la Repubblica, 15 gennaio 2023
Non solo Shakira. Le canzoni come vendetta
Vendicarsi di un nemico è ricominciare un’altra vita”, diceva il drammaturgo romano Publilio Siro. Qualcuno, nel mondo dello star system, sembra averlo preso molto sul serio. Anzi, più di uno e non da oggi.
Il caso che ha tenuto banco negli ultimi giorni è quello di Shakira, popstar globale, che ha trasformato la fine del suo rapporto con il calciatore del Barcellona Gerard Piqué in una “revenge song” come BZRP Music Sessions vol. 53,che in poche ore ha fatto il giro del mondo (14,4 milioni di stream su Spotify in un giorno) e che recita “Non tornerò qui, non voglio un’altra delusione”. E ancora: “Pensavi di avermi ferito e mi hai reso più dura/ Le donne non piangono più, le donne fatturano”. Un attacco diretto come reazione al tradimento – dopo 11 anni insieme e due figli, Milan e Sasha – con la nuova fidanzata di lui, Clara Chia Marti, che ha oltre 20 anni in meno di Shakira. “Valgo il doppio di 22. Hai scambiato una Ferraricon una Twingo. Hai scambiato un Rolex con un Casio”, recita l’artista colombiana. Per tutta risposta, Piqué, durante una diretta su Twitch ha mostrato l’orologio Casio che aveva al polso e ha scherzato: «Questo Casio è per la vita».
Nel rap, gli scambi di invettive attraversi i testi dei brani si chiamano dissing e fanno da sempre parte del gioco. Ma se fino a poco tempo fa le vendette verbali nel pop erano una rarità, negli ultimi tempi sembrano diventate la norma. Prendete Taylor Swift, la cantante dei record (il suo ultimo album, Midnights, è stato il disco più venduto negli Usa nel 2022), che nel 2021 ha inciso una nuova versione del brano All too well in cui fa riferimenti alla sua relazione con l’attore Jake Gyllenhal vissuta 11 anni prima. Cantanti e attori, gioie e dolori, stando almeno all’esperienza vissuta da Miley Cyrus che sembra avere ancora in conto in sospeso con il suo ex Liam Hemsworth. “Posso comprarmi i fiori da sola, scrivere il mio nome sulla sabbia. Sì, posso amarmi meglio di quanto possa fare tu”, racconta nel brano Flowers. Ma anche tra cantanti le cose non sembrano andare meglio: la furia di Beyoncé nei confronti del marito Jay-Z per il tradimento con una “Becky with the good hair” è diventato il tema portante dell’album Lemonade del 2016. Il finale è insolito: Beyoncé sembra aver perdonato, mentre sua sorella Solange l’ha presa peggio e ha picchiato l’infedele Jay-Z in un ascensore.
Ma non è solo l’amore la dinamo di certe invettive. Se può apparire normale un litigio tra rapper scatenato da Eminem nei confronti di Snoop Dog (“Amico, eri un c***o di Dio per me / Nah, in realtà no / ho solo scritto per sbaglio “dog” al contrario”, recita inZeus ), molto più sorprendente fu ascoltare pubblicamente i profondi rancori che divisero Lennon e Mc-Cartney dopo la fine dei Beatles. Lennon prese assai male una intervista di Paul nel 1971, dove il suo ex amico si prendeva tutto il merito dell’album Sgt. Pepper. Oltretutto Lennon pensò di leggere tra le righe anche una critica al suo rapporto con Yoko. La risposta fu affidata alla violentissima How do you sleep: “La sola cosa che hai fatto è stata yesterday e da allora è stato solo Another day” (il primo singolo da solista di McCartney, ndr). Come dormi? Come dormi la notte?”.
Un caso di scuola, ma avvolto nel mistero, fu quello di You’re so vain di Carly Simon: chi era il “piacione” così dileggiato nel pezzo? Tante le ipotesi, dall’ex marito James Taylor (l’unico escluso dalla cantante) a Kris Kristofferson: il bersaglio più probabile era Warren Beatty.
Nel cinema non è mai andata meglio: Sean Young, protagonista di Blade runner, raccontò che l’aggressiva scena d’amore tra lei e Harrison Ford è stata frutto di una vendetta del regista Ridley Scott in seguito a un suo rifiuto di uscire con lui. Peggio è andata a William Baldwin sul set di Sliver: Sharon Stone lo detestava talmente tanto che ad ogni scena di bacio gli mordeva la lingua. Revenge tongue.