Corriere della Sera, 27 gennaio 2023
Il film porno con Houellebecq
Nella vita delle persone capitano momenti difficili. Per esempio nasce un secondo figlio, e oltretutto è Natale: se ne lamenta il regista Stefan Ruitenbeek, capo del collettivo di artisti olandese Kirac. Oppure le minacce dei terroristi islamici che costringono Michel Houellebecq e la moglie Lysis ad annullare il favoloso viaggio di nozze in Marocco lungamente preparato, con prostitute già ingaggiate.
Ruitenbeek e Houellebecq allora si inventano un premio di consolazione: affittare una camera d’albergo ad Amsterdam, e riprendere Michel Houellebecq e amiche in azione sul letto. Kirac 27 promette di essere un film tra l’avanguardia e il porno, e il dosaggio dei due elementi lo scopriremo l’11 marzo, quando l’opera verrà presentata al centro culturale Betty Asfalt di Amsterdam e in contemporanea su Internet.
Il trailer suggerisce un tono divertito e cinico come lo sono molte provocazioni di Kirac (Keeping It Real Art Critics), il collettivo artistico fondato da Ruitenbeek nel 2016. Si comincia con l’immagine del ventre nudo di una donna incinta, che poi vomita per strada, e infine partorisce in ospedale davanti agli occhi più disgustati che inteneriti di Ruitenbeek. È sua la voce fuori campo che racconta: «La fine dell’anno era vicina, e come sempre temevo i giorni di vacanza che incombevano. Soprattutto perché avrebbero segnato la nascita del mio secondo figlio, e io non sono fatto per il ruolo tradizionale del padre entusiasta».
Stacco della videocamera: dalla madre stremata e sorridente e dal neonato ancora insanguinato, al volto di Houellebecq che spettinato fissa l’obiettivo. «L’unica persona ancora meno felice del Natale era il celebre scrittore Michel Houellebecq», dice il regista.
I due sono in contatto per email e si confidano le reciproche disgrazie: la giovane moglie di Houellebecq, Qianyum Lysis Li, ha dovuto cancellare il viaggio in Marocco perché si teme che il marito venga rapito da estremisti musulmani. Immagine di Lysys in auto che guarda fuori dal finestrino, rattristata: «Sua moglie aveva passato un mese per prendere appuntamento con le prostitute in anticipo – precisa la voce fuoricampo – e tutto è crollato».
Un Natale più triste del solito. Ruitenbeek allora dice a Houellebecq che molte ragazze ad Amsterdam sarebbero pronte «per curiosità» a fare sesso con il celebre scrittore, e si offre di trovare anche l’hotel, ma a una condizione: filmare tutto.
Ed eccoci in camera: seduti sul letto Michel Houellebecq in pigiama blu con i bottoni, accanto a una ragazza dai capelli lunghi, tatuaggi sulle braccia e sottoveste. Un primo bacio appassionato, poi il trailer finisce dando appuntamento all’11 marzo sul sito Kirac.nl.
La passione per il sesso e la grande considerazione che Houellebecq riserva alle sue professioniste sono note, così come la voglia di provocare del collettivo Kirac, che stavolta, giunto al filmato numero 27, sembra essere passato a un livello superiore, almeno quanto a risonanza mediatica.
Scorrendo i video precedenti si coglie un’atmosfera che ricorda certi registi scandinavi, da Lars von Trier a Thomas Vinterberg a Ruben Östlund. L’azione più discussa compiuta da Kirac finora è stata Honey Pot, una specie di trappola tesa all’intellettuale di estrema destra olandese Sid Lukkassen, 34 anni, autore di saggi misogini e vicini all’ideologia «incel» (gli uomini single non per scelta).
Una ragazza del collettivo, Jini van Rooijen, ha messo un annuncio online promettendo sesso a un uomo di destra disposto a farsi filmare «per superare la polarizzazione destra/sinistra grazie al porno». Lukkassen si è fatto avanti, i due si sono incontrati in una casa sul mare a Zandvoort e hanno cominciato a spogliarsi, poi l’imbarazzo di Lukkassen ha preso il sopravvento e si è fermato. Ha ritirato il permesso di mostrare le immagini, ma Kirac ha mostrato comunque il video, organizzando una grande serata con un ospite speciale: Julian Andeweg, artista sotto inchiesta per stalking e violenze sessuali dopo la denuncia di una ventina di donne.
Il collettivo lotta contro il movimento MeToo e la cultura woke, si definisce ostile al politicamente corretto – evidente terreno di intesa con Houellebecq – e alla superficialità del mondo dell’arte contemporanea, ma più in generale sembra amare la provocazione in quanto tale.
«Kirac è alla ricerca dell’amore, sotto forma di verità – si legge nel loro manifesto online —. Utilizza il feticcio illuminista più sincero e impossibile: la dialettica. In altre parole, la convinzione che ogni avversario sia in realtà un alleato in questa ricerca prioritaria della verità». Tutti i mezzi sono buoni, anche i baci di Michel Houellebecq.