la Repubblica, 15 gennaio 2023
È sparito Li Hejun, il re dell’energia cinese
Nel 2015 era in cima alla Hurun List, la Bibbia dei Paperoni cinesi. Li Hejun, il re dei pannelli solari, è stato l’uomo più ricco di tutto il Dragone. Ora, di lui, si sono perse le tracce. Il colosso che aveva fondato, Hanergy, aveva già passato alcune tempeste finanziarie negli anni scorsi. Il motivo del suo arresto, però, rimane ancora un mistero.
Secondo la rivista Caixin, che ha parlato con alcuni suoi ex dipendenti, Li è stato prelevato dalla polizia di Jinzhou, nel Liaoning, lo scorso 17 dicembre. E da quel giorno non si sa più nulla di lui. L’arresto, confermato anche da un altro quotidiano economico cinese, Jemian, potrebbe essere legato ai problemi finanziari della Banca di Jinzhou, il maggior creditore di Hanergy, che all’epoca dell’Ipo alla Borsa di Hong Kong nel 2015 fece credito alla società di Li per 10 miliardi di yuan (1,4 miliardi di euro). Quello stesso anno Hurun stimava il patrimonio personale di Li in 160 miliardi di yuan (23 miliardi di euro).
Cinquantacinque anni, Li si butta nel business dell’energia rinnovabile nel 1989, dopo aver chiesto un prestito di 50mila yuan a un professore universitario. Nei successivi cinque anni, ha dichiarato in alcune interviste, dice di aver guadagnato la bellezza di 80 milioni di yuan. Nel 1994 acquista una piccola centrale idroelettrica nella sua provincia natale, il Guangdong, prima di investire in decine di centrali elettriche in tutto il Paese. Ha poi venduto la maggior parte dei suoi beni per finanziare un mega progetto idroelettrico nello Yunnan, che gli ha richiesto nove anni e un investimento di oltre 20 miliardi di yuan.
L’impianto si è rivelato un grande successo, generando oltre 20 milioni al giorno per la sua azienda. Il salto nel settore dei pannelli solari arriva nel 2011. Arriva poi la quotazione ad Hong Kong, ma nel maggio del 2015, mentre Li spiegava ai suoi azionisti che intendeva costruire un impero più grande di Apple, le azioni di Hanergy sono crollate del 47% in appena 20 minuti. Le preoccupazioni per l’eccesso di debito di Hanergy e gli insoliti movimenti azionari hanno innescato all’epoca una massiccia svendita. La borsa di Hong Kong ha quindi sospeso le azioni di Hanergy e ha imposto condizioni per la ripresa delle negoziazioni che Hanergy non ha mai rispettato. Nel giugno 2019, l’azienda è stata ufficialmente cancellata dalla Borsa di Hong Kong. E il 2019 è anche l’anno in cui entra in crisi il suo principale finanziatore: la Banca di Jinzhou.
Il motivo del tracollo dell’impero di Li è che gli investitori e le autorità di mercato hanno gradualmente scoperto che i pannelli solari di Hanergy avevano un solo cliente: i parchi solari gestiti da società affiliate dell’azienda stessa. Li era sia il venditore che l’acquirente dei suoi prodotti, praticamente. Da allora le decine di parchi industriali solari sono stati chiusi. «L’azienda non ha pagato gli stipendi ai dipendenti per centinaia di milioni di yuan. Nel 2021, la sede centrale di Hanergy a Pechino è stata demolita», ricorda la rivista Caixin.
Nell’agosto 2019, la Banca di Jinzhou – il rubinetto preferito di Li ha ammesso di aver perso ben 4,5 miliardi di yuan nel 2018 e altri 868 milioni di yuan nei primi sei mesi del 2019. Nei mesi successivi è stata salvata dalla Industrial and Commercial Bank of China, di proprietà statale, che ha fornito 3 miliardi di yuan di ricapitalizzazione.