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 2023  gennaio 18 Mercoledì calendario

Harry, il dramma di un Amleto minore

Prometto e giuro: non sono monarchica. Ciò nonostante, nel corso degli ultimi anni, l’esodo di Harry e Meghan che hanno abbandonato la vita di corte per il foyer di Netflix, svelando segreti per accumulare i fantastilioni necessari a mantenere lo stile di vita di Montecito, tutto yoga Vinyasa e Oprah (Winfrey), mi ha stremato.
Se Meghan Markle desiderava cambiare il mondo, non poteva farlo in modo più efficace che da dentro la monarchia, togliendo la polvere dai vecchi riti proprio come ha fatto con il suo matrimonio? Come ha potuto rimanere «sconvolta, scoprendo il razzismo congenito nell’istituzione stessa che creò il business model più duraturo di sempre del razzismo?», ha scritto Alicia Montgomery su Slate.
Harry e Meghan non potevano dimostrarsi superiori a Rupert Murdoch e alla lasciva copertura dei tabloid, come sono riusciti a fare gli Obama con quella spregevole fatta dal Fox News di Murdoch (e, peraltro, i reali non dovrebbero farla finita una buona volta con i tabloid apparecchiati a colazione)?
Harry pensava che facendo le sue rivelazioni non si sarebbe trovato isolato. Non sentirà mai il peso della corona, ma il suo fardello era davvero così insostenibile da sentire la necessità di alleggerirsene sui vari media? I battibecchi di famiglia sono sembrati degni di una sitcom, il dramma gonfio come l’abito di una paggetta incaricata di spargere petali a un matrimonio. Essendo una che ha avuto a che fare con attriti tra fratelli per ragioni politiche, ho imparato a mordermi la lingua così da poter restare loro vicina. Ma Harry e Meghan non potevano giocare la loro partita da dentro, come fece Diana, torturando più efficacemente ancora Camilla, la "cattiva" di Harry?
Adesso che ho letto Spare, il minore (Mondadori), comunque, tutte queste domande appaiono superflue. Un po’ come chiedere a Oreste se non avrebbe potuto essere gentile con sua madre.
L’inimmaginabile incidente del 1997 nel tunnel dell’Alma di Parigi, lo schianto che spense la luce di Diana – quella radiosità ricordata così amorevolmente dal figlio nel suo memoir –, trasformò la Casa dei Windsor nella Casa di Atreo.
Con grande sgomento e imbarazzo per la famiglia reale, la morte di Diana diede il via a un’ondata di commozione tra gli impassibili britannici, e oggi Harry è determinato a far sì che quel fiume prosegua la sua corsa e che sua madre sia riscattata. Il suo libro parla di andare a caccia e di essere braccati. Harry è andato a caccia di Talebani in Afghanistan e di selvaggina in Africa e a Balmoral. È andato a caccia anche di amore. Quando da bambino uccise un coniglio, la bambinaia gli praticò il «battesimo di sangue», imbrattandolo sulla fronte con il sangue dell’animale ucciso. Quando da adolescente uccise un cervo, il capocaccia gli ficcò la testa nella carcassa, praticandogli un «trattamento del viso a base di sangue».
Harry si identifica spesso con la preda. A Eton, una volta, mentre era strafatto di erba, vide una volpe e si sentì più vicino a lei che ai suoi compagni di classe o ai suoi familiari. Detesta essere braccato da quelli che definisce i "sadici" dei tabloid, proprio come li detestava sua madre, al punto che pensa che la salute mentale e la vita sua e di Meghan siano in pericolo. Harry è un principe bisognoso di abbracci. Non è riuscito a riceverli dal suo "Pa", che a sua volta non ne ebbe dalla madre (forse per questo motivo Carlo ha conservato fino all’età adulta il suo orsacchiotto sbrindellato). Il fratello di Harry, preoccupato per la primogenitura, spesso ha tenuto a distanza l’affezionato fratello minore, chiamandolo inspiegabilmente Harold e guadagnandosi il posto di arci-nemico di Harry. E così, ha sposato Meghan – una donna a cui piace abbracciare, come faceva Diana – e si è trasferito in una "abbracciopoli" nella California meridionale, dove uno sconosciuto come Tyler Perry ha messo a disposizione della coppia di senzatetto la sua tenuta e dove i vip di serie A hanno accolto l’ex attrice di Suits tra le loro fila.
Devo ammetterlo: se si fosse trattato di me, io avrei sopportato molte cose pur di vivere nella storia e di assistere alla fine dell’era elisabettiana. Avrei adorato essere sballottolata sulle Highlands scozzesi insieme alla regina a bordo della sua Land Rover, sorseggiando scotch da una fiaschetta e ascoltando qualsiasi cosa lei avesse avuto da dire su chiunque.
Nel suo libro, autocritico in modo disarmante, Harry ricorda il suo soprannome di "Prince Thicko" (Principe Tonto) e ammette di non essere ferrato in letteratura. Si sente intimidito dal fatto che Meghan ha letto Mangia, prega, ama(Elizabeth Gilbert, Rizzoli, 2010).
È così poco interessato anche alla Storia – quantunque, in fondo, dovesse studiare quella della sua famiglia – che un giorno un professore gli regalò un righello di legno con i nomi di tutti i sovrani inglesi dal 1066 in poi. Quando ebbe occasione di chiacchierare con la bisnonna Gan-Gan (soprannome della Regina Madre, N.d.T.), Harry non le rivolse domande sui suoi parenti famosi e famigerati, ma le insegnò a pronunciare "Booyakasha" come Ali G (termine slang usato nella musica hip hop e al centro di una battuta del personaggio interpretato dal comico britannico Sacha Baron Cohen, N.d.T.).
Harry non è mai riuscito ad appassionarsi a Shakespeare, malgrado l’amore di suo padre per il Bardo. «Ho aperto l’Amleto» ha scritto Harry. «Mmm… principe introverso, ossessionato dalla morte di un genitore, vede il genitore rimasto innamorarsi di chi ha usurpato il posto di quello morto? Ho chiuso il libro immediatamente. No, grazie». Harry non è un intellettuale come Amleto, benché sia addolorato e tormentato dalla morte della madre al punto da seguire quelli che pensa essere i desideri dello spirito di sua mamma e nonostante il fatto che ciò possa portare al crollo della monarchia. Il dilemma interiore di Harry non si è esplicitato in un «Essere o non essere», ma in un «Dividere o non dividere». Ha diviso, ha tirato fuori tutto e adesso, come alla fine di tutte le tragedie di Shakespeare, il palcoscenico è intriso di sangue e disseminato di corpi.
Harry ha detto a un giornalista del Telegraph che avrebbe potuto scrivere di peggio. Ha detto di aver tolto dal suo libro molto materiale che potrebbe arrecare danno a suo padre e suo fratello. Poi ha aggiunto di aver voluto soltanto «cercare di salvarli da loro stessi». 
Traduzione di Anna Bissanti
© 2023, The New York Times