Corriere della Sera, 21 gennaio 2023
La figlia di Thaksin sfida il generale
In politica mai dire mai. «Sono pronta», ha annunciato Paetongtarn Shinawatra, la figlia minore di Thaksin, l’imprenditore milionario – accusato di corruzione e costretto all’esilio – che fu primo ministro della Thailandia dal 2001 al 2006, quando fu deposto dai militari. Un epilogo simile concluse la permanenza alla guida del governo di Bangkok, dal 2011 al 2014, della zia di Paetongtarn, Yingluck, rimossa dal suo incarico grazie a una sentenza della Corte Costituzionale e poi definitivamente sostituita al vertice, con un altro colpo di stato, dal comandante in capo dell’esercito, il generale Prayut.
Proprio Prayut, che è ancora al potere ed è l’attuale primo ministro, sarà il principale avversario di Paetongtarn se come appare probabile il Parlamento di questa monarchia senza tempo in cui il re è ritenuto una specie di divinità verrà sciolto e si terranno le elezioni in maggio. I sondaggi danno infatti largamente favorito il partito populista Pheu Thai, fondato dai sostenitori di Thaksin. Appare insomma possibile che la dinastia che ha segnato la storia thailandese di questi ultimi venti anni sia protagonista di un clamoroso ritorno, tentando di lasciarsi alle spalle i molti guai giudiziari del passato. «Vogliamo – ha affermato la figlia dell’ex leader nel corso di una manifestazione nel nord-est del Paese – che il nostro partito abbia una vittoria schiacciante affinché le promesse che abbiamo fatto al popolo vengano realizzate».
Trentasei anni, più esperta del mondo degli affari che di quello della politica, Paetongtarn aspetta un secondo figlio che potrebbe nascere nei giorni delle elezioni. Certo, anche se dovesse arrivare al primo posto, la strada che Ung Ing (così è soprannominata) ha di fronte a sé non è priva di ostacoli. Come ricorda The Times, le regole introdotte da Prayut stabiliscono che il premier sia scelto dai 500 parlamentari eletti ma anche da 250 senatori nominati dalla giunta militare. In ogni caso, la Thailandia sembra destinata ad affrontare un futuro difficile. La vera alternativa è rappresentata da un risveglio di quello spirito innovatore che fu al centro delle manifestazioni popolari pro-democrazia represse duramente nel 2020-21. Una pagina da non dimenticare.