusa per cui poi è stata assolta (due) e condannata (otto), e la fondatezza della sua nomea di impostora. Un abito dorato, una strategica linea di kajal sotto gli occhi blu, colorito da ottime creme; alla caviglia sinistra un braccialetto letteralmente esclusivo, quello elettronico dei domiciliari.
E già nel titolo del programma c’è il manifesto di riscossa di Anna: il cognome da vecchia Europa con cui fino al 2017 si presentava all’alta società newyorkese, e che – come quasi tutto nella sua vita – si è rivelato finto. Tutte le sue finzioni, con le quali scroccò circa 275 mila dollari, innumeri notti in albergo, vacanze, vestiti, e quasi arrivò a farsi assegnare l’affitto di un intero palazzo a Gramercy Park, si basavano su un assunto: fingersi la già ricca socialite Anna Delvey avrebbe fatto sì che lei, ricca e celebre, lo diventasse davvero.
E com’è andata? La sua fama, certo di truffatrice, è planetaria; ma la vita è lunga, e lo show serve «a fare a pezzi questa mia immagine sbagliata». Socialite, lo è quasi: i posti a cena nel suo Dinner Club sono (va bene, lo dice la sua pr) «già richiestissimi». E ricca? La sua frode è fruttata parecchio. Netflix ha comprato per 320 mila dollari i diritti sulla sua vita. È riuscita a vendere – e prima a esporre – alcuni suoi disegni prodotti in carcere: 340 mila dollari. Ora il reality show. Però una legge le mette i bastoni tra le ruote. Si chiama la «Son of Sam Law», dove «Son of Sam» era il «nome d’arte» che negli anni Settanta si era dato un serial killer che poi aveva venduto la propria vicenda al cinema. Dieci anni di sentenze, appelli e sentenze contrarie avevano poi stabilito che no, un criminale non può arricchirsi con i diritti sulla propria storia. Così dei 320 mila dollari di Netflix, Sorokin non ha visto nulla: sono stati devoluti ai suoi truffati (perlopiù banche d’affari), e lo stesso potrebbe succedere dopo il nuovo show.