il Giornale, 26 gennaio 2023
Boris Johnson pagato 7 milioni per un libro di memorie
Sei milioni di sterline, quasi 7 milioni di euro. A tanto ammonterebbe l’accordo da nababbo che l’ex primo ministro inglese Boris Johnson ha già raggiunto per la pubblicazione delle memorie sui suoi due anni a Downing Street con il colosso dell’editoria, la HarperCollins di proprietà del re degli editori, Rupert Murdoch. Una cifra da capogiro, per un libro di cui non si conosce ancora la data di uscita né il titolo, ma che sarà un resoconto «come nessun altro» dell’esperienza da capo del governo britannico, promettono dalla casa editrice.
A trattare per chiudere l’intesa sarebbe stato il magnate dell’editoria in persona, il 91enne Rupert, insieme con «la rossa», la britannica Rebekah Brooks, da sempre riverita e temuta dal mondo politico londinese e tornata ai vertici dell’impero Murdoch nel 2015, come amministratrice delegata di News Uk – proprietaria di The Times, the Sunday Times, The Sun, oltre che della HarperCollins – dopo essere uscita pulita, cioè assolta, dai processi sulle intercettazioni illegali dei tabloid dello «squalo». L’accordo con Johnson sarebbe stato definito a ottobre, nel ranch del grande vecchio dell’editoria, Rupert, in Montana, Stati Uniti.
A giudicare dal suo stile sempre irriverente e fuori dagli schemi e a giudicare dalla cifra astronomica garantita all’ex premier, in molti sono convinti che BoJo regalerà ai lettori dettagli e retroscena succulenti del suo tempo alla guida del Regno Unito, due anni intensi – dal 2019 al 2022 – finiti con la sua uscita dalla stanza dei bottoni lo scorso settembre, dopo le dimissioni annunciate a luglio e forzate dal suo Partito conservatore, che lo considerava ormai una zavorra più che una risorsa. Le aspettative su indiscrezioni esplosive sono alte e c’è chi paragona già l’autobiografia a quella del principe Harry, campione di vendite in libreria (3,2 milioni di copie in una settimana) e campione di rivelazioni al vetriolo. Con la differenza che Boris non avrà bisogno di un ghostwriter come il premio Pulitzer J.R. Moehringer e scriverà in autonomia, essendo già autore di una decina di libri, l’ultimo sul suo idolo politico, Winston Churchill, pubblicato nel 2014.
A tremare, in vista della pubblicazione, più che gli oppositori politici sono i compagni di partito conservatori, a cominciare dal primo ministro in carica Rishi Sunak, ex ministro delle Finanze di Johnson, arrivato al vertice dopo aver favorito con le sue dimissioni l’uscita di scena di BoJo e dopo la fine del governo di Liz Truss. Con i suoi racconti, Boris potrebbe mettere in seria difficoltà il premier Sunak, già sotto pressione per la sfilza di scioperi in corso nel Regno Unito, per le conseguenze della Brexit e delle turbolenze legate alla crisi economica ed energetica e ora nell’occhio del ciclone per lo scandalo delle tasse – 6 milioni di euro – eluse da Nadhim Zahawi, presidente del Partito conservatore. Zahawi è stato nominato da Sunak e fu uno dei big del partito che chiese a Johnson di dimettersi per mancanza di integrità. Le memorie di Boris potrebbero preparare il suo ritorno sulla scena politica, in vista delle prossime elezioni, previste per il 2024. Ma BoJo, nel frattempo, è ancora protagonista delle cronache per un altro scandalo. È accusato di conflitto di interessi per la nomina del presidente della Bbc, Richard Sharp, nel 2021, quando Boris era premier. Poco prima di ricevere l’incarico, Sharp, ex banchiere e donatore dei Tory, avrebbe aiutato Johnson a ottenere una linea di credito da 800mila sterline. Basteranno le memorie di BoJo a far dimenticare anche questa imbarazzante storia?