Corriere della Sera, 20 gennaio 2023
Arriva l’anno del Coniglio
È comparso Xi Jinping in un ospedale di provincia cinese impegnato nella battaglia per salvare i malati di Covid-19. Non in persona, ma in videocollegamento dalla Grande sala del popolo di Pechino. La presenza virtuale del segretario generale comunista tra i cinesi comuni è stata proiettata in altri luoghi simbolici: una casa di cura per anziani, una stazione dei treni ad alta velocità strapiena di gente in partenza, un villaggio dove la gente si prepara a festeggiare il Capodanno lunare che cade domenica prossima e secondo l’antica tradizione contadina introduce la primavera. Il 22 gennaio la Cina entra nell’Anno del Coniglio, uno dei dodici animali dello zodiaco. Segno molto amato in Cina: gli si attribuiscono doti di simpatia, diplomazia e capacità politica (più o meno come al presidente).
Fatti gli auguri, Xi ha ammesso per la prima volta in pubblico le difficoltà, lo «stress della prevenzione e controllo» del coronavirus dopo la grande ritirata dalla trincea del Covid Zero. Ha assicurato che «la luce dell’alba è davanti a noi, la tenacia è vittoria», ma ha avvisato: «Sono preoccupato per le aree rurali, per le loro strutture mediche relativamente deboli rispetto alle città, sono in ansia per i nostri agricoltori e per le persone più anziane».
Da giorni gli epidemiologi di Pechino osservano che superato il primo picco di contagi e ricoveri nelle metropoli, il fronte si sposta nelle campagne, dove l’assistenza sanitaria è meno attrezzata. E incombe il possibile «evento super diffusore» delle infezioni: l’esodo del Capodanno.
Le stazioni ferroviarie e dei pullman a lunga percorrenza, gli aeroporti nazionali sono pieni. Le autorità prevedono due miliardi di viaggi nell’arco di 40 giorni, tanto dura per una grande massa di operai questo periodo di vacanza. Milioni e milioni di cinesi stanno partendo dalle città industriali dove sono emigrati, per tornare a villaggi e paesi di campagna e rivedere le famiglie dopo un anno di lavoro. Un grande abbraccio rimandato dal 2020, quando proprio poco prima del Capodanno lunare scoppiò l’epidemia di Wuhan.
Per descrivere il grande esodo di Capodanno in cinese si dice «Chunyun»: significa «trasporto di primavera». Il termine è usato dagli anni ’80, quando Deng Xiaoping decise la grande apertura all’economia di mercato. Fino ad allora i viaggi in Cina erano rari e controllati, le masse vivevano e lavoravano soprattutto in campagna. Con le riforme i cinesi cominciarono a migrare a milioni verso le città, per lavorare nelle nuove fabbriche, nei cantieri dell’edilizia. Oggi si calcola che ci siano oltre 280 milioni di lavoratori migranti in Cina. Molti tornano a casa solo una volta l’anno, per il «festival di primavera».
Nel 2021 e nel 2022, con la linea Covid Zero, i cinesi erano rimasti bloccati. La decisione improvvisa di riaprire la Cina è stata pensata proprio per placare la frustrazione sociale oltre che per rilanciare un’economia stremata.
Ma ora c’è il timore che il «Chunyun» porti il Covid-19 tra gli anziani nelle zone rurali. Xi ha ordinato all’industria farmaceutica nazionale di spingere la produzione di medicinali. La campagna di vaccinazione è incompleta, vittima della politica Covid Zero che utilizzava solo lockdown e quarantene per contenere i contagi. Ed è indietro anche l’efficacia dei vaccini made in China, basati sul virus inattivato. Quelli sviluppati in Occidente con «messaggero Rna» da Moderna e Pfizer danno una copertura maggiore.
Ora Stephane Bancel, ad di Moderna, dice che ci sono contatti con Pechino per fornire il vaccino prodotto dalla casa farmaceutica americana. «Voglio capire come possiamo aiutare il governo cinese e quali sono le loro necessità sanitarie», ha detto all’agenzia Reuters Bancel. Anche se si trovasse un accordo di collaborazione con Pechino, la somministrazione delle dosi arriverebbe dopo l’ondata di contagi nelle campagne temuta da Xi.
L’ultima proiezione di Airfinity, istituto di analisi epidemiologiche basato in Gran Bretagna, sostiene che il picco di decessi salirà a 36 mila al giorno subito dopo la grande migrazione del Capodanno lunare. Airfinity sostiene che da dicembre le vittime in Cina non possono essere state meno di 600 mila: dieci volte più del numero di decessi registrato dal governo il 12 gennaio, dopo un lungo silenzio.
L’«Autorità di regolamentazione del ciberspazio» ha promesso di spazzar via dal web «le emozioni cupe» causate dalle «voci» sulla pandemia durante le feste. «Sarà incrementata la campagna di rettificazione». La censura cerca di battere il virus delle polemiche.