Estratto dell'articolo di Marco Ventura per “il Messaggero”, 19 gennaio 2023
LE VIE (AMBIGUE) DEL MERCATO SONO INFINITE – IL SINDACO DI AMIENS HA CHIESTO A MADONNA DI AVERE IN PRESTITO IL QUADRO “DIANA ED ENDIMIONE” DI JÉRÔME-MARTIN LANGLOIS, SPARITO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE DALLA CITTADINA E RISPUNTATO MIRACOLOSAMENTE A CASA DELLA NONNETTA DEL POP: LA CANTANTE LO HA ACQUISTATO A UN’ASTA NEL 1989, PER GLI ESPERTI SI TRATTA DI UNA COPIA, MA C’È CHI SOSPETTA CHE L’OPERA POSSA ESSERE STATA TRONCATA PER… - VIDEO -
[…] Si rivolge direttamente a Madonna la prima cittadina di Amiens, la simpatica e cerimoniosa Brigitte Fouré, che con affettazione vagamente ironica le chiede di riavere indietro almeno per qualche settimana, se non per un anno, il 2028, guarda caso quello in cui si dovrebbe proclamare la città europea della Cultura per la quale Amiens è candidata, un quadro che era scomparso dal 1918 e che, incredibilmente, le vie ambigue del mercato dell'arte hanno depositato, come una conchiglia nel mare magnum delle compravendite e infine di un'asta, su una parete della villa della cantante. [...]
LA FOTOGRAFIA Al Sindaco non interessa riconquistare l'opera con indagini della polizia e richieste di consegna. Le importa, invece, che i suoi cittadini lo possano vedere, ma soprattutto che di Amiens si parli e che Madonna potendo vada addirittura in visita.
[…] Tutto nasce da una fotografia. Ai piedi della scalinata della sua villa, Madonna posa davanti a un grande dipinto che accanto a lei produce un effetto contaminante, quasi pop. Si tratta, verosimilmente, di un'opera del pittore neoclassico francese, Jérôme-Martin Langlois e ritrae la scena mitologica della dea della caccia, Diana, perdutamente protesa verso il corpo bellissimo di Endimione, il pastore-cacciatore catturato in un sonno perenne proprio per consentire alla dea di visitarlo nella sua grotta ogni notte
In quella foto, apparsa nel 2015 in un servizio di Paris Match, un ricercatore di Amiens ha creduto di riconoscere proprio la Diana ed Endimione commissionata da Luigi XVIII per il Salone di Diana al Palazzo di Versailles, completata nel 1822 e acquistata nel 1873 dalla Repubblica francese. Dal Louvre, il dipinto è passato cinque anni dopo al Museo di Belle Arti, che oggi si chiama Museo di Piccardia, di Amiens, fino al bombardamento tedesco del marzo 1918, bombe e colpi di mortaio per 28 giorni e 28 notti, senza tregua, che distrusse anche uno dei padiglioni. I quadri furono messi in salvo per quanto possibile, ma quando tornarono, alla fine del conflitto, all'appello ne mancavano una quindicina.
Si pensò che fossero andati distrutti tra le macerie, compreso la Diana ed Endimione di Langlois. E in buona fede Madonna acquisterà in un'asta di Sotheby' s nel 1989 quello che sarà descritto nel catalogo come «replica di un dipinto con lo stesso titolo e uguali dimensioni che Langlois ha esposto al Salone di Parigi nel 1822, ora distrutto».
LE DIMENSIONI Mancavano la firma, la data, qualsiasi carattere identificativo riconoscibile. In realtà, le dimensioni non sarebbero proprio le stesse. Al quadro appeso nella villa della popstar mancano tre centimetri in altezza. Gli esperti ipotizzano che sia stato troncato proprio per togliere la firma ed essere venduto senza problemi. La cifra pagata da Madonna: 1 milione e 300mila dollari, tre volte la stima di partenza. […]