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 2023  gennaio 12 Giovedì calendario

BASTA UN PICCOLO ERRORE UMANO PER LASCIARE A TERRA TUTTA L'AMERICA – NESSUN CYBER ATTACCO, DIETRO IL DISASTRO OPERATIVO CHE HA FERMATO PER ORE I VOLI NEGLI STATI UNITI C'È L'ERRORE DI UN INGEGNERE CHE HA SOSTITUITO UN FILE PER UN ALTRO NEL DATABASE DI ALLERTA PER I PILOTI – IL PROBLEMA È IL SISTEMA DI CONTROLLO VECCHIO DI QUASI UN SECOLO: IL “NOTICE TO AIR MISSIONS”, OVVERO I BOLLETTINI CON TUTTE LE INFORMAZIONI CHE I PILOTI DEVONO LEGGERE PRIMA DI DECOLLARE... -

Estratto dell'articolo di Leonard Berberi per www.corriere.it Il blocco ai voli negli Usa mercoledì mattina sarebbe stato causato da un errore umano durante la fase di manutenzione. È questa la prima indicazione che arriva dalle indagini interne alla Faa, l’agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitense che regola il trasporto aereo, dopo lo stop per dodici ore all’invio digitale dei «Notice to air missions» (Notams), i bollettini con tutte le informazioni fondamentali che i piloti devono leggere prima di decollare.

Più di 1.300 voli sono stati cancellati e altri 10 mila hanno subìto ritardi, anche forti, negli Usa, secondo il sito specializzato FlightAware. I grandi vettori — American Airlines, Delta Air Lines, Southwest, United Airlines — hanno dichiarato che oltre il 40% dei loro voli programmati nella giornata di mercoledì sono stati annullati o partiti in ritardo e che la normale programmazione sarebbe ripresa il giorno successivo.

Ma cos’è successo? Secondo una prima ricostruzione il blocco informatico sarebbe stato causato da un file al database della Faa. Non ci sarebbe stato insomma alcun attacco cibernetico. Lo stesso file avrebbe poi mandato in tilt sia il sistema principale, sia quello di backup. Una fonte alla Abc ha spiegato che ci sarebbe stato un errore durante la manutenzione ordinaria: un ingegnere avrebbe «sostituito un file con un altro» senza accorgersi di aver sbagliato. A quel punto l’intero sistema ha iniziato ad andare in tilt senza che nessuno capisse le ragioni. «È stato un errore in buona fede che è costato al Paese milioni di dollari», dice un funzionario. [...]

2 – AMERICA A TERRA  Estratto dell'articolo di Alberto Simoni per “La Stampa” [...] L'America aveva iniziato la giornata con il blocco dei voli interni più esteso dall'11 settembre del 2001. Alle due di notte il sistema di trasmissione dati e informazioni per i piloti, il Notam (Notice for Air Missions), gestito dalla Faa, l'autorità Usa per il trasporto aereo, nell'ambito dei protocolli dell'Agenzia dell'aviazione dell'Onu, aveva iniziato a singhiozzare sino a bloccarsi del tutto.

Il Notam è uno strumento vecchio di quasi un secolo ed è il sistema attraverso il quale i piloti ricevono le informazioni sulla rotta, i pericoli, le piste eventualmente chiuse, le condizioni meteo e che devono consultare – su formato cartaceo o digitale – prima di mettersi ai comandi. Li tiene anche aggiornati in diretta durante il volo. Non funzionando, la Faa aveva deciso di tenere a terra tutti gli aerei fino alle 9 (le 15 in Italia) in attesa di trovare e riparare il guasto al software. [...]

3 – GUASTO O ATTACCO HACKER SI INDAGA SULLE CAUSE MA IL SISTEMA È FRAGILE Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

  Cosa succede nei cieli americani? Ammesso che non ci sia alcun giallo, attacco cyber o complotto, dietro al disastro operativo di ieri, come è possibile che il sistema aereo più grande del mondo sia anche così fragile? […] Perché è la seconda volta che accade, nel giro di poche settimane, e questo fa ovviamente pensare a un fallimento sistemico da correggere in fretta.

Vedendo migliaia di voli cancellati o ritardati, di colpo, la mente è corsa subito all’incubo dell’attacco cibernetico, visto che avversari, rivali o nemici tipo Russia, Iran o Cina non fanno mistero di usare questi strumenti paralleli, tanto con strutture gestite dagli apparati statali, quanto con iniziative di hacker “freelance”, al confine fra l’interesse personale e quello nazionale. […]

Gli esperti di attacchi digitali dicono che non ci vuole molto a capire se si tratta di un’offensiva oppure un guasto, perché le tracce del dolo non sono difficili da trovare e spesso chi aggredisce, soprattutto se lo fa a scopo di riscatto, ha interesse a far sapere che dietro al disastro c’è la sua mano. Inoltre gli assalti cyber possono essere sostenuti nel tempo, e il fatto che la Federal Aviation Administration sia riuscita a ripristinare il traffico con relativa rapidità sembra escludere un’operazione ostile.

Detto questo, restano da capire almeno due cose: primo, come sia possibile che un sistema di sicurezza come il Notice to Air Mission possa incepparsi così all’improvviso e paralizzare l’intera America; secondo, se si tratta solo di un caso sfortunato, oppure è la lampadina d’allarme per un intero network che non funziona più in maniera affidabile.

Sul primo punto gli analisti dicono che basta anche un semplice malfunzionamento durante l’update di un programma di software per bloccare queste apparecchiature. Se così fosse, bisognerebbe garantire che in futuro esistano sistemi di back up capaci di supplire. […]

Il secondo punto è ancora più imbarazzante, perché già durante le feste natalizie la Southwest Airlines aveva cancellato oltre 16.700 voli, con un danno calcolato tra 725 e 825 milioni di dollari, senza contare il disagio dei passeggeri. In quel caso a fallire era stato il sistema per gestire gli equipaggi, dopo che il maltempo aveva ostacolato i voli, ma le dimensioni del disastro hanno rivelato una carenza strutturale imperdonabile.

Stavolta si è inceppato il Notam, ma se si è trattato ancora di un incidente tecnico, diventa evidente come dopo due fallimenti consecutivi di queste proporzioni esiste un problema sistemico delle infrastrutture. Forse un affollamento eccessivo dei cieli, che mette a rischio anche i passeggeri.

Il sospetto nasce anche dal fatto che la FAA non ha un leader permanente. Il precedente capo Stephen Dickson, nominato da Trump, ha lasciato a marzo, rimpiazzato ad interim dal capo della sicurezza Billy Nolen. Biden ha nominato come successore Phillip Washington, che però l’anno scorso non ha avuto l’audizione al Senato per la conferma. La settimana scorsa è stato rinominato, ma quanto abbiamo visto ieri potrebbe anche essere uno degli effetti della mancanza di una leadership certa.