Corriere della Sera, 19 gennaio 2023
Parla Andrea Giambruno, il compagno della Meloni
Andrea Giambruno, in questi tre mesi con la sua compagna Giorgia Meloni a capo del governo, cosa è stato più difficile del previsto e cosa meno?
«Sapevo che avrebbe dovuto viaggiare tanto, ma non pensavo tutti i giorni. È stata in Albania, Spagna, Bruxelles, Egitto, Indonesia. Organizzarsi è stato un girone dantesco».
Al G20 di Bali ha portato vostra figlia Ginevra, raccogliendo critiche tali da dover rispondere «ritenete che come cresco mia figlia sia materia che vi riguardi?».
«Ha fatto bene. C’è stato pure chi ha detto che stavo a Bali a scrocco anch’io, ma ero a Milano a lavorare».
Per la mamma il tema è riuscire almeno a dormire a casa?
«Riuscirci è complicato. Non so davvero come faccia. Anche quando è a Roma, non arriva prima delle 23».
Che desiderio pensa che abbia espresso Giorgia, domenica, spegnendo le 46 candeline di compleanno?
«Credo quello di fare bene il suo lavoro riuscendo anche a far passare il messaggio di quanto resta leale ai suoi ideali e al Paese. Io so quanto ci si sta dedicando, ma in tre mesi nessuno ha la bacchetta magica e trovo certe strumentalizzazioni scorrette».
Mettiamola così: lei, da professionista dell’informazione e da compagno, quali critiche ha trovato ingiuste e quali giuste?
«Ho trovato strumentali quelle sul taglio delle accise. Anche mia figlia di sei anni capisce che c’è differenza fra parlare di accise nel 2019 e parlarne oggi, fra guerra, pandemia, crisi energetica».
Una critica giusta, invece?
«Forse, la decisione poteva essere comunicata in modo diverso. Ma, dopo, mi sembra che le ragioni siano state chiarite bene. E Giorgia qualcosina l’ha fatta: ha fatto la manovra in venti giorni, è andata in giro per il mondo e siamo tornati centrali nella geopolitica, abbiamo riportato a casa dall’Iran Alessia Piperno, arrestato Matteo Messina Denaro».
Voi due come e dove avete festeggiato il compleanno?
«In casa di amici, niente di trascendentale, con una cena come se ne fanno, anzi, se ne facevano tante».
Subito dopo, lei è partito per Milano: da lunedì, è tornato in video dopo un passo indietro da «First gentleman» e conduce il Diario del giorno del Tg4. Cosa è cambiato da allora?
«Che il governo ha preso l’abbrivio. Avevo lasciato la conduzione di Studio Aperto mentre s’insediava e potevo essere passibile di critiche, ma sono un giornalista, questo so fare: raccontare. Prima o poi, dovevo tornare. Tanto, pure se aprissi un bar, direbbero che lo faccio perché compagno di Giorgia. Che devo fare? Stare a casa e chiedere il reddito di cittadinanza?».
Condurre, però, significa stare a Milano.
«Comporta qualche sacrificio familiare, ma era giusto dare un segnale di disponibilità all’azienda».
Dagospia sostiene che Mediaset, dopo averla retrocessa ad autore, ha risposto no alla sua richiesta di stare a Roma, vicino a sua figlia.
«In 15 anni di lavoro, in azienda, non ho mai avuto un problema con nessuno. Lascio parlare, criticare... Un quotidiano ha scritto che lunedì avevo ospite il sottosegretario Andrea Delmastro, come a dire perché è di Fratelli d’Italia, ma non ha scritto che c’era anche la capogruppo Pd al Senato, Simona Malpezzi. Tutti i conduttori hanno un’idea politica. Non è che se una domanda la pone Paolo Del Debbio va bene e se la pongo io è faziosa. E cito lui perché è la persona da cui ho imparato di più. Quanto a tenere la diretta a Milano, credo sia una normale scelta aziendale di natura economica».
Diario del giorno è condotto a rotazione. D’ora in poi, condurrà sempre lei?
«No, anche perché ho da accudire una bimba a Roma, appunto. Conduco se posso e, per il resto, curo il programma da Roma come ho fatto in questi mesi».
È stato un ritorno in video con l’arresto di Matteo Messina Denaro e la diretta eccezionalmente allungata di oltre un’ora. Che effetto le ha fatto aprire con le dichiarazioni di Giorgia Meloni?
«Ero contento per il Paese. Abbiamo rimesso in onda le dichiarazioni del presidente quando disse: affronteremo il cancro mafioso a testa alta».
Chiama la sua compagna «il presidente»?
«Se parlo con amici, è Giorgia. Se no, è il presidente».
Che cosa vi ha detto papa Francesco il 10 gennaio?
«C’eravamo anche io e Ginevra, ma era un incontro privato e non so cosa si sono detti, da soli Giorgia e il pontefice. So che, come famiglia, è stata una giornata emozionante. Il Papa ha avuto un gesto dolce: ha regalato a Ginevra dei cioccolatini, che lei si è mangiata davanti a lui».
Voi davanti al papa un po’ fa pensare: sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana... Non sono sposata.
«Credo che accadano cose più interessanti nel mondo».
Da papà, come ha accompagnato Ginevra nello stravolgimento della routine?
«Inizia a capire che la madre c’è meno. Ma i genitori sentono lo stato d’animo dei figli e io vedo che lei cresce serena, che non le manca nulla».
Ha già chiesto un’intervista tv al presidente Meloni?
«No, perché non sarei fra i primi a cui la rilascerebbe».