la Repubblica, 19 gennaio 2023
Storia dei Cugini di Campagna
Tre giorni dopo Sanremo, I Cugini di Campagna saranno live al ristorante Il Capanno a Cisterna di Latina.
Anima mia a San Valentino è la morte sua. A scanso di malinconie, è bene sapere che coi diritti Siae di quella hit (50 milioni di copie e 57 cover nel mondo) «mi ci sono comprato trenta appartamenti», rivela l’autore Ivano Michetti, fondatore col gemello Silvano della band.
Non tutti sanno che, prima della svolta agreste, i Bee Gees de’ noantrierano nati con velleità gotico-dark: «Questo nome lo decise la Rca, prima ci chiamavamo I Medium ed eravamo funebri — racconta Ivano, 76 anni da festeggiare il giorno finale del festival, sabato 11 — cantavamo di morte, peccato e maledezioni. Vestiti di nero, facemmo le foto al Verano. Poi ci siamo chiamati La Fine del Mondo, prima di incontrare Arbore e Boncompagni. Andammo nel ristorante dove cenavano a fare La vecchia fattoria a cappella con le nostri voci bianche dal Cappella Sistina. Ci presero ad Alto gradimento a cantare Il ballo di Peppe ». “Zumpa zumpa zumpa tanto poi ci si fermerà”: e invece no, mezzo secolo dopo eccoli debuttare a Sanremo, riparato un torto della Storia. «A dire la verità negli anni Settanta ci invitavano sempre ma eravamo noi a dire no. Sanremo era scrauso: una sola serata in differita al mercoledì su Rai 2, andarci era una sputtanata». Nel ’98 invece li avevano quasi presi: «Avevamo presentato La nostra terra musicando le parole di Giovanni Paolo II. I dirigenti ci avevano già consegnato il tagliando della selezione, poi le altre case discografiche protestarono: non potevano mica competere col Papa né la Rai poteva dire che aveva bocciato una canzone del Papa, così ci chiesero di restituire quel tagliando e lo facemmo». Tra demonio e santità, basta che ci sia posto: dagli esordi esoterici aMadre Teresa del 2016 fino alla cacciata dall’ Isola dei famosi di Silvano, la scorsa primavera, per una bestemmia intuita al Var ma sempre smentita dal reo.
Ora l’altare dell’Ariston, con Lettera 22 scritta per loro da La Rappresentante di Lista. Un esperimento di laboratorio. «È stata un’idea di Amadeus — racconta Ivano — non li conoscevo e non posso dire che musicalmente siano nel mio Dna. Noi con la musica di oggi c’entriamo poco, a noi insegnarono che bisogna scrivere canzoni che tutti possano cantare sotto la doccia e quelle dei rapper di oggi, tutte bumbumbum a 75 giri, sono impossibili. La melodia è un’altra cosa. Questa Lettera 22 ho dovuto ascoltarla tre volte e alla quarta ho capito che è bellissima. Le nostre canzoni sono più chiare…». Strofecome “fammi il sugo e poi scendo da te” o “tu nei campi a far la spesa” oggi non sarebbero più proponibili. «Ma io scrivevo quello che mi succedeva, mi è nato un figlio e ho fattoMeravigliosamente , erano altri tempi, è cambiato tutto». Lettera 22 ,analogica come la Olivetti, astratta come la lettera dell’alfabeto che non c’è. «Il testo è un po’ ermetico, io ci ho capito questo, ma bisogna chiederlo a loro. Ho fatto solo un arrangiamento vocale per renderla coerente con le nostre caratteristiche e il tono femminile di Nick Luciani». Niente falsetto, il timbro di fabbrica. Il look invece non sarà tradito: sedici abiti sfavillanti per quattro serate. «Abbiamo fatto venire le stoffe da New York, Tokyo e dalla Francia. Faremo la nostra sporca figura». Fieramente trash. «Stufarci? Guai mai, se qualcuno mi chiede di cambiare look lo caccio dalla band. Facciamo cento serate all’anno e viene spesso anche un bambino di dieci anni vestito come noi. Se ora ci mettessimo in giacca e cravatta sarebbe ammettere che siamo diventati falsi o che lo eravamo prima. Io sono io, noi siamo così. Se ci vestissimo da rockettari allora sì che faremmo ridere». Zeppe, capelloni e brillantini no. «Le zeppe le abbiamo inventate noi, il raso shantung lo abbiamo importato noi, le paillettes le cucivano le nostre mamme una a una». Questa cosa dei Måneskin copioni la pensano sul serio. «L’hanno ammesso anche loro aStriscia la notizia che si ispirano a noi. Gliel’ho detto a Damiano: voi siete la nostra reincarnazione. Voi ci avete copiato l’immagine e noi vi copiamo Zitti e bboni : l’abbiamo fatta a modo nostro a Capodanno sulla Rai, bellissima. Damiano mi ha spiegato che della Siae non gliene frega nulla, ora si contano i download: 50 centesimi l’uno, i Måneskin sono stati scaricati 131 milioni di volte… Quando me l’ha detto sono impazzito. A Iva’ — me fa— quanto se vede che sei vecchio…». E allora anche I Cugini sonoarrivati dalla campagna sul web: su TikTok hanno 208 follower, per ora. Ma su Spotify Anima mia è oltre il milione di ascolti: «È nata perché mio padre, visto che facevamo concertini ma mangiavamo sempre a casa, ci disse: o canti o conti. E per contare intendeva i blocchetti di tufo che estraeva lui dalle cave. Gli chiesi tre mesi e scrissi Anima mia .Mi venne una dissonanza mezzo tono mai esistita prima, la cosiddetta settima aumentata. E capii subito che nessuna imitazione avrebbe avuto più successo dell’originale: ecco perché non invecchia mai».