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 2023  gennaio 22 Domenica calendario

Intervista a Orazio Schillaci. Dice che i costi dei tumori da fumo sono il doppio di quanto il governo incassa dalle accise sul tabacco

 «Il costo annuale delle cure per i tumori da fumo è circa il doppio di quanto incassiamo dalle accise sul tabacco, 14,40 miliardi nel 2021». Cita il dato della Fondazione Veronesi il ministro della Salute Orazio Schillaci per motivare la controffensiva a sigarette, sigari e prodotti alternativi appena annunciata in Parlamento.
Ci sarà una nuova legge?
«Stiamo verificando quale sia lo strumento più idoneo per inasprire i divieti, anche all’aperto. Aspetto di raccogliere evidenze certe sui danni causati da sigarette elettroniche e prodotti senza combustione».
Lei fuma?
«Mai acceso una sigaretta. Non ne ho sentito il desiderio e non solo perché da medico so quanto facciano male».
Cosa farà?
«Inutile mettere più soldi nel fondo sanitario nazionale, e il mio governo lo ha fatto, se poi i malati colpiti da grandi patologie aumentano e con loro i costi delle cure. Stanno arrivando farmaci oncologici prodigiosi ai quali non possiamo certo rinunciare».
Perché la stretta anche sulle altre sigarette?
«Perché aumenta in modo esponenziale il consumo di sigarette senza fumo tra gli adolescenti che comunque contengono nicotina e generano dipendenza. Non è dimostrato che siano meno nocive, a differenza di quanto si fa credere».
Domani il direttore generale dell’agenzia del farmaco Aifa, Nicola Magrini, non riconfermato da lei, se ne va. Chi gli subentra?
«Sarà la dottoressa Annarosa Marra, il funzionario con maggiore anzianità, già responsabile del servizio di farmacovigilanza, a governare l’ente in via temporanea fino a quando sarà pronto il nuovo regolamento che ridisegna l’organismo. Contiamo di farlo in 2-3 mesi. Il nuovo assetto assicurerà maggiore efficienza e rapidità nell’approvazione dei medicinali. Alla presidenza del Consiglio di amministrazione resta il virologo Giorgio Palù».
Il governo Meloni ha voluto mettere le mani su Aifa, come accusa l’opposizione?
«Mi sorprendono questi attacchi. Finora il direttore generale è sempre stato indicato dal ministro della Salute entrante, secondo regolamento. Tutti i governi attuano lo spoil system. È normale chiamare ai vertici uomini di fiducia ma non è mio interesse interferire col lavoro dei tecnici. Aifa manterrà la sua indipendenza».
Il personale del pronto soccorso, bersaglio di aggressioni, attende protezione e incentivi.
«Abbiamo appena ricevuto i dati raccolti dal nostro sistema informativo per il monitoraggio degli eventi sentinella, di allarme, riguardanti atti di violenza a danno degli operatori sanitari. Una prima ricognizione, ancora incompleta, indica che nel 2021 sono state segnalate 60 aggressioni fisiche in 20 Regioni, nel 2022 sono state 85 in 14 Regioni, ma manca l’aggiornamento del Lazio. Il ministro Piantedosi ha scelto di ripristinare le postazioni di polizia in alcuni ospedali delle grandi città. Questa mappatura fornisce ulteriori informazioni su dove è urgente alzare la vigilanza, e i centri di medicina di urgenza sono al primo posto per numero di episodi, seguiti dalla psichiatria».
Ogni giorno solo nel Lazio circa mille pazienti già visitati in pronto soccorso aspettano il ricovero. Vanno aumentati i posti letto?
«Il problema è la medicina territoriale, non il numero dei letti. Devono esserci luoghi sanitari per chi ha bisogno di cure intermedie. Ora mancano».
La pandemia è finita o la sottovariante detta Kraken potrebbe riaprire uno scenario minaccioso?
«I numeri sono molto rassicuranti. Siamo sereni, per ora. I tamponi obbligatori sui cittadini in arrivo con volo diretto dalla Cina non hanno rivelato la presenza di varianti del virus diverse da Omicron. Inoltre i casi non sono aumentati da quando l’isolamento dei positivi asintomatici è limitato a 5 giorni e se ne può uscire senza bisogno di fare il tampone. Ciò non toglie importanza alla dose di richiamo. La campagna per invitare i cittadini a farla, assieme all’antinfluenzale, sta andando avanti».
Il 31 gennaio scade l’ordinanza sull’obbligatorietà dei controlli negli aeroporti ai passeggeri di voli dalla Cina. Verrà prorogato?
«Potremmo decidere di interromperli».