1. I TANGENTISTI NON FANNO OUTING, SI STANANO SOLO CON LE INTERCETTAZIONI, 23 gennaio 2023
FRANCESCO MERLO DEFINISCE “SGANGHERATA” L’INCHIESTA “VALLETTOPOLI” E WOODCOCK S’ADOMBRA: “È DOVEROSO RICORDARE CHE SI SIA CONCLUSA CON CONDANNE IRROGATE AL PRINCIPALE IMPUTATO PER DIVERSE IPOTESI DI ESTORSIONE, CONSUMATA E TENTATA” – RISPOSTA: “CARO WOODCOCK, CON QUELLA SOLA PAROLA, ’SGANGHERATA’, HO VOLUTO DIRE CHE LEI NE HA COMBINATE DI TUTTI I COLORI…” -
Estratto della lettera di Henry John Woodcock, pubblicata da “la Repubblica” Caro Direttore, nell’editoriale di Francesco Merlo dal titolo “Il ministro di astio e giustizia, Nordio fa tornare l’Italia ai tempi di Tangentopoli”; si fa riferimento a un’inchiesta della quale (anche) io mi occupai diversi anni fa.
Ebbene, è doveroso ricordare come la così detta “inchiesta Vallettopoli” – definita nel testo “sgangherata” – si sia conclusa con condanne (passate in giudicato ed eseguite) irrogate al principale imputato per diverse ipotesi di estorsione consumata e tentata; quelle vicende riguardanti – si legge nell’articolo - “…donnine, droga, yacht e transessuali…”, oggetto delle intercettazioni da me disposte, sono state inserite negli atti non certo per ragioni di voyeurismo giudiziario, ma in quanto poste alla base di richieste giudicate di natura estorsiva, non solo da me che mi occupai delle indagini, ma anche e soprattutto dai numerosi giudici di diverse autorità giudiziarie che, in primo, secondo e terzo grado, hanno riconosciuto la colpevolezza dell’imputato. Tuttavia, quello delle intercettazioni è un tema complesso e delicato, affrontato – a mio avviso – almeno in alcuni casi non senza un pizzico di ipocrisia e con altrettanta superficialità.
Limitare l’uso delle intercettazioni, in particolare per i reati commessi dai così detti “colletti bianchi”, sarebbe una scelta assolutamente sbagliata e con effetti irreversibili: impedirebbe, di fatto, ogni possibilità concreta di perseguire tali fatti criminosi. […]
La risposta di Francesco Merlo: Caro Woodcock, con quella sola parola, “sgangherata”, ho voluto dire che lei ne ha combinate di tutti i colori.
2. CARLO NORDIO, IL MINISTRO DI ASTIO E GIUSTIZIA CHE FA TORNARE L’ITALIA AI TEMPI DI TANGENTOPOLI Estratto dell’articolo di Francesco Merlo per “la Repubblica” – articolo di 21 gennaio 2023
Neppure concentrando le loro forze, i vari De Magistris, Woodcock, Ingroia e via indietreggiando sino all'insuperabile Di Pietro, avrebbero saputo inventarlo meglio - e forse sarebbe giusto dire peggio - di così. Carlo Nordio suona infatti la carica come se fosse il ministro di Astio e Giustizia: "la democrazia dimezzata", "il Parlamento supino", "il pasticcio colossale", "voi vedete mafia dappertutto". Come se scrivesse il capitolo finale del suo libro "Giustizia ultimo atto", Nordio si intesta dunque "la rivoluzione copernicana" e si trasforma nel Giustiziere della Giustizia.
Ed è come se davvero diventasse quel Charles Bronson al quale tanto somiglia fisicamente e del quale, è vero, c'è qualcosa in ciascuno di noi quando ci ricordiamo per esempio, della ministra Federica Guidi che dice al marito "mollami, tu mi tratti come una sguattera del Guatemala" o delle intercettazioni di quella disgraziata inchiesta denominata Vallettopoli quando il Pm di potenza John Henry Woodcock, divenne megafono di vizi privati, gestore di una videospazzatura a base di donnine, droga, yacht e transessuali. A nessuno piace che la propria vita privata finisca sui giornali, ma che goduria quando ci finisce quella degli altri, si tratti di Vittorio Emanuele o di Fabrizio Corona oppure di Silvio Sircana o ancora di Piero Fassino. […]