la Repubblica, 19 gennaio 2023
Lorenza, la figlia di Messina Denaro
CASTELVETRANO – Dalla palazzina dei Messina Denaro, in cui è stata “custodita” fino al compimento dei 18 anni, a quella che oggi è la casa in cui vive con il compagno e il suo bimbo di un anno e mezzo ci sono poche centinaia di metri. Ma Lorenza, Lori come la chiamano qui, continua a tenersi a distanza da quel padre ingombrante che – giurano magistrati e investigatori – lei non ha mai visto in 26 anni.«Via, non ho nulla da dire, lasciatemi in pace», dice sfuggendo ai cronisti che le fanno la posta provando a intercettare il rifugio dove tiene lontano da occhi indiscreti il piccolo Nicolò, un anno e mezzo, l’unico nipote del boss che dell’ormai ex superlatitante non porta né nome né ovviamente il cognome. Quel padre che adesso, nell’agenda ritrovata nella casa di Campobello di Mazara, si duole del fatto che la figlia non vuole vederlo, non ha mai riconosciuto la bambina nata quando lui era già latitante. E dunque Lorenza di cognome fa Alagna, come la mamma Franca, sorella di un altro nome noto, Michele Alagna, alter ego del patron della Valtur Carmelo Patti, finito sotto indagine proprio perché sospettato di ripulire i soldi del clan. Chissà se adesso che Matteo Messina Denaro non è più uccel di bosco e che la malattia non sembra lasciargli una lunga aspettativa di vita, Lorenza deciderà di prendere un aereo e andarlo a vedere nel carcere de L’Aquila. Le premesse certo vanno in tutt’altra direzione. E da una intercettazione fatta a casa Messina Denaro nel 2007 si capisce anche perché. A parlare è la nonna paterna, Lorenza Santangelo, che dice all’altro suo figlio: «Devi dire a tuo fratello che ha una figlia che a dicembre ha compiuto 11 anni e che è arrivato il momento che qualcosa pure a lei le scriva. Perché adesso la ragazzina inizia a fare domande sul padre e lui non può continuare ad ignorarla come ha sempre fatto, dimenticandosi anche del compleanno della figlia». Negli ultimi anni, però, a quanto sembra, Matteo Messina Denaro avrebbe più volte espresso la sua amarezza per non aver mai costruito un rapporto con quella figlia che, crescendo, si è sempre più allontanata. «Lorenza – ricorda Roberto Piscitello, oggi sostituto procuratore a Marsala ma che per molti anni alla Dda di Palermo ha dato la caccia a Messina Denaro – posso dire quasi di averla vista nascere. Ovviamente, per tutti questi anni, madre e figlia sono sempre state sotto strettissima osservazione nella speranza che una qualsiasi mossa ci portasse dal latitante. Ma non è stato così, per questo mi sento di affermare che è vero che Matteo Messina Denaro non ha mai incontrato sua figlia». A scuola, al liceo scientifico Michele Cipolla, Lorenza scriveva anche temi sulla legalità ma alle giornate antimafia, come quella organizzata nel 2014, la ragazza non si presenta. «Lorenza, mi piacerebbe incontrarti», l’appello di Elena Ferraro, l’imprenditrice-coraggio che ha appena detto no ad una estorsione del clan Messina Denaro. Ma l’invito cade nel vuoto. A 18 anni, però, (dicono con l’autorizzazione del padre), madre e figlia lasciano la casa dei Messina Denaro e si trasferiscono altrove. Lorenza si iscrive anche all’Università, un unicum per le donne di casa Messina Denaro, ma non porta a compimento gli studi. Un compagno (di Campobello di Mazara) e un figlio a cui, anche lei come ha fatto sua madre, ha voluto dare il suo cognome, è una giovane donna che vorrebbe solo passare inosservata: un profilo Instagram privato e, qualche anno fa, uno sfogo su Facebook: «Quanto vorrei l’affetto di una persona e purtroppo questa persona non è presente al mio fianco e non sarà mai presente per colpa del destino».