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 2023  gennaio 10 Martedì calendario

Intervista ad Alessia Marcuzzi

Se è vero che per cambiare ci vuole coraggio, ad Alessia Marcuzzi allora non manca. Dopo due anni di pausa, a 50 anni da poco compiuti, la conduttrice torna questa sera in tv con un nuovo programma, Boomerissima, scritto (anche) da lei e che rappresenta un nuovo inizio a partire dalla rete su cui andrà in onda: Rai2.
Come si sente?
«Ammetto che è una sensazione proprio strana, diversa da tutti gli altri debutti. Sono emozionata ma senza le paure che di solito prova chi fa il mio mestiere. È un nuovo inizio ma, allo stesso tempo, un gradino in più che faccio».
Ci è voluto coraggio per decidere di cambiare?
«La decisione era prendermi una pausa dalla tv: non sapevo cosa sarebbe successo. Non avevo l’idea di tornare e forse non ne avevo neanche così voglia. In realtà avevo bisogno di fare una cosa che mi somigliasse di più».
Torna nelle vesti anche di performer.
«È un varietà ma anche un game. Vengono messe a confronto due generazioni: i boomer in senso lato, visto che tecnicamente sono gli over 56 (ma in pratica è il modo con cui i giovani etichettano gli adulti, ndr.) e quella dei millennial. Sì, io ballerò anche».
La scelta di Rai2, spesso in difficoltà, non la preoccupa?
«Sono stata io a proporla a Coletta: per me è la collocazione giusta. In più mi volevo mettere alla prova. A volte la mia insicurezza mi ha creato delle fragilità, è per questo che mi butto. So bene che Rai 2 è una scommessa, ma una scommessa bellissima. Il mio obiettivo è migliorarmi».
Per farlo serve rischiare?
«Per me è più facile: economicamente avevo le spalle coperte, un fatto non da poco quando decidi di mollare tutto. In ogni caso, si tratta anche di non avere paura di prendere la strada più difficile in nome di quella ricerca della felicità che io, in modo forse anche bambinesco, continuo a ritenere troppo importante».
Vale anche per le sue scelte di vita? Da qualche mese è finito il suo matrimonio.
«Devo essere felice, sì. Poi quando ci sono dei figli bisogna che anche loro lo siano, sia chiaro: è vero che sono sempre alla ricerca di emozioni, ma sono anche molto chioccia come mamma. Parlo con i miei figli delle mie scelte e la mia famiglia – mamma, papà – mi supporta e mi sostiene, senza giudicarmi. Ci si deve provare nella vita ad essere felici, non è sempre semplice. Ma oggi sono serena».
A novembre ha compiuto 50 anni: che effetto le fa?
«Per tutta la vita ho sentito i cinquantenni dire che dentro si sentivano dei ragazzini: per me erano dei boomer. Ora che li ho anche io, capisco cosa intendessero. E quindi mi butto in questa avventura».
Lei ha segnato l’immaginario di molti di quei boomer.
«Vedo molta nostalgia verso programmi come Colpo di fulmine o il Festivalbar. Con il primo avevo la scorta della polizia per la folla che mi seguiva. Oggi mi fa un po’ impressione pensare che i ragazzi si incontrano sui social e poi dal vivo non si parlano».
Mediaset non avrebbe ospitato volentieri questo show? Le han detto qualcosa?
«Ho mantenuto buoni rapporti, non ci sono state liti. Forse quando lavoravo lì non c’era spazio per un programma così: tutto succede quando deve succedere. Ma non ho un’esclusiva con la Rai, le porte non sono chiuse».
Durante la sua pausa le mancava qualcosa della tv?
«Più che altro mi chiedevo: posso dare ancora qualcosa? Non voglio esserci per forza. Se invece alla gente mancavo, allora ha senso continuare. Di certo questa cosa mi ha rimesso in circolo emozioni che non provavo da tempo».
Si parla di Fiorello presto suo ospite. E anche di una sua partecipazione a Sanremo.
«Su Fiorello non posso dire niente. Sanremo lo vivo da fan, guardandolo da casa: non mi aspetto nulla».
Il suo è uno show sul tempo: tornasse indietro cambierebbe qualcosa?
«Il mio sogno era diventare un’attrice. Ogni anno guardo la notte degli Oscar e, davvero, piango: vorrei essere lì io. Mia figlia mi prende in giro, dice che lo vincerà lei per me».
Non potrebbe farlo ora?
«Per le donne più grandi i ruoli sono sempre meno, la vedo dura. Ma oggi ho delle certezze che mi rendono serena: forse tutto quello che è successo aveva un senso».