Corriere della Sera, 18 gennaio 2023
Le battute di Messina Denaro, sorvegliato a vista
«Siccu» sì, ma non deperito. Anzi, a dispetto della sua malattia, «in perfette condizioni fisiche e sicuramente palestrato». E non depresso, come era apparso all’arresto Bernardo Provenzano, ma «più che reattivo, per niente aggressivo, anzi, a suo modo, ironico». Matteo Messina Denaro ha sorpreso chi ha assistito al suo ingresso nel supercarcere Le Costarelle dell’Aquila, all’1.20 del mattino di ieri. Malgrado fosse la sua prima volta in carcere si è concesso persino qualche battuta. A chi, nel compilare la scheda anagrafica, gli chiedeva: «Precedenti?», il boss, catturato con una falsa identità, ha accennato un sorriso e risposto: «Fino a stanotte ero incensurato poi non so che è successo». E al quesito successivo: «Residenza?», la primula rossa della mafia ne ha abbozzato un altro e risposto: «Non ho mai avuto una residenza». Non si è sottratto al colloquio con la psicologa. E poi ha tolto gli abiti – tutto griffato, dal giaccone di montone, al cappello, alla camicia – e si è sottoposto alla visita, in cui è apparso ben curato e senza criticità immediate.
Non ha chiesto nulla. Né attrezzi da palestra, né libri, né altro. E alla domanda specifica se avesse cenato o volesse qualcosa da mangiare ha risposto: «Non ho cenato, non avevo fame, ma non mi va nulla. Grazie».
Poi è stato accompagnato nella sua stanza di detenzione. Misure regolari: 4 metri per tre con bagno angolare, letto, mobiletto e tavolo, tutto inchiodato a terra, tv chiusa in un box priva di accesso ai canali regionali, per evitare messaggi in codice, e niente cucinotto. Per motivi di sicurezza fornello e cibo da preparare gli verranno forniti al mattino e ritirati la sera. Non avendo biancheria personale gli è stata portata quella dell’istituto dal cappellano del carcere.
Il personale penitenziario ci tiene a specificare che Matteo Messina Denaro «sarà un detenuto al 41 bis come tutti gli altri». Ne hanno 154 (12 donne e 142 uomini) da sorvegliare gli agenti del Gruppo operativo mobile a Le Costarelle. Uno sforzo enorme che negli anni è cresciuto, come in tutta Italia: nel 2009 erano 564 i detenuti al 41 bis e 742 gli agenti del Gom; ora il rapporto è invertito, con 740 al carcere duro e 635 agenti. A rendere più difficile la sorveglianza anche norme europee che, a tutela della privacy, non consentono più di accendere le telecamere nelle celle 24 ore su 24 sorvegliando il detenuto da remoto come accadeva ai tempi di Riina. Se non per problemi di salute. A meno che le sue condizioni di paziente oncologico lo richiedano, gli agenti dovranno sorvegliare dal corridoio.
Per le sedute di chemioterapia ci si appoggerà all’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, che ha un reparto dedicato ai 41 bis. Oggi in una riunione con il primario Mutti si valuterà la possibilità di svolgere il trattamento in una stanza attrezzata nel carcere senza portare il detenuto all’esterno come raccomandano i sindacati della polizia penitenziaria: «Meglio non sottoporre gli agenti a rischi e sforzi per evitare che venga bucata la rete di protezione come è accaduto in passato: se Messina Denaro è il capo della mafia, al di là dell’abnegazione degli agenti, lo resta anche in carcere», avverte Leo Beneduce dell’Osapp.
Il pericolo che vengano inviati messaggi è reale. Per questo chi è al 41 bis ha diritto a un solo colloquio al mese con i familiari. Messina Denaro è più fortunato perché a difenderlo sarà sua nipote Lorenza Guttadauro (nata da sua sorella Rosalia e dal figlio del boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro). Attualmente «u Siccu» è da solo in cella, in un’ala in cui non c’è nessuno. Anche se in generale ai detenuti al 41 bis la norma consente anche la socialità.