Corriere della Sera, 18 gennaio 2023
La rincorsa al terzo mandato
Narrano la leggenda e le cronache locali che il diccì Lorenzo Cappelli, per tre legislature parlamentare anche a Roma, restò sindaco di Sarsina, il paese appenninico romagnolo noto per aver dato i natali a Plauto, per 12 mandati consecutivi (altri tempi...), dal 1946 al 2009. Ammetterete quindi come sia comprensibile che qualche governatore regionale, per quanto esente da ogni vanità, possa sognare di restar «al servizio» della propria comunità il più possibile.
C’è chi dirà che perfino capi di governo come Giulio Andreotti (7 volte a Palazzo Chigi e 34 volte ministro) o presidenti regionali come il veneto Giancarlo Galan (15 anni dal ’95 al 2010) o il lombardo Roberto Formigoni (18 dal ’95 al 2013 quando fu travolto da problemi giudiziari) si pentirono forse, verso la fine, di essersi eccessivamente esposti. Come annotò a metà ’800 Giuseppe Giusti, il troppo stroppia...
Eppure a dicembre, rivela un documento accantonato (per ora) perché la Meloni aveva già abbastanza grane con la Finanziaria, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome (presidente il friulano Massimiliano Fedriga, vice il pugliese Michele Emiliano) ha infilato una proposta. Sopprimere per i governatori, come per i sindaci, il limite di due mandati consecutivi. Testuale: «all’articolo 2, comma 1, della legge n. 165 del 2004, la lettera f) è sostituita con la seguente: f) previsione della non immediata rieleggibilità allo scadere del terzo mandato consecutivo del Presidente della Giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto, sulla base della normativa regionale adottata in materia». Parole criptiche figlie di un linguaggio funzionale proprio a essere compreso solo dagli addetti. Ma qualcosa si capisce lo stesso: la decadenza di un governatore dopo il secondo mandato fissata nella modifica costituzionale del 2001 all’articolo V non deve più essere automatica. Come sarebbe al prossimo giro nel caso del già citato Michele Emiliano e del campano Vincenzo De Luca, che da mesi sostiene che due mandati sarebbero pochi per dare a una Regione una svolta vera. Per non dire di Luca Zaia che, eletto nel 2010 prima che le regole del Veneto fossero aggiornate con quella legge del 2001, è già al terzo mandato. Come finirà? Boh... Resta il tema: ma a chi è già governatore da tanto tempo conviene davvero restare ancora e ancora?