Il Messaggero, 24 gennaio 2023
A che punto è lo stoccaggio di gas in Italia
Mai più farsi cogliere impreparati. Vale anche per gli stoccaggi di gas, non soltanto per il piano di approvvigionamenti tra gas e Gnl che sta consolidando il premier Meloni con il supporto dell’Eni. E allora, il nuovo piano straordinario dell’esecutivo per mettere in sicurezza gli stoccaggi, a costi pubblici, ma senza svenarsi, è già partito da giorni. Il via libera è scattato con una richiesta del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica preoccupato di rispettare la rotta di riempimento Ue, ma a dare l’imprimatur, a metà gennaio, è stata una delibera dell’Arera Due gli obiettivi. Il primo riguarda le riserve di gas (oggi scese al 76% a causa dele temperature rigide degli ultimi giorni), che in vista del prossimo inverno, secondo la strategia del governo, dovranno partire ad aprile avvicinandosi il più possibile a un riempimento del 30% della capacità attuale (almeno 4,5 miliardi di metri cubi) per sperare di affrontare senza eccessivi traumi una stagione senza gas russo. Senza contare la capacità aggiuntiva che potrebbe arrivare in corso d’anno da un ampliamento dei siti di stoccaggio (oggi la capacità ammonta a circa 16,5 miliardi). Una sfida di quelle importanti, visto che l’anno scorso ad aprile avevamo un modestissimo, 3,6%, qualcosa come 0,6 miliardi di metri cubi messi in riserva. Il secondo obiettivo ed evitare stoccaggi a qualunque prezzo, dopo una stagione alle spalle di acquisti a prezzi folli, pur di centrare il target del 90% entro ottobre. Così nella missione affidata a Snam per tre mesi c’è l’obiettivo di acquistare almeno mezzo miliardo di metri cubi di gas, dopo gli acquisti emergenziali fatti tra dicembre e i primi di gennaio (un altro mezzo miliardo), approfittando di giornate con temperature più miti, e soprattutto di prezzi ragionevoli con un tetto preciso. Del resto, con gli stoccaggi pieni, i prezzi scendono: questo ormai è chiaro. Non era mai successo che si facessero stoccaggi in controflusso in pieno inverno. E visto che toccherà ancora allo Stato provvedere, come previsto straordinariamente a partire da giugno scorso, meglio farlo con il gas a quota 60-70 euro per megawattora, e cioè i livelli del metano sul mercato Psv italiano nell’ultima settimana, ben lontani dai 345 euro per megawattora segnati il 26 agosto scorso, mentre un po’ tutti in Europa, Germania in testa. spingevano per portare le riserve al massimo in vista dell’inverno. Anche Berlino ha imparato la lezione, e da tempo rimpingua gli stoccaggi in controflusso grazie ai nuovi rigassificatori già attivi.
IL NODO PREZZO
Giocare d’anticipo per il governo è una questione di sicurezza per il governo, visto che metà degli stoccaggi utilizzati quest’inverno derivano dal russo che invece non ci sarà nei prossimi mesi. Certo, ci sarà più gas dall’Algeria e un aiuto (5 miliardi di metri cubi) dovrebbero arrivare dal rigassificatore di Piombino, a partire da maggio. Ma qualche miliardo di metri cubi, mancherebbe comunque all’appello, secondo alcune stime. Ecco perché mettere fieno in cascina sin da subito può fare la differenza, insieme ai risparmi sui consumi. Secondo gli osservatori, l’Europa andrà a caccia di tutto in Gnl possibile, a po almeno quello che rimarrà dopo l’impennata prevista della domanda cinese. «Se l’Europa ha circa 50 miliardi di metri cubi di gas stoccati per la primavera, dovrà immagazzinare di nuovo una grande quantità di Gnl», dicono gli esperti di T. Rowe Price, «per arrivare in sicurezza fino alla primavera del 2024». Significa che l’Europa dovrebbe attrarre il 30% del mercato globale del Gnl, un’impresa ardua, visto che la capacità Usa è già ai massimi.