Corriere della Sera, 16 gennaio 2023
Il ritorno di Diane Fleri
Un ciclone. Attrice in corsa e mamma acrobata, Diane Fleri risponde alle domande, organizza la giornata, gestisce «il marasma»: «Chi di noi non vorrebbe mollare tutto e andare ad abitare in campagna?». Spesso, però, tra dire e fare c’è di mezzo il mare. «Svegliarsi all’alba per zappare non è facile. Non ci si può inventare contadini». Proprio come accade ai due Fausto protagonisti di Io vivo altrove!, il bibliotecario Biasutti e il fotoamatore Perbellini. Io vivo altrove! è l’opera prima di Giuseppe Battiston, ispirata al romanzo Bouvard e Pécuchet di Gustave Flaubert, al cinema dal 19 gennaio per Adler Entertainment. Fausto 1 e 2 sono due «perfetti sconosciuti» (lo stesso Battiston e Rolando Ravello) che condividono le rispettive solitudini e traslocano sulle colline del nord-est.
Una fiaba eco-sociale, elogio dei gentili, dei quieti, degli appartati. Di quelli che s’accontentano. Il punto di riferimento per Biasutti e Perbellini è una farmacista francese, sedotta e abbandonata, con due figli a carico. Per Fleri, «una donna ferita, fuori posizione, ma ancora ottimista». Un colpo di maglio ai luoghi comuni: la natura non è per forza un eden senza stress e pregiudizi. «Per me Io vivo altrove! è come un ritorno alle origini. Nella prima parte della carriera mi sono ritrovata spesso a interpretare ruoli da “raggio di sole nella vita di un uomo”. Sentivo il bisogno di uscire dal cliché. Così mi sono fermata e ho scoperto altre priorità». La famiglia, un marito, dei figli. Il marito, Sharim Sabatini, è un acconciatore per il cinema: «Ci siamo conosciuti sul set di Mio fratello è figlio unico (2007). Siamo due idealisti. Amiamo vivere nell’utopia».
I figli sono tre: Zoe, 10 anni, Tiago 8 e Noa, 4. «La famiglia è importante, ti fa capire tante cose. Il senso della semplicità, ad esempio». Il ritorno a tempo pieno? «Ho dovuto rifare un pezzetto di gavetta. E mi sono ritrovata cattiva, tossica, depressa». Il passaporto dichiara che Fleri, classe 1983, è un’attrice francese con cittadinanza italiana, nata in Bretagna. Seguendo il padre diplomatico, ha vissuto a Gerusalemme, Malta, Parigi. Presto la vedremo in The boat di Alessio Liguori, con Marco Bocci; Romantiche di Pilar Fogliati; L’amor fuggente di Davide Lomma. Ha lavorato con Luchetti, Guadagnino, Verdone. Si dice esperta di opere prime e serialità. E assicura: «La chiave per unire cinema e serie tv è una sola: qualità».