Corriere della Sera, 9 gennaio 2023
La Rai e gli orari poco agevoli delle due rubriche religiose
Dal 4 gennaio 1973, su Rai2 ogni settimana due rubriche religiose si alternano nella programmazione, «Protestantesimo» e «Sorgente di vita»: la prima è legata al mondo delle chiese evangeliche e riformate (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia), la seconda parla di vita e cultura ebraica in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Entrambe celebrano i primi 50 di vita e rappresentano appuntamenti di raro spessore culturale in cui si affrontano temi di grande interesse, un felice esempio di come il servizio pubblico possa ancora adempiere a uno dei compiti che gli sono propri: la tutela delle minoranze religiose. All’inizio, le rubriche venivano trasmesse in seconda serata, alle 22,30. Poi hanno cominciato a scivolare lungo i meandri della programmazione, in orari sempre meno agevoli. È vero che c’è la possibilità di vederli in streaming, ma una rubrica di carattere religioso ha bisogno di ritualità, di porsi come espressione comunitaria, con orari accessibili.
Negli anni, «Protestantesimo» ha raccontato le trasformazioni che hanno attraversato il Paese e il mondo protestante: dall’emancipazione delle donne nelle chiese e nella società, al rapporto con il mondo cattolico ed ortodosso, dai grandi temi etici e sociali, passando per la politica internazionale con approfondimenti dalle Americhe. Anche «Sorgente di vita» ha descritto la vita, la cultura e la storia delle comunità ebraiche in Italia e all’estero, aspetti della tradizione e le ricorrenze del calendario ebraico, ma anche attualità e reportage da tutto il mondo ebraico, notizie di cultura e società da Israele.
L’auspicio è che in Rai il dialogo interreligioso trovi una collocazione più consona perché non cessi il dialogo sull’ecumenismo, sulla concordia fra i popoli intesa anche come valore religioso e non solo come negoziazione politica.