la Repubblica, 20 gennaio 2023
Intervista a Luisa Ranieri
«Vengo da due anni incredibili e fortunati, l’incontro con Lolita Lobosco mi ha portato bene. Ho ricominciato la seconda stagione e sono andata agli Oscar con È stata la mano di Dio ». Luisa Ranieri è una donna centrata, curiosa, solare e riflessiva. Un mix che la rende speciale. Napoletana, lanciata da quello spot, “Anto’, fa caldo”, che ha svelato una bellezza vera, sensuale, di altri tempi, dal cinema d’autore (Antonioni, Özpetek con cui, dopoNapoli velata ,sta girando Nuovo Olimpo ),alla tv —Rockpolitik con Adriano Celentano — alle fiction grandi numeri, oggi è tra le attrici più richieste. Con la serie di Luca Miniero in cui interpreta un vicequestore a Bari, in onda su Rai 1 la domenica, ha sbancato l’Auditel e conquistato il pubblico femminile. «Piace perché è una donna forte che si fa domande sulla vita, come tante di noi».
La commedia le si addice?
«Sono legata a Lolita perché porta leggerezza. Ma ha anche anticipato il momento storico, una donna è arrivata a fare la presidente del Consiglio. Comunque la si pensi, è un traguardo».
Lolita è una donna del Sud che esce dagli schemi.
«Non è sposata, non ha figli, comanda un sacco di maschi. Ha un rapporto disfunzionale con gli uomini per via della professione su cui ha investito tutto. La priorità è il lavoro, l’amore non è il centro della sua esistenza.
Ma si fa domande. Questa fragilità la rende umana, vedo dal mio Instagram che è molto amata».
La serie è prodotta da Angelo Barbagallo con suo marito Luca Zingaretti, che ha scoperto i libri di Gabriella Genisi: com’è andata?
«Luca mi aveva detto di aver trovato una protagonista meravigliosa. I libri stavano lì, poi li ho letti anch’io. “Bello il personaggio”. Mi fa: “Sono andato avanti, ho preso i diritti: non poteva non piacerti”».
Il futuro è cucirsi i ruoli su misura?
«Siamo produttori nel senso che produciamo le idee. Luca cura la parte creativa. La Rai ha già chiesto la terza stagione, stiamo lavorando sulla scrittura. Oggi il pubblico è frazionato, sceglie: i personaggi che parlano a tutti sono rari».
Quando è cambiata la prospettiva della sua carriera?
«Da cinque anni. I tanti no detti e le attese hanno portato frutti.
Sono stata ferma per aspettare ilruolo giusto. È un lusso, lo so bene.
Ho potuto farlo grazie a Luca, non c’era l’esigenza di andare a lavorare per portare la pagnotta a casa. Se fai solo la bellona, la moglie, non puoi aggiungere bravura, non c’è un quidin più. Fino a un certo punto pareva che non ci fossero ruoli».
Perché secondo lei?
«Per i cliché, perché c’è poca fantasia. Se hai una certa fisicità è più facile incasellarti. Non è così. InCefaloniaero la mamma di Jasmine Trinca, in
Veleno ,ambientato nella terra dei fuochi, non ero curata, ne La vita promessa ero ingrassatella. Mi sono invecchiata per fare Luisa Spagnoli.
Non ho problemi a trasformarmi se ilruolo lo richiede, è più il regista che ha paura. Sta lì a chiedersi: “Come faccio ad abbassare questa fisicità?”.
Ho sempre pensato che puoi esaltare o mortificare, puoi fare tutto».
Con Zingaretti siete legati da quasi vent’anni. Come si tiene insieme la coppia?
«La prima condizione è parlare: la progettualità tiene insieme le persone, pianificare è bello. Poi c’è la vita, le vacanze, anche fare la spesa.
La condivisione è fondamentale, come ritagliarsi il proprio spazio».
Col lavoro che fa è privilegiata .
«È vero. Gli attori hanno la fortuna di passare mesi fuori e di riscoprire il partner. Hai voglia di tornare a casa».
Oggi girerebbe un film con lui?
«Certo, girerei volentieri un film con Luca. Non temo più, come prima, di risultare “la moglie di”. La sua popolarità era schiacciante, non volevo avere facilitazioni e sembrare fuori posto. Mi sono fatta la mia strada, mollichella su mollichella.
Non c’è più il pericolo che dicano: beh, è la moglie di Zingaretti. Lavoro perché sono io, la gente riconosce me non perché sono sua moglie».
Ha acquistato sicurezza?
«Ho imparato a conoscermi, mi sento più serena. Lo stimo come compagno ma per un progetto insieme ci deve essere il ruolo giusto. Per ora non ce l’hanno offerto. La scrittura è tutto».
Emma e Bianca, le vostre figlie, seguiranno le orme dei genitori?
«Faranno quello che vorranno. Non sarò io a indirizzarle; l’importante è che abbiano sogni, interessi. Il 90% della vita di una persona è il lavoro.
Se va bene aiuta, se no si rischia la depressione. Oggi è tutto faticoso».
L’esperienza con Paolo Sorrentino è stata determinante?
«Incontrare un regista del calibro di Paolo è un regalo. Il ruolo di zia Patrizia era bellissimo. Sono in ottimi rapporti con Paolo, l’esperienza agli Oscar è indimenticabile».
Sorrentino tornerà a Napoli per girare un film sulla Sirena Partenope: sarà nel cast?
«Chi può dirlo?».
Prima diceva che è più sicura, serena: è stato un lungo percorso?
«So surfare. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, è la mia indole. Luca mi dice : “Rinasci dalle tue ceneri”.
Posso stare giù due o tre giorni, poi mi rialzo. Un po’ si impara e un po’ è carattere, alla fine sono un cuor contento. Ma ci ho lavorato su».