IL PAPA HA VISTO MONS. GAENSWEIN, 9 gennaio 2023
PAPA FRANCESCO HA VISTO QUESTA MATTINA MONSIGNOR GEORG GAENSWEIN: DI COSA AVRANNO PARLATO? SE LE SONO SUONATE COME GLI ULTRÀ ALL’AUTOGRILL? - IL CARDINALE SANDRI: “LE DIVISIONI TRA CONSERVATORI E PROGRESSISTI NELLA CHIESA VENGONO DA DOPO IL CONCILIO: SONO COSE CHE ESISTONO DA TEMPO - LE CRITICHE DI MONSIGNOR GAENSWEIN? SONO COSE CHE RICADONO SOTTO LA SUA RESPONSABILITÀ. IL FATTO CHE ATTRIBUISCA OGGI DEI PENSIERI A BENEDETTO XVI? SONO COSE CHE NESSUNO PUÒ DIRE PERCHÉ IO NON C'ERO QUANDO HA RICEVUTO QUESTI PENSIERI…” -
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 09 GEN - Papa Francesco ha visto questa mattina mons. Georg Gaenswein, Prefetto della Casa Pontificia. Lo riferisce il Bollettino della sala stampa vaticana. INTERVISTA AL CARDINALE LEONARDO SANDRI: "GEORG SOSTIENE DI RIFERIRE I PENSIERI DI BENEDETTO MA NON SO SE DICE LA VERITÀ" Iacopo Scaramuzzi per “la Repubblica”
I conflitti tra conservatori e progressisti non sono una novità di oggi, ci sono almeno dalla conclusione del Concilio vaticano II (1962-1965). Papa Francesco oggi non è più solo, dopo la morte di Benedetto XVI, di quanto non lo sia inevitabilmente il «buon pastore», e va comunque avanti «con grande forza e grande entusiasmo». Joseph Ratzinger rimane nella memoria come una «presenza umile, discreta e marcata dalla gentilezza e dal sorriso».
Quanto alle esternazioni del suo segretario, monsignor Georg Gaenswein, esse «ricadono sotto la sua responsabilità» e «nessuno può dire» se siano fondate le affermazioni che attribuisce a Benedetto. È l'analisi del cardinale Leonardo Sandri, italo-argentino, sino a novembre scorso prefetto del dicastero vaticano per le Chiese orientali, una lunga carriera di nunzio apostolico alle spalle, Sostituto agli affari generali della Segreteria di Stato con Giovanni Paolo II e il cardinale Angelo Sodano, ora vice decano del collegio cardinalizio.
Eminenza, cosa lascia Benedetto XVI? «Lascia una eredità soprattutto dottrinale e magisteriale, l'invito al mondo e a ciascuno di noi a ritornare a mettere Dio al centro della nostra vita e, partendo da Lui, a servire i nostri fratelli. Credo che l'immagine più bella sia quella di un Papa sorridente e dolce, che trattava tutti bene e nonostante l'altezza della sua figura è rimasto una presenza umile, discreta e marcata dalla gentilezza e dal sorriso».
Per Francesco cambia qualcosa? Ora il Papa è più solo? «No, queste sono le cose che si dicono nei giornali. Benedetto era Papa emerito, ma l'unico Papa era e continua ad essere Francesco. La solitudine e anche l'abbandono da parte di alcuni lo aveva prima e lo ha adesso, ma non a causa della morte di Benedetto, bensì perché è così la figura del buon pastore, che riceve sofferenze ed è unito a Gesù nella croce».
Papa Francesco va dunque avanti spedito «Vedo in Francesco una grande forza e un grande entusiasmo: lo vediamo tutti i giorni nella sua parola e nelle sue decisioni: duc in altum, vada avanti!».
Cosa pensa delle divisioni tra conservatori e progressisti che ci sono nella Chiesa? «Non sono nuove, vengono da dopo il Concilio: adesso venire a trovare la grande divisione è da ridere, sono cose che esistono da tempo».
Il Papa all'Angelus ha detto che bisogna condividere, non dividere con il chiacchiericcio «Certo, ma era così già con Papa Paolo VI (1963-1978, il Pontefice che ha chiuso il Concilio vaticano II, ndr ).
Il grande ideale della Chiesa qual è? La comunione. Noi dobbiamo essere in comunione con Dio, con Cristo, con i fratelli e soprattutto nella Chiesa tra di noi, tra sacerdoti, tra vescovi. Comunione che corrisponde a questa bella parola che ha usato il Papa, condivisione, partager».
L'invito alla comunione può trovare esito nel sinodo voluto da Papa Francesco? «Certamente non si fa un sinodo per dividere di più. A Roma sono arrivati contributi molto ricchi da tutte le Chiese, anche da tutte quelle Orientali. Il "sinodo", che significa camminare insieme, è condivisione».
In questi giorni il segretario particolare di Benedetto XVI, monsignor Georg Gaenswein, sta esternando molte critiche e perplessità, cosa ne pensa? «Sì, ne ho letto sui giornali, ma sono cose che ricadono sotto la sua responsabilità. Erano cose un po' risapute, eccetto per quanto riguarda la sua responsabilità nella fuga dei documenti dell'appartamento pontificio (il cosiddetto caso Vatileaks, ndr ), che lui confessa. Va comunque detto che è stato al servizio del Papa e al servizio della Chiesa, e questo è un titolo di onore».
E il fatto che attribuisca oggi dei pensieri a Benedetto? «Queste sono cose che nessuno può dire perché io non c'ero quando ha ricevuto questi pensieri».
Lei è italo-argentino, condivide la comune origine con il Papa e lo conosce meglio di altri: secondo lei cosa ci attendiamo nel prossimo futuro da Bergoglio? «Io da questo Papa mi aspetto sempre che sarà un grande pastore, cioè che darà anche la vita per le sue pecore».