la Repubblica, 26 gennaio 2023
Intervista a Paola Egonu
Paola Egonu ha la voce allegra: «Come voglio essere a Sanremo? Bella, elegante e sorridente».
La campionessa di pallavolo sarà la co-conduttrice del festival al fianco di Amadeus e Gianni Morandi giovedì 9 febbraio. È volata a Milano per le prove degli abiti, la vestirà Giorgio Armani. Ventiquattro anni, nata a Cittadella, in provincia di Padova, da genitori di origine nigeriana, è un talento della pallavolo, la più grande schiacciatrice del mondo: nel 2015 viene convocata per la prima volta nella Nazionale. Ha giocato con l’Imoco Volley di Conegliano, con cui ha vinto il campionato nel 2020.
A giugno del 2022 si è trasferita a Istanbul, al Vak?fBank Spor Kulübü.
Stella della Nazionale italiana, a ottobre, dopo l’eliminazione ai Mondiali, scioccata dagli insulti razzisti («mi chiedono se sono italiana» ), in un momento di sconforto aveva anche pensato di lasciare la squadra. Amadeus l’ha definita «un orgoglio italiano».
Quale festival ricorda?
«Non l’ho sempre seguito, ma so che ha la sua importanza».
I suoi genitori che dicono?
«Sono felicissimi, entusiasti per me. Sanno che è un evento».
Canta?
«Mi piace cantare, e ascolto sempre la musica. Un po’ di tutto».
Ha chiesto qualcosa in particolare ad Armani?
«Mi ha sempre fatta sentire a mio ago e anche stavolta farà sì che mi senta comoda e bella. Mi fido».
È alta un metro e 93, porta 46 di scarpe, una curiosità: indosserà i tacchi?
(ride) «Ancora non ho deciso se li metterò, so che c’è la famosa scala.
Credo che chiunque sarebbe un po’ agitato sul quel palco. Spero di non inciampare e soprattutto di non cadere, sarebbe veramente terribile».
Com’è andata con Amadeus?
«Mi ha contattata e ho capito subito: “Oddio, allora è per quello che penso”. È stato molto gentile, mi ha spiegato la sua idea del festival, mi ha fatto sentire bene anche quando ero ansiosa. Mi ha fatto capire che sarà una bellissima esperienza».
Era stata protagonista a “Le iene” nel 2021 e se l’era cavata benissimo.
«Mi sono sentita a mio agio come poche volte. Sono stata accolta e guidata. La tv non è il mio campo, ma sono una che impara velocemente».
Le donne sul palco dell’Ariston fanno un monologo, portano un tema a cui tengono. Di che parlerà?
«Mi piacerebbe avere la possibilità di farmi conoscere come persona».
E com’è Paola?
«Eh, un insieme di forza, tenacia e di fragilità. Il mio grande desidero è raccontarmi. L’attesa mi emoziona».
Qualsiasi cosa sarà amplificata.
«Lo so. Sento anche la necessità di dover chiarire certe cose, sa quello che è successo. Sono idee che non mi appartengono… Non ha molto senso dirlo così, non è che abbia commesso un crimine e ci tengo a ribadirlo».
Chiariamo quello che vuole dire, perché detto così non si capisce.
«Voglio chiarire il fatto che non odio gli italiani e l’Italia non mi odia. In quel momento, quando mi sono sfogata mi sentivo fragile, non volevo offendere. Adesso avrò un’ulterioreoccasione per chiarirlo».
La incuriosisce lo spettacolo?
«Sì, molto. Dopo essere stata aLe ienemi sono resa conto che dietro due minuti di show c’è un mondo».
Cosa si aspetta da Sanremo?
«Mi auguro tante belle cose, altre opportunità. Ma soprattutto di trasmettere serenità a quelli che mi seguono, ai bambini».
Tra i cantanti chi le piace?
«Mi incuriosiscono tutti. Vorrei ascoltare le loro storie, capire che persone sono, non capita tutti i giorni di incontrarli. Mi sento come una bambina che potrà fare domande».
È sempre stata curiosa?
«Dovrebbe parlarne con mia madre.
Al colloquio con gli insegnanti le dicevano tutti: “Paola è curiosa, fa sempre domande. Per qualsiasi cosa, chiede sempre: perché?”. “Perché” è la parola che mi accompagna fin da piccola. Un modo di reagire, nella vita hai bisogno di risposte».
Nei momenti difficili quanto conta sentire l’affetto dei tifosi?
«Tantissimo. Soprattutto l’affetto dei bambini perché ti vedono per quello che sei e non ti giudicano. A Conegliano non ero soddisfatta della partita. Incrociando lo sguardo di una bambina che piangeva solo per la gioia di avermi vista, sono scoppiata a piangere anche io. È liberatorio».
Si commuove spesso?
«Sì, mi lascio andare alle emozioni. Le persone mi guardano come se fossi scema, in questo mi ritrovo con gli anziani e i più piccoli: mostrano ciò che provano senza freni inibitori».
La sua vita sentimentale fa notizia. Dalla storia con una ragazza alla vacanza con il pallavolista Michal Filip. La infastidisce?
«Mi dà fastidio fino a un certo punto, non devo rendere conto a nessuno.
Sono me stessa e non me ne faccio niente dei giudizi altrui. Anzi, mi incoraggia il fatto che mi senta libera di esprimermi: voglio sentirmi così sempre».
La cosa più importante è la libertà?
«Sono due: la libertà e l’empatia».