Corriere della Sera, 19 gennaio 2023
Intervista all’ex tronista Costantino Vitagliano
Prima pagina del Corriere della sera, anno 2004. Aldo Cazzullo scriveva: «La parte che fu dei giovani Werther e Holden, di Sal Paradise e di Siddharta, dei personaggi in cui una o più generazioni si riconobbero, è in questo tempo di Costantino Vitagliano, 29 anni, detto Costa».
Costantino, se lo ricorda quell’articolo?
«Che anni... Stavo scattando il calendario di Max facevo quello che sognavo quando stavo nelle case popolari. Presentai il mio libro nella piazzetta di Porto Cervo e dovettero chiuderla, c’erano Raiuno, Raidue... Per Flavio Briatore e Bruno Vespa non l’avevano mai chiusa. Pensavo: io non sono nessuno, ho la terza media, veramente riesco a muovere tutta ’sta roba? E, allora, pompavo più che potevo».
Pompava per fare che?
«Soldi, soldi, soldi. Vengo dal nulla. Non ho mai fatto vacanze fino ai 16 anni. Oggi ho la casa a Milano Marittima, ho cose che da piccolo le vedevo sui giornali e in tv. Coi primi soldi, ho fatto andare papà in pensione. Non mi capacitavo di quel successo: in barca da Briatore, stavo con modelle e star di Hollywood, ma i paparazzi cercavano me».
Mi dica una star che snobbarono per lei.
«Non ha capito: arrivavo al Billionaire e c’era la folla fuori solo per vedermi entrare. Arrivavo alle tre di notte, col volo privato, dopo aver fatto il giro delle discoteche d’Italia, tre a sera: solo coi locali fatturavo qualche milione l’anno».
Com’erano le case popolari da cui veniva?
«Palazzoni in via Calvairate a Milano, dove ti dovevi arrangiare ogni giorno. Di quelli che giocavano a pallone con me, qualcuno sta in galera».
Lei come s’arrangiava?
«Io, a 16 anni, sono andato a lavorare nel bar di mio zio. Poi Enzo Jannacci e Paolo Rossi mi hanno preso a lavare i bicchieri al Bolgia Umana e lì sono passato alla sala a fare il ragazzo immagine. Poi mi sono fatto il fisico in palestra, sono diventato cubista, spogliarellista. Però non ho mai fatto il gigolò o il mantenuto o il pornoattore, tutte cose che mi hanno chiesto. Dopo, ho fatto il valletto da Paolo Limiti, ho fatto Casa Vianello. Sfilavo, posavo, portavo il book: 15 anni di gavetta. Ho lavorato pure con Fabio Fazio».
Esplose nel 2003, come tronista a Uomini e Donne, passando poi a Buona Domenica. Il «Costa» nacque da un’idea di De Filippi e Maurizio Costanzo?
«Idee non ce n’erano. Io ero uno dei tanti. Ma Maria, a Uomini e donne, ogni giorno mi dava più spazio: funzionavo».
Era lo sciupafemmine che ne baciava una e diceva: non ho sentito niente.
«Era un mondo diverso. Oggi le donne neanche sanno come lo vogliono un uomo. Quelli che funzionano adesso mi arrivano all’ascella, sono grandi come il mio braccio».
Si fidanzò con Alessandra Pierelli e raccontavate la vostra storia da Costanzo la domenica. Stavate davvero insieme?
«Era tutto vero, in quei 40 minuti di tv. Poi, avevo altre vite, mi beccavano con le ragazze Jacuzzi e ad Ale in diretta, io dicevo che era un set...».
Quando ha capito che era diventato un fenomeno?
«Quando Costanzo mi mostrava i dati di ascolto e mi diceva: tu sei qui, un picco enorme. Poi, a Milano, ho fatto Stranamore, Scherzi a parte. Erano gli anni di Lele Mora e ne ho pagato le conseguenze come tanti della sua agenzia. Vivevo nel palazzo dove aveva la sede lui. Per anni mi ha detto: prima o poi, verrai a lavorare da me. Poi, verso i 26, facevo il muflone a Quelli che il calcio e pensai che stavo diventando vecchio, allora mi feci convincere».
L’episodio più incredibile della sua carriera?
«Trovarmi con Tom Cruise e Brad Pitt fra i corpi più sexy in una lista americana».
Cosa ricorda delle donne?
«S’infilavano nelle macchine, nei camerini. In crociera, ne trovai a letto una vestita da Wonder Woman».
Quello di Mora era un impero e sembrava incarnare tutto il male della tv.
«Per me, è stato come un padre, mi ha fatto scoprire come guadagnare, come apparire. Con lui avevo l’agenda piena per cinque anni. Mi faceva sponsorizzare da testa a piedi: portavo le mutande a vista perché mi pagavano».
Come spendeva i soldi?
«Avevo appartamenti che affittavo, ristoranti, pizzerie. Comprai una Bentley da 240 mila euro, e Ferrari, Lamborghini. Ora l’auto la noleggio se mi serve. Ma vedo gli aspiranti influencer che si fanno la foto davanti alla Ferrari di un altro... Io ho fatto esperienze vere. Questi se li lasci senza telefono che fanno? Io ho vissuto cinque anni a Madrid, Leo DiCaprio stava sempre nel privé con me. Sono stato a petto nudo in consolle mentre Phil Collins suonava la batteria. In Sardegna, uscivo con Beyoncé e Jay Z, mi compravo i diamanti come loro, prima dei rapper di oggi».
Aldo Grasso scrisse su 7: «Quanto tempo ci metteremo per accorgerci che un Paese che ha per eroe Costa è un Paese ridicolo?».
«Oggi gli idoli sono tiktoker e youtuber. Fanno video brutti, volgari, da diventare ebeti. Io vendevo il bello, loro che vendono? A mia figlia, sette anni, dico: stacca il telefono e fai l’altalena».
Perché visse a Madrid?
«Per gli attacchi di panico. Mi venivano dopo le serate. Odiavo sentir ripetere il mio nome, odiavo trovarmi su tutte le affissioni. Viaggiavo con quattro guardie del corpo, se no tornavo nudo: mi strappavano i vestiti. Quando atterravo a Bari, fuori, c’erano quattromila persone e la polizia doveva chiudere l’aeroporto. Il fisico c’era, ma ha ceduto la testa. A un certo punto mi ero detto: sono a posto per tutta la vita, non ho più bisogno di guadagnare. Ho rallentato, ma sono arrivati gli attacchi. Sono andato a vivere in Spagna, ma sono diventato Costa anche lì e sono tornato».
Le è rimasto abbastanza da vivere di rendita?
«Ho un negozio e appartamenti, ma non so stare fermo: sono socio e testimonial di centri di Crioterapia e ne sto aprendo uno mio a Milano. La crio è il futuro, fa bene a osteoporosi, cellulite, invecchiamento... L’altro giorno sono andato a meno 180 gradi in tre minuti, la pelle è diventata un’altra. Poi faccio sfilate, presento eventi».
Perché non va più in tv?
«Farò una prima serata Rai. Per il resto, non vado perché ormai pagano poco».
Che cosa le manca dei tempi d’oro?
«Avere 27 anni e una vita davanti per spaccare».