Corriere della Sera, 9 gennaio 2023
Francia se non sei alta 1,70 non puoi essere miss
In Francia una come Caterina Murino, 168 centimetri di bellezza mediterranea (sarda, precisamente), non avrebbe potuto nemmeno partecipare. Eppure la ricordiamo tutti nel ruolo di Bond Girl accanto a Daniel Craig. Figuriamoci vincere, come invece è successo l’ultima volta nel 2013 a Giulia Arena, con corona e scettro di Miss Italia dal «basso» del suo metro e sessantotto. Non avrebbero potuto vincere neppure Paola Bresciano nel 1976 (con 168 centimetri) e altre dieci reginette, compresa quella Anna Maria Bugliari che nel 1950 soffiò la fascia a Sophia Loren, penalizzata dai suoi centimetri di troppo (174). «Al giorno d’oggi mi sembra una scelta anacronistica e ridicola», liquida infatti Caterina Murino il regolamento di Miss Francia, il concorso di bellezza nato nel 1920 che continua a richiedere per partecipare un’altezza di almeno 170 centimetri. Contro questo e altri requisiti si erano battute le femministe di «Osez le feminisme», rispedite al mittente dal Tribunale dei probiviri di Bobigny, alle porte di Parigi, per il quale il concorso non viola il codice del lavoro con norme discriminatorie. «La mia altezza non mi ha mai creato problemi sul lavoro», va avanti Murino, che ha al suo attivo una settantina tra film per il cinema e la televisione, oltre a un robusto curriculum nel teatro. E proprio lei, che ha scelto di vivere a Parigi ormai da molti anni, fa notare le incongruenze del regolamento francese. «Se noi vogliamo puntare sul concorso come un ponte per aiutare le ragazze a sfondare nel mondo dello spettacolo, i centimetri sono ridicoli. Laetitia Casta è un pochino piu bassa di me e ha avuto carriera straordinaria, sia come modella sia come attrice. Contano le proporzioni: nel mio caso, per esempio, tutti pensano che io sia più alta». Murino, piuttosto, accende un faro sull’anomalia tutta italiana. «In Francia, dove non esistono ragazze che ballano seminude nei programmi televisivi, Miss France va in onda su Tf1 con sette milioni di telespettatori: le vincitrici diventano piu che altro modelle, ogni tanto le vedi in tv come presentatrici. In Italia, dove tante come me sono entrate nel mondo del cinema o dello spettacolo grazie alla kermesse, il concorso è stato relegato a una programmazione online, dimenticato completamente dalla Rai». Nell’atavica rivalità con i cugini d’Oltralpe, Patrizia Mirigliani, la patron del concorso tanto bistrattato, può ben vantarsi di sottolineare che le misure, in Italia, furono abolite nel 1990, come anche, nel tempo, le taglie, i vituperati bikini, lo stato civile e l’assenza dei figli. Sul merito, poi, non ha dubbi: «Un concorso dovrebbe lanciare talenti in vari settori e non solo nella moda. Ci siano tanti tipi di bellezza da valorizzare e una passerella come Miss Francia dovrebbe dare a ogni donna la possibilità di esprimersi senza farne una questione di centimetri, bensì di armonia ed unicità».