Corriere della Sera, 21 gennaio 2023
La serie più bella e divertente in circolazione si chiama «Call My Agent»
La serie più bella e divertente in circolazione si chiama «Call My Agent», adattamento in sei episodi della francese «Dix pour cent» di Fanny Herrero. Non si accontenta di mostrarsi come una semplice trasposizione «copia e incolla». No, ci mette del suo. Prodotta da Sky Studios e Palomar, scritta da Lisa Nur Sultan (con Federico Baccomo) e diretta da Luca Ribuoli, «Call My Agent» è la storia di un’agenzia cinematografica che tenta di piazzare alle produzioni (quando c’erano) attori, idee, sceneggiature. Lea (Sara Drago), Gabriele (Maurizio Lastrico), Vittorio (Michele Di Mauro) ed Elvira (Marzia Ubaldi) sono l’anima della CMA (Claudio Maiorana Agency). È vero che la versione francese ha una leggerezza tutta sua, una douceur da commedia sofisticata, mentre quella italiana a volte cede al sociologismo, come d’abitudine. Tuttavia, ogni parola in più di commento significa sottrarre qualcosa alla sorpresa, allo spettacolo di attori italiani che finalmente si prendono in giro (era da tempo che non succedeva, come se l’autoironia fosse scomparsa con Dino Risi).
Non voglio perdere tempo. Guardate subito gli episodi, tenendo presente che due sono straordinari. Sorrentino arriva alla CMA con una nuova idea per il sequel della serie sul Papa, intitolato «The Lady Pope». Sorrentino è un formidabile attore e mentre noi ci perdiamo nell’immaginare come sarà Ivana Spagna nelle vesti del successore di Pietro, lui piazza una tirata sull’«entusiasmo immotivato, il sentimento più orrendo dell’essere umano» (si riferisce al comportamento dei genitori nei confronti dei figli quando a scuola si impegnano nelle attività creative).
L’agenzia deve convincere Corrado Guzzanti a lavorare, scontrandosi contro la sua meravigliosa apatia. Le proposte sono le più assurde finche non finisce sotto le sgrinfie di Emanuela Fanelli, il cui ego artistico è senza controllo. I due sono perfetti: da tempo non ridevo così, senza freni.