Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  gennaio 14 Sabato calendario

IL DIRETTORE GENERALE DEL TESORO E’ IL CENTRO DELLO SCACCHIERE: ECCO PERCHÉ IL GOVERNO MELONI VUOLE SILURARE ALESSANDRO RIVERA – IL DG RAPPRESENTA L’ITALIA IN MOLTI GRUPPI DI LAVORO E NEI COMITATI INTERNAZIONALI, FA LE VECI DEL MINISTRO NELLE RIUNIONI G7, G20 E IMF; HA NELLE SUE MANI IL BILANCIO DELLO STATO, DAL LATO DELLA SPESA (CONTROLLATA DALLA RAGIONERIA GENERALE) E DEL FLUSSO DELLE ENTRATE – E POI CI SONO GLI ERRORI IMPUTATI A RIVERA: DA MPS A ITA, HA FATTO DA SPETTATORE SU TIM E RETE UNICA, L’ILVA È IN UN CUL DE SAC… -

[…] Alessandro Rivera, la pietra dello scandalo […] nominato il 2 agosto 2018 dal governo rosso-verde guidato da Giuseppe Conte […] A sceglierlo è stato Giovanni Tria, allora ministro, attingendo alle risorse interne alla struttura.

Il Mef spiega che “il Direttore Generale del Tesoro si avvale di 8 direzioni […] assicurando: lo svolgimento dell'analisi macro-economica a supporto della formazione del bilancio e la predisposizione dei documenti programmatici del Tesoro; la gestione del debito pubblico interno ed estero; lo sviluppo delle relazioni economiche e finanziare internazionali; lo svolgimento dei compiti di alta vigilanza sul settore creditizio e finanziario; il coordinamento dell’azione di contrasto al finanziamento del terrorismo e al riciclaggio; la gestione delle partecipazioni di proprietà del Tesoro; il coordinamento degli interventi finanziari a favore di enti pubblici e attività produttive; il monitoraggio e la valorizzazione del patrimonio pubblico”.

È il direttore generale a rappresentare l’Italia nei gruppi di lavoro e nei comitati internazionali, fa le veci del ministro nelle riunioni G7, G20 e IMF; è membro e vicepresidente dell’Economic and financial committee e membro dell’Euro working group dell’Unione europea; membro del Board of directors dell’European stability mechanism; presiede il Sotto-Comitato dell’Economic and financial committee per le questioni relative al Fondo monetario internazionale. Ha nelle sue mani il bilancio dello stato, dal lato della spesa (controllata dalla Ragioneria generale) e del flusso delle entrate, anche se i suoi margini oggi sono più ristretti di un tempo.

Il Tesoro direttamente o attraverso la Cdp controlla imprese industriali e finanziarie che rappresentano una gran parte della capitalizzazione di borsa; facendo un conto approssimativo valgono circa 120 miliardi di euro. In cima alla lista Eni, Enel, Terna, Leonardo, Monte dei Paschi di Siena. Il direttore generale, dunque, è anche membro del consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti e del Supervisory board di STMicroelectronics”. […] il ministro dell’Economia è in ultima istanza il patron di mezza borsa italiana e il direttore generale il suo fiduciario […]

Non sta a lui gestire le singole imprese quotate, spetta ai top manager i quali, tuttavia, sono comunque scelti e nominati dal Tesoro. È proprio in questa veste che sulla testa di Rivera sono piovute le pietre lanciate dalla destra. Ha subito il voltafaccia di Andrea Orcel, il big boss di Unicredit al quale era stato offerto il Montepaschi. Ha pasticciato con Ita (prima il fondo americano Certares cavallo di Troia dell’Air France, poi la Lufthansa con Msc, di nuovo Certares, e ancora Lufthansa da sola). Ha fatto da spettatore all’ingorgo di Tim e della rete unica (la Cdp è azionista rilevante). L’Ilva è ancora in un cul de sac tra magistrati, sindacati, sindaci, azionisti indiani, ambientalisti italiani, luddisti tarantini. E così via, più tempo Rivera resta a palazzo Sella più pecche gli saranno trovate.

L’espansione dei poteri e delle funzioni risale alla metà degli anni Novanta quando prima il ministero delle partecipazioni statali poi quelli del bilancio e delle finanze vennero accorpati nel superministero dell’Economia. Giorgia Meloni vorrebbe separare di nuovo le finanze, ma è una operazione lunga, complessa, persino rischiosa […]