Corriere della Sera, 19 gennaio 2023
Problemi in Cina
È il 2023 della Cina il maggiore interrogativo che, in questo inizio d’anno, si pongono la politica e l’economia del mondo. Qualcosa sta cambiando a Pechino: l’abbandono della politica di Zero-Covid ma anche la fine della campagna del governo contro le grandi piattaforme hi-tech, la riduzione dei vincoli che erano stati posti all’attività immobiliare e addirittura c’è un apparente ammorbidimento della politica estera assertiva degli anni scorsi, compresa una posizione meno minacciosa verso Taiwan. Si tratta di una svolta definitiva o di un aggiustamento momentaneo? In più, ci si domanda se le novità, di fatto una smentita (non dichiarata ufficialmente) alle scelte passate di Xi Jinping, rendano più debole il leader. Le aspettative per il 2023 non sono incoraggianti per il Partito comunista cinese, stando ai risultati di un sondaggio, condotto tra 880 esperti e pubblico con interessi verso la Cina, pubblicato ieri dal think-tank tedesco Merics (Mercator Institute for China Studies). Prima di tutto, la posizione di Xi: per il 42% degli esperti e per il 41% del pubblico, continuerà la grande deferenza per la sua visione, senza spazio per consultazioni sulle politiche; per il 38 (esperti) e il 34% (pubblico), l’ideologia continuerà a prevalere sul pragmatismo, ma il 15 e il 19% ritengono che ci sarà più pragmatismo nell’affrontare le sfide intere ed esterne; il 3 e il 4% ritiene che l’opposizione alle decisioni di Xi diventerà più visibile. Il leader è dunque considerato saldo ma ci potranno essere sorprese. Il 58 e il 59% delle risposte di esperti e pubblico ritiene che nel 2023 aumenterà il controllo dello Stato sull’economia e il 34 e il 33% vedono un rallentamento della crescita, mentre il 32 e il 34% si aspettano una vera crisi finanziaria o immobiliare. Il rapporto della Cina con la Russia sull’invasione dell’Ucraina rimarrà lo stesso per il 54 e il 56% ma peggiorerà secondo il 31% degli esperti e il 33% del pubblico; gli scambi commerciali tra Pechino e Mosca però aumenteranno. Le relazioni tra Cina e Unione Europea peggioreranno, secondo il 77% degli esperti e il 67% del pubblico, in campo scientifico e ci saranno meno investimenti europei in Cina secondo il 55% di entrambi i gruppi di intervistati. I rapporti di Pechino si deterioreranno però molto di più con Londra e Washington. Anno d’incertezze nell’Impero di Mezzo.