Estratto dell’articolo di Maria Elena Viola per “Donna moderna”, 27 gennaio 2023
“SONO CRESCIUTA CON L’IDEA DI NON MERITARE NULLA” – GIORGIA MELONI RILASCIA UN’INTERVISTA “INTIMA” E PATINATA A “DONNA MODERNA” E RACCONTA I SUOI PRIMI 100 GIORNI A PALAZZO CHIGI: “È UN PO’ COME ESSERE DENTRO UN GRANDE FRULLATORE. IL RISCHIO È DI ESSERE COMPLETAMENTE ASSORBITI, RISUCCHIATI, SENZA LASCIARE SPAZIO ALLA FAMIGLIA” – “IL MIO COMPAGNO NON PROVA FASTIDIO, È UN PADRE STRAORDINARIO. QUANDO MIA FIGLI MI RIMPROVERA PER LE MIE ASSENZE, IL MIO CUORE DIVENTA UNA NOCCIOLINA. QUANDO ABBIAMO VINTO LE ELEZIONI MI HA SCRITTO UN BIGLIETTO: ‘CARA MAMMINA, SONO…’” -
Giorgia Meloni […] Prima donna premier nella storia d'Italia e, in più, mamma di una bimba di 6 anni. Il bilancio "personale" di questi primi 100 giorni. «La mia vita è diventata più frenetica, ma non meno entusiasmante. […] Certo, […] questo ha reso ancor più complicato riuscire a conciliare famiglia e lavoro, ma cerco di mettercela tutta per ritagliarmi più tempo possibile per stare con Ginevra. A volte riesco di più, altre meno, ma ho la fortuna, che tantissimi altri genitori in Italia non hanno, di poter contare su diverse persone che mi danno una mano. Andrea è un padre straordinario, estremamente presente e attento, e sa arrivare dove io non riesco. Poi ci sono mia sorella Arianna, i nonni di Ginevra, la mia assistente Patrizia che risolve mille problemi, la tata di Ginevra, Betty, che ormai è parte della famiglia: sono insostituibili, e insieme a me fanno i salti mortali per stare dietro a tutto».
Ci racconti una sua giornata tipo. «È un po' come essere dentro un grande frullatore. Palazzo Chigi è una macchina che lavora h24, 7 giorni su 7, 365 giorni all'anno. Non ci si ferma mai. […] Il rischio è quello di essere completamente assorbiti, essere risucchiati del tutto, senza lasciare spazio a se stessi e alla famiglia.
Faccio il possibile per accompagnare mia figlia a scuola, quando riesco, e per tornare a casa alla sera per metterla a dormire, come ho cercato di fare sempre. Leggerle i libri, giocare e parlare prima che si addormenti è la nostra tradizione. Per questo cerco di limitare al massimo le notti fuori casa […]».
[…] Il suo compagno come ha vissuto il suo nuovo ruolo? Per gli uomini non sempre è facile accettare che la compagna abbia una posizione più importante... «Direi che solo gli uomini poco sicuri di se stessi e che hanno una visione distorta della donna vivono con fastidio la possibilità di aver al loro fianco una moglie o una compagna con una posizione più importante. Andrea non rientra in questa categoria».
Sono molti i pregiudizi verso di lei. In questi mesi hanno avuto da ridire su tutto, dal look alla figlia al G20. Chi l'attacca di più, gli uomini o le donne? «[…] È una statistica che non ho mai fatto e che sinceramente non mi interessa fare. Diciamo che sono una che agli insulti e alle critiche, anche le più feroci e cattive, è abituata. Infatti rispondo solo di rado. Rispondo più volentieri alle critiche, soprattutto quelle surreali, come ho fatto quando si è aperto il dibattito perché avevo portato con me Ginevra al G20 di Bali. Non credo che gli opinionisti o altri politici debbano sindacare anche su come crescere mia figlia».
Lei è una "prima della classe". Come la gran parte delle donne, studia, non improvvisa. Prova mai la cosiddetta "sindrome dell'impostore", ovvero quella ingiustificata sensazione di non essere all'altezza? […] «È una sensazione che conosco bene. Sono cresciuta con l'idea di non meritare nulla. Non mi sento mai pronta e ho sempre paura di non essere all'altezza. Ma credo che questa paura sia anche la mia forza. E quello che mi spinge a non smettere mai di studiare, a essere così pignola […]»
[…] Come ha vissuto la bambina questo suo incarico così importante? «Quando abbiamo vinto le elezioni mi ha scritto un biglietto: ."Cara mammina, sono tanto felice che hai vinto. Ti amo tanto". È stato un colpo al cuore, mi ha emozionato tantissimo. Ginevra non ha compreso benissimo quello che è successo, ma ha capito che ora la mamma fa un lavoro molto importante, che è più impegnata di prima e che spesso non può essere con lei. Ma è una bambina molto paziente e sa che faccio tutto questo per lei.
Poi a volte mi rimprovera per le mie assenze, e il mio cuore diventa una nocciolina. In ogni caso, cerchiamo di farla crescere tranquilla, proteggendo la sua infanzia e la sua intimità, evitando di farle vivere situazioni non adatte a una bambina della sua età. Trasferirsi a vivere a Palazzo Chigi, per esempio, sarebbe stata una di queste. Voglio che Ginevra faccia una vita normalissima».
[…] Perché ha deciso di farsi chiamare Presidente al maschile? Potrebbe cambiare idea? «Ma, guardi, questa vicenda è nata soprattutto da un disguido. Sicuramente io penso che la parità uomo-donna non si risolva dicendo insegnanta" o "capatrena". Ma, a parte questo, gli italiani possono chiamarmi come preferiscono. Anche Giorgia».