la Repubblica, 16 gennaio 2023
Riapre la scuola per artigiani di San Pietro
Sui banchi non avranno soltanto libri o quaderni, ma scalpelli, marmi e strumenti per lavorare il legno. Oggi è il primo giorno di scuola per 20 giovani allievi scalpellini e marmisti, muratori stuccatori, decoratori e falegnami che inaugurano l’anno didattico della Scuola delle arti e dei mestieri della Fabbrica di San Pietro: l’ente che da cinquecento anni provvede al restauro e al decoro della Basilica vaticana. Un’attività continua, tanto da diventare anche un proverbiale modo di dire: “È una Fabbrica di San Pietro”, un cantiere infinito.
“Muratori, pontaroli, falegnami, scalpellini e tutti gli artieri di arti meccaniche” sono gli artigiani che dal Settecento popolarono l’operoso mondo dello Studio pontificio delle arti. Fin da allora la Scuola della Fabbrica era gratuita, formava giovani artigiani ed era aperta la sera e nei festivi per permettere agli allievi di lavorare al mattino. Antesignana dell’edilizia acrobatica, già negli anni Trenta del ’900 una squadra di operai si calava con le funi dalla sommità della Cupola per posizionare candele lungo tutta la calotta. E oggi le migliori maestranze sanpietrine sono pronte a tramandare i loro antichi segreti a studenti italiani, peruviani, tedeschi e bielorussi: 8 ragazze e 12 ragazzi, tra i 18 e i 25 anni che, dopo aver superato la prova di selezione, sono stati ammessi a frequentare gratuitamente i tre corsi (sei mesi in presenza obbligatoria) promossi dalla Fabbrica di San Pietro, in collaborazionecon la Fondazione Fratelli tutti.
Per arrivare puntuali al suono della campanella nelle aule del Palazzo della Canonica, o nei laboratori delle officine della Fabbrica, ai futuri artigiani fuori sede è stata data la possibilità di soggiornare a “Villa Aurelia” dei padri dehoniani, nelle vicinanze della Basilica. «Grazie alla tradizione centenaria – dichiara il cardinale Mauro Gambetti, presidente della Fabbrica di San Pietro e della Fondazione Fratelli tutti – alla professionalità dei sanpietrini e al contributo scientifico del panorama accademico internazionale, cercheremo di portare come frutto una formazione davvero integrale, capace di coinvolgere, con l’insegnamento delle arti e dei mestieri, la dimensione spirituale, quella culturale e antropologica».L’attività didattica prevede anche seminari, visite guidate e sopralluoghi di studio in diverse città italiane. E il corpo docente è compostodal personale dell’ufficio tecnico della Fabbrica di San Pietro, da professori di università italiane e straniere, nonché da esperti artigiani.
Per comprendere quanto lavoro di manutenzione ruoti intorno a San Pietro, basta visitare la Basilica. Quelli che sembrano dipinti sono in realtà spettacolari opere in mosaico (per complessivi 10mila metri quadrati), pale d’altare decorate da milioni e milioni di preziose tessere di marmo e da smalti dalle 28mila tonalità diverse. L’idea fu di papa Gregorio XIII Boncompagni che, a partire dal 1572, commissionò a celebri artisti dei cartoni preparatori e dei dipinti, affinché venissero impreziositi dalle tessere musive, per garantire splendore e conservazione. A Roma arrivarono i migliori artigiani di Venezia, in grado di fissare quei mosaici persino alle superfici curve, attraverso particolari stucchi. Una tradizione secolare che, insieme alle discipline insegnate nei corsi, viene portata avanti dalla Fabbrica di San Pietro, i cui lavori non finiscono mai. Un po’ come gli esami che a fine anno, per completare il percorso di studi, dovranno sostenere anche i 20 giovani artigiani, trasformati in esperti mastri, stuccatori, ebanisti.