Il Messaggero, 8 gennaio 2023
L’erede del cubo di Rubik: Continental Drift
Difficile immaginare un rompicapo di maggiore successo del cubo di Rubik: da quando è stato inventato, 48 anni fa, è stato venduto in oltre 450 milioni di esemplari. Oggi, quello stesso enigmatico oggetto di culto rischia di essere relegato tra i fenomeni vintage e un po’ passatelli, perché lo stesso oggetto nel frattempo si è evoluto ed è diventato, nientemeno, una sfera (anzi, un icosaedro) che riproduce il pianeta in cui viviamo. Volete ricomporre la forma dei continenti e delle nazioni della Terra? Bene, ecco Continental Drift, uno dei nuovi, richiestissimi puzzle in 3D, che si direbbe ispirato alla tettonica terrestre e al movimento delle placche continentali.
IL RICERCATORE
Il suo creatore, Henry Segerman, è un matematico nato a Manchester nel 1979 - poco dopo il cubo di Rubik - che insegna all’Università dell’Oklahoma. Da tempo, questo ricercatore dai capelli perennemente arruffati e l’aria beffarda crea oggetti ispirandosi alla matematica, tanto da suscitare l’interesse del New York Times. Alle lezioni ha abbinato la produzione di forme artistiche con stampanti 3D, e nel suo canale YouTube spiega anche come è arrivato al suo nuovo cubo-non cubo, un oggetto composto di 12 facce pentagonali e 20 esagonali. In pratica, si tratta dell’evoluzione di un celebre puzzle di origine vittoriana, fatto di 15 pezzi da ricomporre. «Uno degli esagoni, come questo del Pacifico meridionale, si stacca - spiega Segerman su YouTube - possiamo attivare la faglia di Sant’Andrea e far affondare la California nell’oceano. E possiamo continuare all’infinito, mescolando tutti i continenti».
Il cubo creato da Ern Rubik (architetto ungherese oggi 78enne) conta un numero pazzesco di combinazioni possibili: 4 moltiplicato per 10 alla diciannovesima potenza, vale a dire circa 43 trilioni. Il nuovo rompicapo di Segerman è molto più difficile da risolvere, in quanto le combinazioni possibili sono 7x10 alla trentunesima potenza. E finora una sola persona, per quanto ne sa il suo stesso creatore, è riuscita a risolverlo.
I LIMITI
«I matematici possono dimostrare soltanto teoremi elementari perché ogni teorema dimostrato è un teorema elementare», diceva il fisico Richard Feynman, premiato con il Nobel nel 1965. Ma Henry Segerman sembra fare di tutto per dimostrare l’indimostrabile. «Prendete un’idea matematica, una qualsiasi. È possibile renderla reale?», si chiede il ricercatore, che tra i suoi molteplici campi di studio (con tanto di pubblicazioni) conta la stampa in 3D, l’esperienza nella geometria impossibile e quella non euclidea, come «immaginare le forme con quattro dimensioni». Prendete i suoi dadi. Ne ha prodotti di veramente straordinari - con calcoli delle probabilità che farebbero impazzire qualunque studente al primo anno - che arrivano ad avere 120 facce. Al giornale americano ha spiegato che uno dei suoi principali campi d’interesse è la topologia, vale a dire lo studio delle forme e degli oggetti matematici, senza tenere in alcuna considerazione gli angoli o le dimensioni. «Tutto ciò che si deve fare è capire come le cose sono connesse, quanti buchi ha un oggetto e così via». E c’è una vecchia battuta a proposito di questi particolari studiosi: «Un topologo è chi non conosce la differenza tra una tazza di caffè e una ciambella».
I BREVETTI
Segerman crea dal nulla oggetti incredibili con l’aiuto del fratello più giovane, Will, o della professoressa Sabetta Matsumoto, che insegna matematica applicata al Georgia Institute of Technology. Molte di queste creazioni fruttano dei brevetti, oppure finiscono in vendita tra le raccolte di rompicapo online. Il Continental Drift Puzzle, per esempio, costa un centinaio di dollari. E poi c’è il Dice Lab, il Laboratorio dei Dadi, che realizza oggetti di diversa forma, ognuno pensato per risolvere un particolare problema geometrico o statistico. Segerman è una specie di «genio folle», come lo definisce un ingegnere elettronico che lo conosce bene, Rick Rubenstein. «È una persona molto intelligente, con un senso dell’umorismo non convenzionale». Passando in rassegna tutti gli oggetti da lui creati, visibili sulla sua pagina Instagram, vengono in mente impossibili sculture in miniatura cinesi, o frattali infiniti che diventano, improvvisamente, reali e a tre dimensioni.
LE ORIGINI
Difficile sapere se la Terra di Segerman avrà la stessa fortuna del cubo di Rubik, che ha già conosciuto varianti chiamate Skewb, Pyraminx e Impossiball. Di certo, però, la sua creazione va ad aggiungersi alla ricca offerta di rompicapo, che cercano ogni giorno di bissarne il successo. Anzi, si direbbe la più straordinaria evoluzione del genere, da quando il cartografo e incisore londinese John Spilsbury creò il primo puzzle su legno, a tema geografico, tagliando ogni nazione con un seghetto.