Il Messaggero, 14 gennaio 2023
Intervista a Giancarlo Fisichella
Una vita tutta di corsa e un progetto per giovani piloti che sognano un futuro tra le monoposto. Dopo aver trascorso momenti memorabili in Formula 1, dove ha ottenuto tre vittorie (l’ultima di un italiano) e 19 podi totali in 231 GP, Giancarlo Fisichella, che oggi compie 50 anni, non ha ancora smesso di correre. Infatti il pilota romano della Ferrari parteciperà sia nel campionato GT italiano che in Endurance. Ma nel futuro c’è ancora la pista: «Fisico» farà l’istruttore. Infatti ha fondato insieme all’amico Marco Cioci la Top Gun by Pro Racing, un progetto creato allo scopo di aiutare ragazze e ragazzi fra i 12 e i 14 anni nel passaggio dai kart alle formule.
Giancarlo, come procede il progetto?
«Abbiamo già portato avanti diversi ragazzi, tra cui una ragazza brasiliana con passaporto belga entrata nella Ferrari Driver Academy. Di questo ne siamo orgogliosi. C’è tanta richiesta, vuol dire che siamo sulla buona strada».
Anche lei ha iniziato nei kart? Com’è nata la passione per i motori?
«Un giorno io e mio papà andammo alla pista d’Oro di Roma. Avevo 8 anni. Quando vidi che c’erano dei bambini della mia età che stavano correndo coi go-kart, subito dopo la gara andammo al box per chiedere informazioni. E da lì è iniziato tutto».
Cosa ricorda dell’esordio in F1?
«Nel 96 avrei dovuto fare il collaudatore, ma meno di due settimane prima dell’inizio del campionato, mi chiamò Minardi e mi disse che il pilota giapponese che avrebbe dovuto correre non aveva garantito un certo budget. Quando al briefing dei piloti prima delle libere del venerdì mi trovai accanto a Schumacher, Berger, Alesi, mi resi conto di aver raggiunto l’obiettivo di correre in F1».
A proposito di Schumi: ci fu un episodio curioso fra voi due.
«Sì, quando a Hockenheim la mia macchina si ruppe mentre ero in testa e dovetti fermarmi a bordo pista. A fine gara Michael si fermò e mi diede un passaggio sulla sua Ferrari».
La sua prima vittoria coincise con una delle gare più folli della F1.
«A Interlagos ci fu un brutto incidente e per errore assegnarono la vittoria a Raikkonen, davanti a me e ad Alonso, finito in ospedale anziché sul podio. Ma sapevo di essere io il vincitore e per questo facemmo appello. La settimana dopo, a Imola mi venne restituita la coppa del primo posto. Ma la festa sul podio non me la darà indietro nessuno».
Nel 2004 è stato compagno di Felipe Massa nella Sauber.
«Sì, avevo fatto più punti di lui in classifica, mi misi in mostra e Briatore mi chiamò alla Renault».
Con la quale vinse due mondiali costruttori insieme ad Alonso.
«È un pilota pazzesco, uno dei più forti che ci sono anche adesso che ha 41 anni. Ci trovammo bene e non a caso vincemmo insieme. Io mi sacrificai per lui e per la squadra. Tra di noi c’è un ottimo rapporto di amicizia».
Poi lei passò alla Force India, con la quale fece una super pole a Spa nel 2009.
«Sì, fu un risultato incredibile. Poi in gara terminai 2° dietro Raikkonen che mi passò grazie al kers alla ripartenza in regime di safety car. Noi non l’avevamo».
Il risultato di Spa le aprì le porte in Ferrari, come sostituto di Massa.
«Un sogno che avevo nel cassetto, da italiano e dopo 13 anni in F1. Accettai subito pur sapendo di poter correre solo le ultime 5 gare del campionato».
Il prossimo, invece, inizierà tra un mese e mezzo. Cosa pensa di questa F1 guidata dall’italiano Domenicali?
«È una F1 diversa da quella in cui correvo io, ovviamente. È cresciuta tantissimo come appeal, spettacolare se penso a Las Vegas dove si correrà quest’anno. Sta attirando tanti giovani dopo gli anni della pandemia. Speriamo sia una stagione positiva che migliori il 2022. Sono molto ottimista. Forza Ferrari».
Fisichella non è solo un pilota, ma è anche un calciatore.
«Sono tifoso della Roma, ma anche il capitano e goleador della Nazionale piloti di cui fanno parte anche Leclerc e Sainz, che erano in campo nell’ultimo match a Montecarlo. Sono orgoglioso di fare parte di questa squadra che in tanti anni ha raccolto diversi milioni di euro per beneficenza».