Corriere della Sera, 10 gennaio 2023
Perché la befana divenne così brutta
Il 6 gennaio si celebra la befana, ma perché si festeggia questa brutta strega dal naso bitorzoluto e la bocca ghignante? Se si va a consultare la storia antica si scopre che il 6 gennaio si onorava la nascita del nuovo sole, secondo usanze che riguardavano il dio indiano e persiano Mitra e si riteneva che delle benefiche divinità femminili, poi chiamate ninfe dai romani, volassero sui campi per augurare un buon raccolto. Ma come è successo che giovani e leggiadre ninfe si siano trasformante in orribili megere? Qui viene fuori la misoginia del fanatismo monoteista che, volendosi distinguere dal culto della Dea Diana, a cui erano legate le ninfe, le trasformarono in vecchie deformi che volavano sì, ma sulle scope come uccellacci del cattivo augurio. La scopa era anticamente il simbolo della pulizia, con la scopa si eliminavano dalla casa i resti dell’anno passato. Ma nel delirio misogino la scopa diventa uno strumento diabolico di fuga dalla famiglia e dalla religione.
Incredibile come la paura del femminile trasformi la gioventù e la libertà in peccato e vergogna. Per la punitiva immaginazione della Santa Inquisizione le donne che praticavano le antiche cure mediche, considerate arti magiche, montavano di notte sulle scope unte di grasso, e volavano al sabba dove si accoppiavano col diavolo. Per questo venivano denunciate, torturate e poi bruciate vive. Ancora oggi in molte parti d’Italia si usa accendere un grande falò la notte dell’Epifania. E in alcuni paesi di montagna la befana viene portata in giro legata per poi essere bruciata. Per fortuna non si tratta più di donne vive, ma di fantocci che ricordano la triste usanza del sacrificio femminile, durata secoli. Ma quante furono le streghe ( e stregoni come il grande filosofo Giordano Bruno) bruciati vivi? Le cifre esatte non le sa nessuno perché i libri che tenevano i conti sono stati distrutti. C’è chi parla di milioni, chi di centinaia di migliaia. Qualunque fosse il numero, rimane l’orrore di un sadismo punitivo che certamente Cristo non avrebbe approvato. Il triste uso è cominciato negli anni della scoperta dell’America e della scissione di Lutero, ovvero il periodo della nascita dell’umanesimo e rappresenta chiaramente una reazione alle nuove idee sulla persona non più vista solo come suddito e schiavo di un proprietario di terra e succube di una dittatura ecclesiale ma come un possibile cittadino responsabile e degno di libertà.