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 2023  gennaio 12 Giovedì calendario

BOTTA E RISPOSTA AL “FATTO QUOTIDIANO” SUL CAPODANNO DI GIUSEPPE CONTE A CORTINA - FABRIZIO D’ESPOSITO: “L'EQUAZIONE 'HO I SOLDI ERGO FACCIO QUELLO VOGLIO' È MAL POSTA. LO STILE DI VITA DI UN POLITICO DI SINISTRA, "PROGRESSISTA" NEL CASO DELL'EX PREMIER M5S, CONTA COME TESTIMONIANZA O NO? E POI CORTINA È LA VETRINA DELLA CASTA CAFONAL, BERSAGLIO PER LUSTRI DEL COSIDDETTO POPULISMO A 5 STELLE. CONTE AL TAVOLINO DELL'ALBERGO DI LUSSO È TRASFIGURAZIONE ED EPIFANIA ALLO STESSO TEMPO DI UNA NORMALIZZAZIONE PER CERTI VERSI BANALE. NE VALEVA LA PENA?” - LA RISPOSTA DI MARCO TRAVAGLIO -

Caro direttore, non credo che la polemica "Conte a Cortina", come scrive Scanzi, sia una "delle massime espressioni di ipocrisia, deficienza e decadenza umane". Cioè: lo è in relazione agli attacchi della destra pro-evasione e di Renzi che si arricchisce da politico-lobbista, per non parlare dei sorrisini che ti rivolge in tv Sallusti.

Ma l'equazione "ho i soldi ergo faccio quello voglio" secondo me è mal posta. Parto da una recentissima dichiarazione sul caso Qatar: "Se si affievolisce una critica rispetto ai valori dominanti, al mito della ricchezza, del lusso, del successo a tutti costi, e ci si stacca da chi fatica a vivere, le difese si possono allentare".

È di Goffredo Bettini, che pone il nodo della coerenza nel politico tra il mito della ricchezza e la difesa degli ultimi. Nel suo ultimo libro, Bettini cita la "testimonianza" dello stile di vita sobrio di Pietro Ingrao, comunista sino alla fine: "Penso alla modesta casa di Ingrao, comoda, ben fornita di cibi semplici e gustosi. Ma priva di qualsiasi ostentazione di lusso, perfino di benessere... Non è l'esaltazione del pauperismo. È la convinzione che la testimonianza conta".

Potrei aggiungere la bella "cartolina" che Antonello Caporale scrisse sul nostro sito quando morì Emanuele Macaluso, descrivendo il suo minuscolo appartamento. La domanda che ci pone nel 2022, non nel secolo scorso, Bettini vale anche per la polemica "Conte a Cortina": lo stile di vita di un politico di sinistra, "progressista" nel caso dell'ex premier M5S, conta come testimonianza o no?

L'immagine cortinese di Conte mi ha fatto venire in mente la reazione indignata del Pci quando nel 1977 su Repubblica Forattini disegnò Berlinguer come un ricco borghese in vestaglia, seduto in poltrona a sorseggiare un tè, mentre dalla finestra saliva l'eco della manifestazione dei metalmeccanici. Paolo Spriano rispose ricordando "la vita di sacrificio, di passione rivoluzionaria, di tensione politica e morale di un dirigente comunista come Berlinguer".

"Vita di sacrificio" per un leader è solo passatismo talebano? E poi Cortina, come documenta da anni il nostro Pizzi, è la vetrina prediletta della Casta Cafonal, bersaglio per lustri del cosiddetto populismo a 5 Stelle. Conte al tavolino dell'albergo di lusso è trasfigurazione ed epifania allo stesso tempo di una normalizzazione per certi versi banale. Ne valeva la pena? In base al criterio della testimonianza, quanto dista da Cortina la Siracusa raccontata in campagna elettorale sul Fatto da Veronica Tomassini, dove taluni poveri glabri e senza denti invocavano "Giuseppe"?

Risposta di Marco Travaglio: Caro Fabrizio, credo che i poveri di Siracusa (e non solo) invocassero "Giuseppe" perché, per la prima volta dopo tanto tempo, incontravano un presidente del Consiglio che si era occupato di loro, aveva fatto qualcosa per loro e parlava (e parla) di loro. I politici vanno giudicati su come amministrano i nostri soldi, non su come spendono i loro (e sottolineo i loro).

Sono stato spesso a Cortina in begli alberghi (lì sono tutti belli) e spero di ritornarci, senza per questo rinunciare al mio stile di vita sobrio. E credo sia libero di farlo anche un politico. A meno che non esista una black list di località turistiche proibite. Nobilissimi gli esempi di Berlinguer, Ingrao e Macaluso, ma temo c'entrino poco col caso di cui parliamo: quelli erano politici di professione e comunisti, Conte è un signore di famiglia umilissima che s' è costruito una carriera di avvocato e di docente, poi si è ritrovato a fare politica.

Ma ciò che ha l'ha guadagnato col suo lavoro, non con la politica. In più non mi risulta che i 5 Stelle abbiano mai criminalizzato l'agiatezza guadagnata onestamente (li ha fondati Grillo, non un mendicante), né che Conte abbia mai fatto professione di comunismo, anche se in tre anni ha fatto per i poveri più di decine di leader sedicenti di sinistra in trenta. E non penso che, per difendere i poveri e il Reddito di cittadinanza, si debba percepirlo, o peggio travestirsi da poveri e passare il Capodanno a Coccia di Morto.