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 2023  gennaio 10 Martedì calendario

Al Bano torna a Sanremo. Intervista

“Non la presi bene”.
Quando, Al Bano?
Quando sospettai fosse nata una simpatia tra Romina e Massimo Ranieri. La trasmissione era Doppia Coppia, 1970. C’erano pure Noschese e Bice Valori.
E?
Le dissi: se è così sono pronto a farmi da parte. Eravamo alla vigilia del matrimonio. Lei mi rassicurò: sto con te. Non concepivo il divorzio. Gli americani sono più disinvolti.
Ne parlò con Massimo?
Ma sì. Abbiamo avuto sempre un gran rapporto.
Sarete due delle colonne del trio della seconda serata di Sanremo. Con Morandi.
È un’idea che ho dal ’96. Doveva esserci Reitano, ci saremmo chiamati i Tre Terroni. Stavolta è stato Gianni a dare l’ok all’operazione. In questi anni ha temuto, sbagliando, di restare schiacciato tra la mia voce e quella di Ranieri. Invece contano le nostre storie. È la vittoria del sano proletariato anni 60. Figli di un contadino, di un ciabattino, di un operaio.
Possibile che il sodalizio si limiti all’Ariston?
Non ne abbiamo parlato, ma sarebbe una grande nuova stagione se facessimo dei concerti, impegni reciproci permettendo.
Al Festival dovrete portare una nuova canzone per suggellare il patto.
Ne ho una, scritta da me. Una bomba. Ne ho parlato con Renato Zero: è convinto della bontà del progetto.
Quante Canzonissime, con Gianni e Massimo.
C’è la foto storica prima della finale ’69-70. Io, loro due, Villa, Modugno, Orietta Berti. Tempi meravigliosi. Si cantava sul serio.
Con Mimmo duettaste in un altro programma.
Un sogno che si avverava. Però a Canzonissima vinceva spesso Morandi. Il bello di quelle competizioni è che le rivalità erano solo televisive. Ci sostenevamo a vicenda. Gianni mi confidò: ‘Al Bano, all’uscita di Nel Sole ho temuto fosse finita la mia carriera’. Si è sempre messo in discussione, ha studiato. Ed eccolo qui.
Era andato in crisi per la contestazione al Vigorelli prima dei Led Zeppelin. Lei, Al Bano, ha mai pensato di smettere?
Mai. Ho un bisogno fisico di lavorare. Vedo i miei coetanei e mi dico che l’adrenalina che ho bruciato mi ha mantenuto tonico, facendomi superare infarti e ischemie. La musica aiuta a vivere.
Che avrebbe fatto, se non avesse sfondato?
Frequentavo le magistrali, mi mancavano due anni. Sarei diventato maestro elementare. Ripensandoci, non mi ci vedo dietro la cattedra.
Meglio i palchi, gli studi tv…
Che mattatori al Delle Vittorie. Che belle le Kessler. Quell’altra Canzonissima, nel ’68: Chiari, Panelli. E Mina. Un amore di donna.
Un fenomeno.
Elegantissima, conduceva divinamente. Tra i cantanti si scatenò una sommossa: perché lei ha il privilegio di presentare? Io non ero d’accordo, e le inviai un mazzo di rose rosse.
Dovreste duettare, adesso.
È un mio sogno. Da Romina a Mina: buona, no? Ma io non amo rompere le scatole. Con Mina ci siamo scambiati qualche lettera, negli anni. Mi piacerebbe anche incidere con Celentano.
Vi siete sentiti per i suoi 85 anni?
Se li porta bene. Mi ha detto: ‘Ai tempi del Clan mi parlavano di te’, ma temo che non si fosse mai accorto della mia presenza. Io ero nella prima parte del suo show, non lo incrociavo. E mi facevano incazzare gli altri del Clan che in sua presenza lo adulavano e dopo ne dicevano peste e corna. Lavoravo alla catena di montaggio della Innocenti, e di sera, via a cantare.
Poi il successone.
Nel ’67 aprivo per i Rolling Stones. Ogni volta la stessa scaletta, puro show business. Mica come Adriano, grande perché cambiava sempre.
Che ricorda di Jagger?
L’odore che usciva dal camerino degli Stones. Non capivo. Era marijuana.
A Sanremo lei è recordman di partecipazioni, tra gara e ospite.
Anche quest’anno siamo partiti con le polemiche, che sono il letame per nutrire poi la terra del Festival. Alla fine vincono le canzoni.
Prima del trio con Morandi e Ranieri, lei azzardò arie d’opera con Domingo e Carreras.
In Austria. Un trionfo. Mancava Pavarotti, uomo squisito. Andai a trovarlo a Pesaro con Romina, Luciano era con Adua. Mai visto mangiare così tanto. E il lambrusco scorreva come acqua di fonte.
Il 20 maggio festeggerà gli 80 anni all’Arena.
Meglio dire ‘4 volte 20’. Con tanti amici. Se sarà liberà, pure la signora Power.
Sua figlia Jasmine è pronta per spiccare il volo nella musica.
Non mi chiede mai consigli, è molto indipendente. L’unica volta in cui mi ha chiesto di cantare con lei è stato su Nessuno. Io: ma è un pezzo del ’59. E Jasmine: ‘Sì, ma piace a noi giovani’.