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 2023  gennaio 18 Mercoledì calendario

Paola Gassman e Ugo Pagliai, insieme da 54 anni

Lui l’aveva notata per una gonna a scacchi e una camicetta primaverile. Lei non si era neanche accorta di lui: così nasce una storia d’amore che dura da 54 anni. Paola Gassman e Ugo Pagliai, una coppia collaudata nella sfera privata e in quella professionale.


Pagliai: «Abbiamo iniziato a stare insieme per un caffè, poi ci siamo frequentati per una settimana, poi per un anno, poi trent’anni e poi... Credo di aver battuto tutti i record».
Gassman: «Anche io ho battuto tutti i record».


Come vi siete conosciuti?
Pagliai: «Le avevo messo gli occhi addosso quando ero all’Accademia Silvio d’Amico. Era venuta a vedere uno spettacolo e ricordo esattamente com’era vestita: bellissima allora, così come lo è ancora oggi, con qualche anno in più. Dissi tra me e me: che bellezza questa ragazza! Anche io ero carino, all’epoca, e avevo delle corteggiatrici».
Gassman: «Ero andata ad assistere al saggio dell’attore Luciano Virgilio, che sarebbe diventato poi il mio primo marito. Ugo era seduto in sala e, al termine della rappresentazione, non ci siamo nemmeno presentati. Ci rincontrammo dopo tre anni e io, nel frattempo, mi sono sposata e anche divisa da Luciano».
Pagliai: «Il nuovo incontro avvenne una sera. Avevo assistito a una finale di calcio europea con gli amici con cui decidemmo di festeggiare a piazza Navona. Mentre assaporavo un ottimo gelato al tartufo, Paola, non so con che coraggio, mi si para davanti e mi strappa metà del gelato dalla mano».
Gassman: «Sono stata piuttosto intraprendente, non so se attratta più dal tartufo o dai suoi occhi azzurri».


E da quello strappo nasce la storia?
Gassman: «Assolutamente no! Alla fine dell’estate, iniziano le prove di Un debito pagato di Osborne. Ne erano protagonisti Ugo e Mariangela Melato, io ero in un ruolo secondario, alla mia prima scrittura».
Pagliai: «Durante la tournée, prende il via la nostra relazione, in maniera molto cameratesca».
Gassman: «Quando arrivammo al Teatro della Cometa a Roma, venne ad assistere allo spettacolo mio padre Vittorio. Quella sera si avvertiva il gelo in sala: non solo per il testo, che lasciava perplesso il pubblico, ma per la presenza di papà, che metteva soggezione».
Pagliai: «Era un gigante, monopolizzava la platea».


Come è andata a finire?
Gassman: «Andammo a cena tutti insieme e papà ci fece i complimenti... soprattutto a Ugo».
Pagliai: «Vittorio aveva intuito che, tra me e sua figlia, c’era del tenero e, forse, mi fece capire che non ne era dispiaciuto».


Recitare davanti a un grande attore non le incuteva timore?
Pagliai: «Non mi sono mai confrontato con il “monumento Gassman”, sono entrato nella normalità della loro famiglia. Molti anni dopo, durante una cena silenziosa, tra me e lui, non dico che mi abbia provocato timore, ma fu imbarazzante. Eravamo a Milano per rispettivi impegni e decidemmo di mangiare insieme: non disse una parola».


Era accaduto qualcosa fra voi?
«No, ma Vittorio era fatto così: capace di una vitalità travolgente, di una sfrenata allegria e poi, all’improviso, si chiudeva in sé stesso, come se si mettesse addosso un mantello nero per non vivere».


Poi scrisse per lei un testo...
Pagliai: «Bugie sincere, che firmò come drammaturgo e regista».


Una sorta di passaggio del testimone?
Pagliai: «Quando mi propose il progetto, ne ero onorato, ma gli dissi: Vittorio, non posso avere il fascino che hai tu nell’interpretare Edmund Kean. Lui volle darmi fiducia e, in qualche modo, è stato un simbolico passaggio del testimone».
Gassman: «Papà era consapevole dei problemi che avevo, quando iniziò la mia convivenza con Ugo. All’epoca non esisteva il divorzio, io ero già madre di Simona, nata dall’unione con Luciano e, quando nacque nostro figlio Tommaso, ci furono problemi anche per il suo riconoscimento da parte di Ugo, poi risolti».


Cinquantaquattro anni insieme e non vi siete mai sposati. Perché?
Gassman: «Ero scioccata dal primo matrimonio, durato solo sei mesi, e restia a celebrarne un altro. Ugo più restio di me. Ci siamo detti più volte: poi lo facciamo... Ormai è una questione scaramantica: perché dobbiamo cambiare lo stato delle cose, dato che finora è andata così bene?».
Pagliai: «Vittorio ogni tanto mi diceva: sposala... perché non la sposi?».


E pensare che proprio lui, tra matrimoni e convivenze, batteva tutti i record.
Pagliai: «Infatti... Quando era in attesa del suo quarto figlio Jacopo, mi venne spontaneo di commentare con Paola, esclamando: va bene che tu aspetti un fratello, ma è il colmo che io aspetti un cognato!».


Qual è il segreto per convivere in casa e sulla scena per oltre mezzo secolo?
Gassman: «Non abbiamo la bacchetta magica per andare d’accordo, occorre adattarsi alla quotidianità, la nemica numero uno della coppia».
Pagliai: «Paola non è solo una compagna, è sorella, figlia, madre. Tra noi, tanti diversi rapporti, mai la routine».


Mai un litigio?
Gassman: «Ci sopportiamo a vicenda e comunque Ugo litiga mal volentieri...».
Pagliai: «Paola mi dice che sono il suo punching ball...».


Mai un tradimento?
Gassman: «Ci sono state figure femminili intorno a lui. Gelosa? Posso esserlo stata».
Pagliai: «Bè, non ti ricordi quella sera che, a una cena, c’era una tipa che mi faceva gli occhi dolci? Hai preso un grappolo d’uva e...».
Gassman: «Certo che me lo ricordo. Faceva la scemetta. Ho acchiappato quel grappolo e l’ho buttato con forza nella bacinella d’acqua che stava davanti a lei, schizzandole il viso e la scemetta è rinsavita».
Pagliai: «Anche io qualche punta di gelosia l’ho nutrita. Paola è stata più volte corteggiata platealmente. Però non tiravo acqua addosso ai rivali... sono troppo orgoglioso».


Un grande amore, che avete di recente recitato, interpretando «Romeo e Giulietta».
Gassman: «Non abbiamo certo l’età per impersonare due adolescenti».


Da dove sono spuntati questi tardivi Romeo e Giulietta?
Gassman: «Il regista Enrico Castellani, ci raccontò che stava lavorando all’idea scespiriana dove i protagonisti non erano due giovani, bensì due personaggi con qualche capello bianco. Un’idea originale e gli chiedemmo a quali interpreti stava pensando».
Pagliai: «Ci rispose: sto pensando a voi. Noi? Restammo di stucco. Però la proposta ci divertiva».


Non potevate resistere a rappresentare la più bella storia d’amore...
Gassman: «Non abbiamo avuto pudori».
Pagliai: «Siamo stati Romeo e Giulietta credendoci».


Un’ultima domanda. Voi abitate a Roma, in un palazzo dove c’è la sede di Fratelli d’Italia. Difficile convivere con l’ufficio della Meloni?
Rispondono, ridendo: «All’inizio, un grande caos, ma oltre al portone principale abbiamo altre vie d’uscita».