la Repubblica, 14 gennaio 2023
Dateci qualcosa di nuovo
Mi sto perdendo per intero, comprese le virgole, la colossale produzione mediatica sulla rottura tra il principe Harry, secondogenito della famiglia reale inglese, e i suoi cari. Vedo il nome, vedo la foto e salto a pie’ pari l’articolo. So che milioni di esseri umani si appassionano alla faccenda e non li biasimo – ho imparato negli anni a essere snob con gentilezza, quasi con cordialità. Ma sentirmi sgravato almeno da questa incombenza (occuparmi di Harry) mi dà un piccolo brivido di libertà.
L’Inghilterra è stata padrona del mondo, per talento predatorio e per valor militare, non lo è più da un bel pezzo e anche per sua scelta (Brexit e Boris Johnson passeranno alla storia come il suicidio di Yukio Mishima: mondi che decidono di scomparire). Sarebbe molto più pop, oltre che politicamente più appassionante, seguire le vicissitudini eventuali della dinastia saudita – ci sarà un secondogenito incazzato anche laggiù? – tra l’altro proprietaria di mezza Londra.
Sappiamo quasi niente dell’Africa, poco dell’Asia che è grande dieci volte l’Europa e cento volte l’isola a nord della Manica, come possiamo perdere ancora tempo attorno ai Windsor? La morte di Elisabetta non era forse l’ultima puntata della serie?
Il pop è una cosa importante. Va riformato drasticamente. Le vicende dei reali inglesi, ormai, valgono quanto quelle del casato di Monaco (a proposito: e Caroline? E Stephanie? Dateci notizie!). Vorrei appassionarmi, da vecchio, per qualcosa di nuovo. Concubine orientali? Vendette cinesi? Faide africane? L’Occidente ha stufato. Urge – anche su Netflix – una programmazione più esotica.
Sicuramente più vitale.