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 2023  gennaio 10 Martedì calendario

I numeri delle irregolarità alle pompe di benzina

Sono 660 i reparti operativi della Guardia di Finanza scesi in campo dai primi giorni del 2023 per monitorare i prezzi e verificare se, dietro gli aumenti della benzina, a prescindere dall’eliminazione degli sconti sulle accise, non ci siano speculazioni. La sollecitazione era arrivata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che aveva chiesto particolare attenzione sui distributori della rete autostradale e a contesti territoriali sensibili, in ragione del ripristino delle ordinarie aliquote accise e della concomitante intensificazione del traffico. Del resto i rialzi e alcuni aumenti record si sono registrati soprattutto nelle isole e lungo le autostrade (in alcune stazioni di servizio il diesel ha sfiorato i 2,50 euro al litro). E oggi Giorgetti, insieme al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, incontrerà a palazzo Chigi il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, per fare il punto e valutare possibili ulteriori azioni di contrasto alle speculazioni in atto sui prezzi dei carburanti. 
E se finora i benzinai hanno dovuto fare i conti soltanto con sanzioni amministrative (che sono comunuque di migliaia di euro) adesso, i casi potrebbero finire in procura, con denunce per rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio e manovre speculative su merci, pene fino a tre anni e multe fino a 25mila euro.
I CONTROLLI
Ma il monitoraggio e i controlli erano già cominciati a marzo 2022, quando, subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, i prezzi del gas, dell’energia elettrica e dei carburanti era schizzato alle stelle. E anche la procura di Roma aveva aperto un fascicolo. Le verifiche a tappeto si sono svolte su tutto il territorio in base al piano Prezzi carburanti. Su 5.187 interventi, sono state contestate 2.809 violazioni alla disciplina prezzi. In 717 casi è stata rilevata la mancata esposizione dei prezzi. O la difformità tra i prezzi realmente praticati e quelli indicati e in 2.092 l’omessa comunicazione al ministero delle Imprese e del Made in Italy dei prezzi applicati. Dal 2010 infatti la legge prevede cche i distributori di benzina comunichino, con cadenza settimanale i prezzi praticati. Le informazioni al ministero devono essere fornite in ogni caso di variazione di prezzo, ma anche in assenza di aumenti entro l’ottavo giorno dell’ultima comunicazione inviata.
IL PIANO
Per il 2023, la Finanza prevede un piano di interventi e controlli ancora più capillare. Le verifiche saranno a tappeto, con l’obiettivo di contribuire a calmierare gli aumenti dei prezzi. Da un lato, i militari per la vigilanza dei prezzi procederanno con controlli su tutto il territorio. Non soltanto verificando che i prezzi siano esposti e che quelli praticati corrispondano al alle proposte, ma soprattutto con un confronto tra le giacenze e i prezzi di acquisto del carburante e quelli di vendita. I militari, in particolare, verificano se benzina e gasolio, comprati prima degli aumenti, non vengano ora venduti in base ai nuovi aumenti. Dall’altro, attraverso il nucleo Antitrust che lavora in costante contatto con il Garante della concorrenza e del mercato (Agcm),la Finanza lavora nell’ambito di alcune indagini istruttorie avviate per accertare eventuali violazioni della normativa di settore ed elevare sanzioni. 
L’ANTITRUST
La scorsa primavera l’Antutrust, proprio sulla base delle indagini della Guardia di Finanza, l’Antitrust aveva avviato un’istruttoria sui rivenditori di benzina di Livigno. In particolare, nel dicembre 2021, la Finanza aveva trasmesso all’Autority un’informativa dalla quale emergeva che, a partire dal 2012, era in corso «uno scambio di informazioni tra gli operatori attivi a Livigno in modo da concordare i prezzi da praticare alla pompa». Per gli undici operatori, titolari dei 13 punti vendita della zona extradoganale in agevolazione fiscale Agcm sosteneva sussistessero «evidenze di una chiara e persistente parità dei prezzi alla pompa praticati e per cui, in molti casi, sussistono evidenze documentali (emerse nell’ambito di un procedimento di natura penale) di una esplicita concertazione di prezzo». Un cartello che aveva portato i prezzi della benzina a un euro in più.