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 2023  gennaio 25 Mercoledì calendario

Periscopio

I nostri sogni sull’avvenire sono ormai inseparabili dai nostri terrori. Assistiamo a una riconciliazione dell’utopia con l’apocalisse. [...] I due generi, l’utopistico e l’apocalittico, che ci sembrano così dissimili, si fondono, stingono adesso l’uno nell’altro. Emil Cioran, Storia e utopia.


I Wagner sono composti oggi in grande maggioranza da detenuti, liberati e graziati per decreto. Un decreto firmato da Putin ma deciso da Prigojine, boss di Wagner, in totale spregio [...] dell’ultima parvenza di legalità o di costituzionalità che rimane in Russia. Questi detenuti sono letteralmente carne da cannone, come quelli che, arrestati da Stalin, si offrivano volontari per combattere nel 1941-45. Sono fucilati alla minima defezione. Se feriti, non sono evacuati dal campo di battaglia, ma finiti dai loro stessi «compagni». E poi, cosa del tutto inaudita, non combattono sotto la bandiera russa, ma sotto la loro propria bandiera, che si può vedere in tutte le foto: con sopra un teschio... André Markowicz, il Foglio.




I soldi all’Ucraina sì, le armi no. Anzi sì, ma lentamente. E comunque solo dopo gli altri. L’invasione russa dell’Ucraina sta per compiere un anno e con lei anche l’atteggiamento tira e molla del governo tedesco, sempre titubante nel concedere aiuti militari a Kiev. Daniel Mosseri, il Foglio.


Mal di panzer. Titolo del Manifesto.


Sullo sfondo di ciò che sta accadendo in Russia, il potenziale di protesta non fa che crescere e talvolta come in passato riesce a emergere. Ma è solo la punta dell’iceberg. La parte sommersa, che resta confinata tra le mura domestiche, è enorme. Il prezzo che si paga per scendere in piazza ora è troppo alto, la macchina delle repressioni lavora a pieno regime, ma anche la protesta cresce, sia per diffusione, sia per intensità. Prevedere dove riuscirà a fare breccia è impossibile sia per me, sia per le autorità. Posso soltanto supporre che se le operazioni belliche continueranno, le perdite potranno costituire un punto di tensione molto serio. Persone che hanno perso i loro cari non si lasciano facilmente spaventare dalla Guardia Nazionale. Andrej Pivovarov, che sta scontando una condanna a 4 anni di reclusione per appartenenza a «organizzazioni indesiderate» (HuffPost).




Come punto debole, nello Stato di Pietro il Grande, spicca il sistema giudiziario. Egli non riuscì a raccogliere intorno a sé un numero sufficiente di giuristi avveduti, né a preservare la giustizia da atti arbitrari. Com’è avvenuto in molti regni orientali, e come Gogol’ ha immortalato nel Revisore, la corruzione alligna e diventa un ramo dell’amministrazione. Ernst Jünger, Il nodo di Gordio.


Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni contro le Guardie della rivoluzione islamica iraniane, un ente finanziario a loro collegato e alcuni alti funzionari, tra i quali il viceministro dell’intelligence Naser Rashedi, coinvolti nella violenta repressione delle proteste nel Paese. Le misure prendono di mira «un pilastro economico» dei pasdaran «che finanzia la brutale repressione da parte del regime». Ansa.


[Casa Messina Denaro:] il Joker, le calamite con Marlon Brando nel Padrino sul frigorifero, i libri su Putin e Hitler. Il Resto del Carlino.


Un mafioso che [...] si riassume ormai per intero nella paccottiglia dei magneti da bancarella di via Maqueda che adornavano il frigo del suo rifugio segreto: don Vito Corleone, il re leone da poster svedese, gli orsetti da formaggino del supermercato sotto casa, il suo ritratto incoronato come un Macbeth di «mandamento» trapanese. [..] Manca il gattino insanguinato degl’incaprettatori pronto a ballare la macarena dentro TikTok. Fulvio Abbate, HuffPost.


L’errore del Guardasigilli è stato quello di dire al Parlamento e in Parlamento di non essere succube dei pm, che vedrebbero la mafia ovunque. Dirlo all’indomani della cattura del superlatitante da trent’anni Matteo Messina Denaro non è stato il massimo. Amedeo La Mattina, Linkiesta.


Berlusconi: quale occasione più ghiotta per professare fede totale nel ministro della Giustizia ma al contempo mettere in difficoltà Giorgia Meloni e, ancora, attaccare i suoi nemici storici della magistratura? Il fondatore di Forza Italia non ci ha pensato due volte. Federica Olivo, HuffPost.


[Soltanto ieri lo «blindava» e oggi:] Meloni a Nordio: adesso basta. Titolo della Stampa.


È necessario rimettere mano a un certo uso delle intercettazioni ma non c’è bisogno d’alcuno scontro tra politica e magistratura. Giorgia Meloni.


Essere sostenuta da Articolo 1 può convenire [a Elly Schlein] per i voti che quel partito le porterà in dote alle primarie. Ma a livello mediatico le tocca pagare pegno con una presenza ingombrante: Massimo D’Alema. E il problema non lo risolve il fatto che l’ex leader ds pare abbia intenzione di piazzare i suoi con i dem, tenendosi lui le mani libere in attesa di preparare la grande «cosa rossa» con Giuseppe Conte. Maria Teresa Meli, Corriere della Sera.


Tornato di moda pure il comunismo, origine orgogliosamente rivendicata dal probabile prossimo segretario Stefano Bonaccini, il sol dell’avvenire fatica a splendere. Oscurato, forse suo malgrado, da un’ombra. La solita ombra. Pietro De Leo, il Tempo.


Capotavola è dove mi siedo io. Massimo D’Alema.


Formalmente il Partito democratico mantiene in Parlamento il sostegno all’Ucraina, ma in alcuni esponenti serpeggia un’insofferenza palese sulla linea dell’invio di armi a Kiev. Linkiesta.


Il pacifismo è come una rosa delicata, / che fiorisce in un campo di pace, / diffondendo i suoi petali di amore, / e spegnendo la sete di guerra con la sua grazia. ChatGPT (l’Intelligenza Artificiale risponde alla richiesta «scrivi una breve descrizione in lingua poetica del pacifismo).


La pace sta al pacifismo come la morale al moralismo. Roberto Gervaso.