il Giornale, 25 gennaio 2023
Le mascotte di M&M’s sono poco inclusive
Sull’inclusività, si sono arresi anche i cioccolatini parlanti. Sciolti, squagliati, kaputt. Hanno gettato la spugna, il cacao, la glassa colorata e sputato la nocciola. Dopo che gli spot con protagoniste le praline animate sono stati accusati di essere solo «maschili» e di aver scordato di rappresentare il genere femminile. Morale: gli m&m’s non saranno più testimonial degli m&m’s. Non che l’azienda si sia arresa alla prima, intendiamoci. È vero che nelle pubblicità li abbiamo visti in tutte le situazioni (mentre incasinavano i regali di Babbo Natale, presi in ostaggio durante la rapina a un drugstore, in pieno litigio sul sedile posteriore di un’auto incastonati nella stessa tavoletta di cioccolato, sul campo a palleggiare con Ruud Gullit...) ed è vero che gli m&m’s in questione erano sempre tutti maschi. Ma è altrettanto vero che la Mars, casa madre dei dolcetti, ha cercato di sistemare la disparità inserendo negli spot e sulle confezioni praline femmine. Non è andata bene nemmeno così. Si converrà che non è facile rendere femminile un cioccolatino, cos’altro avrebbero potuto fare i creativi investiti di tanta missione, se non piazzare su quelle palline fondenti e al latte delle ciglia finte e un paio di tacchi belli alti? Apriti cielo. In effetti non gli è riuscita benissimo: più che cioccolatini donna sembravano praline Drag Queen. Anche un po’ ubriache, a giudicare dall’andatura. Fatto sta che le critiche, di nuovo, non si sono fatte attendere e sono state pure un tantino eccessive. Purple, Brown e Green: così avevano chiamato le quote rosa degli m&m’s e le avevano anche stampigliate a testa in giù sulle confezioni di in un’edizione limitata, per simboleggiare il fatto che le donne sono in grado di ribaltare il mondo. Ma quei tacchi... continuavano a rimanere il cruccio dei detrattori. Qualcuno aveva avuto da dire (vai a sapere chi, nell’era dei social) persino perché Brown e Green, mano nella mano sulla spiaggia, sembravano aver preso una china lesbo. Ma non lesbo che va bene, «da inclusione». No, lesbo che non abbiamo capito cosa non andasse ma non andava. Nemmeno in quella circostanza l’azienda si è arresa. Ha tolto Brown e Green dall’equivoco tête-à-tête, le ha fatte scendere dai tacchi (improvvisamente tutte le praline erano in sneakers o anfibi) e hanno inserito Purple che è una cantante rock ganza, emancipata e porta gli stivali. Ma ormai l’attenzione era troppo spostata sui piedi dei cioccolatini, sul loro orientamento sessuale, sulla loro capacità di essere o meno politicamente corretti. Morale, di nuovo: gli m&m’s smetteranno di essere i testimonial degli m&m’s. Ed è un peccato perché gli spot erano veramente spassosissimi. Ma è difficile anche essere una pralina al giorno d’oggi. Così via Red, Yellow e gli altri, benvenuta Maya Rudolph. Che è un’attrice, sarà il nuovo volto degli m&m’s. Ed è pure amica del vicepresidente Usa Kamala Harris...