La Stampa, 26 gennaio 2023
Intervista a Mara Venier
Mara Venier, tre anni fa ha dichiarato: «Mi sento 18 anni». Oggi che età si darebbe?
«Me sa’ che era una stronz…a. Oggi me ne sento 95 addosso!».
Addirittura?
«Diciamo che va a giornate, ma il Covid è stata una vera batosta. Il virus mi ha indebolita molto, soprattutto dal punto di vista psicologico. Prima di Natale ero davvero in down: mi sentivo addosso una malinconia accentuata. Ora va meglio: alla fine ci si rialza sempre».
Be’, lei è una donna forte.
«No: non è così. Mi creda. Sono sempre stata molto insicura e vulnerabile, fin da ragazza. Si figuri che quando stavo insieme a Renzo Arbore, per i primi due anni mi emozionavo ogni volta che mi chiamava: non mi pareva vero che stessimo insieme! Lo stesso vale per la tv: mi ci sono ritrovata a fare questo mestiere, che poi ho amato alla follia. Non l’ho però cercato e, anche in seguito, non ho mai chiesto dei programmi o bussato alle porte dei direttori. È successo tutto naturalmente. Mi hanno cacciata, mi hanno richiamata: hanno fatto tutto loro! (ride)».
Ora si sente più stabile?
«A 70 anni ho imparato a convivere con il mio “non – equilibrio”. Ci sono giornate dove vedo tutto brutto ma so che poi, la mattina dopo, rinasco. Per anni ho combattuto contro gli sbalzi d’umore, ma alla fine ho trasformato la mia instabilità in un equilibrio: questa è la mia vita! A volte mio marito mi suggerisce di andare in analisi, ma io non vado da nessuna parte: sto qua e accetto le giornate come vengono».
Non è mai stata in terapia?
«Una volta, moltissimi anni fa, quando sono stata vittima di stalking. Alla fine della seduta, la psicologa mi disse che, con tutto quello che avevo passato, un’altra si sarebbe suicidata. Questa frase è stata come una pugnalata: “Col c... che mi suicido, mo’ te faccio vedè!”, ho pensato. Sono andata via e non sono più tornata né da lei né da altri».
In passato ha sofferto di depressione: come ne è uscita?
«Quando mamma è morta, una parte di me voleva andare dove stava lei. Ricordo che mi riempirono di farmaci. Poi, un giorno, ho intravisto il mio riflesso in una vetrina e non mi sono riconosciuta. Quella donna intontita non potevo essere io! Così ho buttato via tutte le medicine e ho detto a mio marito: “Partiamo, facciamo un viaggio”. Di nuovo, ce l’ho fatta da sola».
La vita è riuscita più a deluderla o a sorprenderla?
«Ho avuto tanti dolori, è vero, ma credo mi abbiano reso una persona migliore. È come se la sofferenza abbia reso più vera la mia gioia e il mio lavoro. E, questo, il pubblico lo sente: non sono “quella della tv” ma una persona che ama e soffre. Anche il Covid, in questo senso, ha cambiato la mia carriera. Fosse stato per me, non sarei andata in onda. Avevo paura del contagio, mio marito ha una malattia respiratoria, e quindi mi ero fermata, per una puntata. Poi ricevetti la telefonata dei direttori che mi dissero: “Noi non possiamo obbligarti ma abbiamo bisogno di una persona come te, che parli al cuore della gente: in questo momento tu sei la Rai”. Così accettai e andai in onda, nonostante l’angoscia: piangevo a ogni stacco pubblicitario. Ecco, lì, dietro al Tavolo di Domenica In, il pubblico ha visto una Mara nuova: diversa, meno caciarona. Ancora oggi la gente mi ringrazia per esserci stata durante la pandemia e questo mi rende felice: è come se avesse dato un senso al mio lavoro».
Di andare in pensione, dunque, non se ne parla?
«Invece ci penso eccome! La lontananza da mio marito comincia a pesarmi troppo: mi sa che o torna lui in Italia o vado io in pianta stabile da lui a Santo Domingo. Non subito, però!».
Tra i suoi successi, possiamo includere la puntata dedicata alla Lollo lodata dai critici tv?
«Non mi pare vero: ci ho impiegato 40 anni, ma ce l’ho fatta! Comunque, quella puntata, la dovevo alla Lollo. Volendo molto bene a Gina e conoscendo parecchie cose di lei, più di tanti che parlano a vanvera, ho raccontato chi era attraverso le immagini: lì Gina era testimone di se stessa. Il testamento che ha lasciato a Domenica In racconta i fatti. Punto».
L’ultimo desiderio della Lollo era di morire in pace. Il circolo mediatico le concederà questo lusso?
«Me lo auguro. Io quello che dovevo dire l’ho detto: ora basta. Non ci tornerò più su perché, da qui in poi, tutto rischia di diventare gossip. Gina ha il diritto al silenzio e al rispetto».
È vero che si è beccata una denuncia?
«Sì, dal Signore Spagnolo, come lo chiamo io: ha denunciato tutti, per via dell’intervista rilasciata a Domenica In da Gina. Come vede, però, non me so’ spaventata tanto! (ride)».
Anche lei ha un passato d’attrice: mai tentata di tornare sul set?
«Per carità! Ferzan Ozpetek – regista che amo alla follia! – mi corteggia da ben due anni per avermi in un suo film. Tuttavia, conducendo Domenica In, non avrei il tempo materiale per dedicarmi al cinema e, forse, non sarei nemmeno più all’altezza».
Molte attrici hanno denunciato di essere state vittime di molestie : a lei è successo?
«Be’, ero bella e giovane: qualcuno ci ha provato ma me la sono sempre cavata da sola. Ho puntualmente reagito, anche in maniera molto forte! Alle ragazze di oggi dico: un conto il corteggiamento o l’avance invadente, ma quando si parla di violenze e abusi bisogna immediatamente denunciare. Seduta stante». —