Il Messaggero, 15 gennaio 2023
Florian Teichtmeister, l’attore di Sissi è un pedofilo
VIENNA Circa 58.000 file contenenti materiale pedopornografico, che riguarda anche minori di 14 anni, sono stati trovati nel computer di Florian Teichtmeister, 43 anni, attore austriaco tra i protagonisti del film Il corsetto dell’Imperatrice, candidato per l’Austria nella short list dei 15 titoli in gara per entrare in cinquina all’Oscar come miglior film internazionale. Attore del Burgtheater di Vienna, oltre che celebre volto televisivo, Teichtmeister ha ammesso la propria colpevolezza, e come tale si presenterà l’8 febbraio in tribunale, «assumendosi la piena responsabilità – ha detto il suo avvocato Michael Rami dopo aver confessato durante le indagini e aver sempre collaborato con le autorità».
IL SILENZIO
L’attore, che nel 2007 recitò in Italia nel film tv Caravaggio, con Alessio Boni e Elena Sofia Ricci, rischia una condanna fino a due anni di carcere per il possesso di immagini pedopornografiche: un «reato puramente digitale», ha detto il suo avvocato, negando la possibilità che all’atto voyeuristico si siano accompagnati anche abusi fisici su minori. L’attore, sempre secondo Rami, sarebbe già da due anni in cura per «risolvere quei problemi mentali che lo hanno portato al possesso dei file in questione». In Austria però lo scandalo rischia di travolgere tutto il mondo dello spettacolo, dato che l’accusa a carico «di un attore» del teatro, il cui nome era rimasto segreto, era trapelata già nel settembre 2021, sulle pagine dei giornali Kronen Zeitung e Standard: le notizie facevano riferimento a «un attore pluripremiato», indagato per «lesioni personali, abuso di droghe e possesso di pornografia infantile». Il dibattito si accende adesso intorno alla possibilità che all’attore sia stato permesso di continuare a lavorare al cinema, in tv e a teatro nonostante i sospetti sulla sua condotta si facessero sempre più concreti.
Il primo ad ammettere di aver avuto più di un sospetto è stato il direttore del Burgtheater Martin Kuej: «Non appena abbiamo saputo che quell’attore era Florian Teichtmeister, lo abbiamo convocato immediatamente ha detto ma non c’era nessuna prova concreta di quelle accuse che solo adesso ha confessato. Ha credibilmente negato tutto, raccontandoci che la denuncia era un atto di vendetta del suo ex partner. Ci ha detto di aver consegnato volontariamente alla polizia tutti i computer e i telefoni cellulari. Diceva che non avevano trovato nulla».
Intanto, però, Teichtmeister licenziato questo venerdì dal teatro – ha continuato a recitare sul palco viennese, portando in scena ruoli da protagonista nelle pièce Bunbury e Nebenan.
IL LICENZIAMENTO
La tv pubblica austriaca ORF, per la quale l’attore ha recitato recentemente nella serie Die Toten von Salzburg, ha comunicato di «non voler realizzare né trasmettere» produzioni che coinvolgano l’attore, almeno fino alla sentenza. Potrebbe pagare un prezzo molto alto infine anche la produzione del film Il corsetto dell’imperatrice, rilettura in chiave femminista della storia dell’imperatrice Sissi in cui Teichtmeister recita nel ruolo dell’Imperatore Francesco Giuseppe, accanto all’attrice Vicky Krieps: dopo la premiere al festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, il film distribuito in Austria a metà dicembre aveva festeggiato a fine anno l’ingresso ufficiale nella shortlist propedeutica alla cinquina dell’Oscar. Un traguardo che adesso potrebbe allontanarsi per sempre: «Siamo scioccati e sconvolti dalle accuse su Florian Teichtmeister hanno fatto sapere i produttori del film ma non permetteremo che le azioni di un singolo rovinino e screditino l’incredibile lavoro e gli eccellenti risultati raggiunti dall’intero cast». Il segretario di Stato per la cultura Andrea Mayer (Verdi) ha annunciato ieri l’intenzione di procedere a un esame dettagliato degli eventi, perché «un simile comportamento ha scritto in un comunicato – non ha posto nei teatri nazionali, né nell’arte, nella cultura e in generale in qualsiasi settore della società civile». Critica infine la voce del partito conservatore FPÖ, che denuncia la gestione «ipocrita» del caso, «indicativa della doppiezza e della falsità della cosiddetta eleganza culturale di sinistra – ha detto sabato il portavoce Stefan Berger perché su questo scandalo per un anno e mezzo la tv pubblica e il teatro viennese hanno imposto un vergognoso silenzio».