Corriere della Sera, 24 gennaio 2023
Perché l’Ucraina vuole i tank tedeschi
Perché l’Ucraina vuole i carri armati Leopard? La risposta più semplice è: sta finendo i suoi. In mancanza di numeri ufficiali (top secret) bisogna affidarsi alle stime. Le più attendibili dicono che i tank persi dall’esercito di Zelensky in quasi un anno di guerra variano dai 400 a 600. Le stesse stime ipotizzano che per la Russia sia andata molto peggio: i carri armati perduti potrebbero essere anche più di 1.600. Il problema è lo stock iniziale. Gli ucraini ne avevano 800, quindi ne hanno persi oltre il 50%. I russi ne avevano lo strabiliante numero di 12 mila e ne hanno quindi persi poco più del 10%, la maggior parte dei quali erano i più vecchi in magazzino.
Tiro a distanza Taras Berezovets faceva il politologo prima dell’invasione, adesso è capitano della prima Brigata Forze speciali ucraine. «Sul fronte – racconta – stiamo cominciando a vedere i primi T90 russi, Proryv, da sfondamento, particolarmente pericolosi. Per fortuna ne hanno pochi, dicono 500, ma credo solo un centinaio già schierati. Quasi tutti gli altri loro tank sono ormai i T80 modernizzati che sovrastano nettamente i modelli sovietici precedenti T64, T72 e T80 prima versione che abbiamo noi ucraini. I T80 modernizzati russi sparano a 6 chilometri, i nostri T80 solamente a 4. In guerra questo fa tutta la differenza del mondo».
I social di Kiev appoggiano le richieste del governo di nuovi tank con la campagna «liberate i leopardi». Si pubblicano foto di bambini con pelliccette a macchie, modelle con intimi animalier. Per l’ex comandante delle forze di terra polacche, Waldemar Skrzypczak, il Leopard sarebbe l’arma della vittoria. «I carri russi, compresi i loro decantati T-14 Armata, non avrebbero possibilità di sopravvivere in battaglia ai Leopard». Anche il colonnello ucraino Oleg Zhdanov è della stessa scuola: «I Leopard sono precisi, con un’ottima corazza e velocità di fuoco».
In effetti i Leopard sono stati progettati dalla Germania durante la Guerra Fredda proprio per combattere i carri sovietici. Nel frattempo però anche Mosca ha fatto progressi e non è detto che in Ucraina arrivi la versione più moderna e costosa del carro tedesco. I Leopard standard, ad esempio, usano un cannone da 120 mm preciso anche in movimento che raggiunge bersagli a 5 chilometri. Buono, ma comunque un chilometro meno dei T80 modernizzati russi.
Risolutivi o meno, i Leopard sono gli unici disponibili in un numero sufficiente per fronteggiare gli enormi magazzini di Mosca. Non sono 10 mila come i carri russi teoricamente disponibili, ma più di 2 mila sì con l’ulteriore vantaggio di avere munizioni diffuse in tutta Europa e una logistica accessibile visto che potrebbero essere riparati in Polonia e Repubblica Ceca.
Le triangolazioni E se la Germania dopo il primo via libera ai Leopard già in Polonia non ne concedesse altri?
Kiev è sicura di trovare altre strade: i Leopard potrebbero diventare merce di scambio. «La Germania – assicura Roman Svitan, analista militare ucraino – sta vendendo i nuovi Leopard 2A4 a Cipro e Cipro potrebbe passarci i suoi T80. Ne ha quasi cento». Stesso schema se la Polonia ricevesse gli Abrams americani: i Leopard polacchi andrebbero diritti in Ucraina. «Tante le triangolazioni possibili», assicura Svitan.
Con lanciarazzi a spalla e droni sul campo di battaglia, i tank non dovevano essere un’arma superata? «No – dice il capitano delle Forze speciali Berezovets – la fanteria avanza più sicura se alle spalle ha questi mostri. Nella battaglia di Balakliya (Kharkiv) abbiamo scatenato la 3° Brigata corrazzata ucraina (la Zalizna, Ferro) e i russi sono scappati come topi fuori dalle trincee. La verità è che i tank fanno paura. Un uomo a piedi davanti a una macchina da 60 tonnellate come i Leopard si sente debole, smette di combattere».