il Giornale, 26 gennaio 2023
Terminator diventa realtà
Q uando finirà la guerra in Ucraina? Ancora non lo sappiamo, ma gli Stati Uniti, tra l’altro, hanno mandato missili Sea Sparrow, i tedeschi carri armati Leopard, e nonostante gli «sparrow», cioè passeri (non solitari, come quelli di Leopardi), e i Leopard tedeschi, cioè leopardi corazzati, resta sempre il terrore del deterrente atomico in mano a Putin (perché l’Unione Sovietica non è stata distrutta alla fine della Seconda Guerra Mondiale, da qui tutti i problemi dovuti al comunismo e ai suoi eredi). Tuttavia, attenzione.
Vi ricordate Terminator? Ce n’erano due versioni, nel primo e nel secondo film. Nel primo il T-800 era il cattivo interpretato da Arnold Schwarzenegger, nel secondo il T-800 è stato riprogrammato per essere buono (interpretato dunque sempre da Schwarzenegger, e comunque più empatico di molti umani che conosco) e la versione più avanzata, mandata nel passato dalle macchine cattive del futuro, è il T-1000, micidiale macchina da guerra in metallo liquido, in grado di assumere la forma di tutto ciò con cui veniva in contatto e di uccidervi plasmando il suo dito indice in un’arma letale e conficcandovela nell’occhio.
Questo, forse, non è più fantascienza. Forse. Diciamo che ci stiamo avvicinando, senza passare dal T-800 (anche meglio perché ormai Arnold è in pensione, nel suo ranch, con asini e cavalli), andando direttamente al T-1000. In sostanza, che è successo? È successo che degli ingegneri dell’Università Carnegie Mellon, negli Stati Uniti, e dell’Università Cinese di Hong Kong, hanno progettato dei robot in miniatura che passano rapidamente in modo reversibile dallo stato liquido a quello solido, proprio come il T-1000. Infatti, oltre a poter cambiare forma, i robot sono magnetici e possono condurre elettricità.
Al contrario dei robot tradizionali, tipo Robotzao, che ballava a Ballando con le stelle e è l’unico che non ha suscitato l’astio di Selvaggia Lucarelli (essendo un robot, con i maschi e le femmine umane ha sempre problemi e anche con gli inumani come me), i soft robot sono flessibili e i ricercatori li hanno sottoposti a test di trasformazione e percorsi a ostacoli.
Ma di cosa sono fatti questi robot? Il team ha creato un nuovo materiale incorporando particelle magnetiche nel gallio, un metallo con un punto di fusione molto basso (in altre parole si scioglie a bassa temperatura). Però, come si controllano questi robot? Con l’aiuto di un campo magnetico: i robot hanno saltato fossati, scalato muri e si sono perfino divisi a metà in modo cooperativo per spostare altri oggetti prima di fondersi di nuovo insieme. In contrasto con materiali già esistenti, l’innovativo materiale si trasforma in una fase liquida estremamente fluida, quasi più fluida di Achille Lauro.
Detto questo, siamo già nel futuro? No, siamo nel passato, come in Terminator, con la differenza che qui, noi, oggi, che sarà il passato già domani, non avremo nessun Terminator che viene dal futuro perché né il futuro né il passato esistono realmente, come direbbe Rovelli. Quindi, con questi robot, per ora, che ci facciamo? Li mandiamo all’Ucraina? No. Perché al momento non servono a niente, se non a fare dei video nerd su Youtube e a illudere la stampa che abbiamo veramente realizzato il T-1000 e poterlo mandare contro Putin.
Intanto, dando ai cinesi e agli americani un millennio per realizzare davvero il Terminator più micidiale (non sto scherzando, è il tempo che ci vorrebbe realmente per arrivare a una simile tecnologia), mandiamo le armi nostre armi in Ucraina, perché il vero Terminator cattivo è Putin, e non ci serve nessun soft robot, niente di soft, tutto più hard.