la Repubblica, 15 gennaio 2023
È finita l’era della scuola sotto casa
Là fanno il musical di fine anno, qui i corsi di latino, «così arrivano preparati al liceo», e le certificazioni Cambridge per l’inglese? Il tam tam corre frenetico nelle chat per non parlare dei social: «Mi dite la sezione migliore? Mia figlia è in alto mare, aiutooo...». Esaurito ieri ormai l’ultimo giro di visite nelle scuole da Trento a Palermo, con le iscrizioni aperte dal 9 gennaio (si chiudono il 30), non rimane che compilare la domanda online. In una corsa frenetica e sempre più anticipata: oramai sono gli Open Day alle medie ad essere gettonati come quelli delle superiori e sovraffollati. Le famiglie saltellano da un quartiere a un altro. Scuola di stradario addio.
L’ansia da scelta cresce già alla primaria. «Ho avuto genitori con figli in quarta elementare che hanno chiesto informazioni sulle medie, è vero: assistiamo a una ricerca della scuola sempre più anticipata e da fuori stradario», osserva Filomena Massaro, dirigente di un istituto comprensivo in periferia a Bologna. «Non è ansia da prestazione, è che molti sono convinti che un percorso solido debba cominciare presto, a noi chiedono una scuola media più coinvolgente, è un tema che ci stiamo ponendo». Rosa Maria Lauricella, preside del Valente di Roma, è reduce da un affollato Open Day alle medie. Spiega: «I genitori non si limitano più solo alla scuola di stradario, al punto che dobbiamo concordare le visite con gli altri istituti per non sovrapporci. C’è più attenzione di una volta: si guarda la vicinanza a casa o ai nonni o al lavoro, ma ci chiedono anche delle connessioni, dei laboratori, dei campi scuola. La domanda ricorrente? La stabilità dei docenti. Una nota dolente per tutti».
Maddalena Fragnito ha appena iscritto il figlio alle medie vicino a casa, periferia di Milano, «c’è la mensa con il tempo prolungato». Ma sa bene cosa avviene con le iscrizioni: «I genitori sono iperprotettivi e faticano a fidarsi di un sistema scolastico pubblico che percepiscono, e questo è il problema serio, come decadente. La corsa, che taglia fuori chi non ha le possibilità di farla, è così esasperatamente reale che parte anche prima delle medie. C’è pure chi cambia residenza per entrare nella primaria che considera migliore». La referente dei Genitori democratici ad Ancona Laura Trucchia si è confrontata con altre mamme: «Lasensazione è di ritrovarsi al mercato con le scuole in vetrina. L’offerta è più ricca ed è un bene, ma spingere tutto sui progetti comporta un meccanismo che finisce col discriminare famiglie che non possono permettersi scuole fuori quartiere o che hanno meno agganci e informazioni. Così hai ghettizzazioni sin dalle medie». Coi suoi 35 anni di insegnamento alle spalle Pier Vincenzo Roma scuote la testa: «In questi giorni studenti e genitori sono oggetto di una competizione assurda: dalle primarie alle superiori si è aperto un vero e proprio mercato». Che non colma disuguaglianze di partenza. Anzi, soprattutto nel gran salto alle superiori, le amplifica. Uno studio del sociologo Gianluca Argentin e di Elisa Manzella, con l’Università Cattolica, su 2.600 insegnanti rivela che, a parità di voti, la media del 7, il figlio di laureati ha il 21% in più di possibilità di iscriversi al liceo di chi ha genitori con la terza media. Il consiglio orientativo dei docenti è influenzato dal contesto da cui proviene l’alunno. Divario che si ripropone tra immigrati e non a parità di risultati nei test Invalsi. Nemmeno la scelta della scuola sblocca l’ascensore sociale.