il Giornale, 18 gennaio 2023
Markalada, l’America prima di Colombo
La scoprì Cristoforo Colombo (non nel senso che ci arrivò per primo, ma che primo la mise al centro delle rotte marittime e la collegò all’Europa cambiando la storia del mondo). Il nome glielo diede Amerigo Vespucci, navigatore e mercante. Fu di certo toccata – ben prima del 1492 – da molti altri popoli: i vichinghi, quasi di sicuro i baschi, i cinesi (che vi arrivarono da Ovest). Ma soprattutto, molto prima della «scoperta» di Colombo, si chiamava Markalada, che corrisponde alla «Markland» di cui parlano anche le saghe norrene per indicare una regione a ovest della Groenlandia: mark land, la «terra dei boschi».
E la storia di Markalada è la storia dell’America prima dell’America. Non se ne sapeva nulla fino a pochi anni fa, quando uno studioso italiano, Paolo Chiesa, professore di Letteratura latina medievale e Filologia mediolatina all’Università Statale di Milano, chiese al legittimo proprietario, un danaroso collezionista americano che lo aveva acquistato a un’asta nel 1996, di visionare un manoscritto del frate domenicano Galvanus Flamma – Galvano Fiamma (1283-1344) – domenicano, cappellano di Giovanni Visconti e cronachista milanese. Sino a quel momento si credeva che il manoscritto fosse una copia di un’opera già nota, il Chronicon maius. Paolo Chiesa invece capì che si trattava di un testo del tutto sconosciuto, una inedita Cronica universalis, in cui a un certo punto Galvano, accanto a tante notizie ampiamente conosciute – ed ecco la vera scoperta – dà conto di qualcosa di cui gli storici non avevamo mai sentito parlare. E cioè che i marinai che viaggiavano nei mari del Nord (e la cosa Galvano la raccoglie da fonti orali genovesi) riferiscono di una «terra que dicitur Marckalada», una terra ricca di alberi e animali, dove si trovano edifici in pietra e vivono uomini giganti, situata a ovest della Groenlandia, in quella parte della costa atlantica americana corrispondente all’incirca all’odierno Labrador. Una notizia sensazionale: è la prima menzione del continente americano nell’area mediterranea, un secolo e mezzo prima del viaggio di Colombo.
La storia delle due scoperte – quella del manoscritto sconosciuto e della prima citazione dell’America – Paolo Chiesa l’ha rivelata nel 2021 in un articolo scritto per la rivista internazionale Terrae incognitae. E ora – fra Storia, filologia, geografia fantastica e purtroppo solo un accenno al cosiddetto pre descubrimiento, cioè le scoperte dell’America prima di Cristoforo Colombo – la racconta nel saggio Marckalada. Quando l’America aveva un altro nome (Laterza). Oggi nessuno dubita più che navigatori del Nord Europa abbiano raggiunto l’attuale Canada attorno all’XI secolo: ci sono prove di insediamenti vichinghi a L’Anse aux Meadows e ci sono i racconti della Saga dei Groenlandesi e della Saga di Eirik il Rosso che parlando di Helluland, di Markland e di Vinland, «la terra del vino». Ma che la «terra dei boschi» fosse già conosciuta in Italia, forse proprio a Genova, già nel ’300... Beh, eccola la scoperta che vale l’America.