Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  gennaio 21 Sabato calendario

Tutti i regali di Metsola

BRUXELLES Un abito bianco tradizionale nordafricano con ricami dorati, un piatto decorativo dall’Uzbekistan, più di una sciarpa (dalla premier francese Élisabeth Borne all’ex presidente della Camera Roberto Fico), degli auricolari Airpods senza fili dal Bundestag tedesco, monete d’oro palestinesi e un numero sufficiente di libri da riempire quattro o cinque scaffali. Ma anche bottiglie di champagne e salsicce essiccate, finite di buona regola sulla tavola delle cene ufficiali del Parlamento europeo. Tra gli effetti immediati del Qatargate c’è anche questo: una lista dettagliata dei doni protocollari ricevuti da Roberta Metsola nei 13 mesi da quando si è insediata al vertice dell’Eurocamera.
La maltese, presidente del Parlamento Ue dal gennaio dello scorso anno, ha deciso di pubblicare con minuzia di particolari e corredo fotografico i 142 regali ricevuti dai suoi ospiti e dai dignitari stranieri in visita a Bruxelles o a Strasburgo, iscrivendoli in un registro pubblico, accessibile a tutti sul sito Internet dell’istituzione. Quello, per l’appunto, riservato ai doni destinati agli eurodeputati e finora abbondantemente trascurato dagli eletti. Metsola, spiegano dal suo entourage, con la sua mossa punta a dare l’esempio e a invogliare i propri colleghi a fare altrettanto, ponendosi in prima persona alla testa dell’ondata pro-trasparenza messa in moto dopo l’esplosione dello scandalo.
Del resto, è la prima volta che chi riveste la carica di presidente dichiara gli omaggi istituzionali. «Tutto è stato fatto nel tentativo di rendere il Parlamento più trasparente», commenta un portavoce di Metsola. 125 dei 142 regali apparsi questa settimana sul registro dell’Europarlamento, però, ha fatto notare il portale online Politico Europe, sono stati iscritti oltre la data limite per la registrazione.
TRASPARENZA
Secondo il codice di condotta del Parlamento Ue, infatti, i doni vanno resi noti al più tardi entro la fine del mese successivo a quello in cui il deputato li ha ricevuti. La presidente del Parlamento, però, è più che una semplice eurodeputata, e gli omaggi che le vengono offerti sono destinati alla carica e non vengono incassati a titolo personale. «Alla luce del contesto attuale, Metsola ha scelto di muoversi verso una maggiore trasparenza, andando oltre la prassi, i precedenti e prescrizioni di condotta – aggiunge il portavoce -. Non esistono doni non dichiarati; tutti quelli fatti all’istituzione sono stati resi noti internamente e sono conservati dal Parlamento, non dalla presidente». Anzi, molti di questi regali protocollari, come ad esempio la statuetta d’antiquariato ricevuta dalla presidente dell’assemblea legislativa di Cipro «vanno a costituire parte della collezione artistica dell’Eurocamera, e vengono regolarmente esposti a beneficio dei visitatori nella sede di Strasburgo».
La lente d’ingrandimento ha passato in rassegna anche i viaggi di Metsola. Alcuni sono stati riportati tardivamente, hanno fatto il punto i quotidiani belgi Le Soir e Knack: tra questi, una trasferta di tre giorni in Israele, con due notti d’albergo pagate dallo Stato ospitante, e un pernottamento a Davos e uno a Copenhagen, a carico di due fondazioni. Curiosa la sosta a Beaune, in Borgogna, su invito della Confrérie des Chevaliers du Tastevin, una confraternita di degustatori di vino che, durante la cerimonia annuale al Castello Clos de Vougeot, ha nominato la maltese Dame dell’organizzazione (titolo onorifico che non dà luogo ad alcun emolumento, precisano dal Parlamento). Un appuntamento che ha visto, in passato, la partecipazione anche di Emmanuel Macron e Angela Merkel. «Nessun viaggio è stato mai pagato da terzi. In alcuni casi, l’alloggio è stato fornito per ragioni di sicurezza o di protocollo», chiariscono dal suo staff.