Il Messaggero, 8 gennaio 2023
Biografia di Teo Mammucari raccontata da lui stesso
Martedì sera torna a condurre Le Iene con Belén Rodriguez - stessa spiaggia, stesso mare: Italia 1, ore 21.20 - ma in testa Teo Mammucari, 58 anni compiuti il 12 agosto, una figlia 14enne di nome Julia (avuta dall’ex Velina di Striscia la notizia Thais Souza Wiggers, brasiliana, 37), ha tanti altre progetti. Per esempio, un film.
Ci riprova? Nel 2001 fece il protagonista di Streghe verso nord di Giovanni Veronesi e fu un flop.
«Sì, e l’avevo anche previsto. A Giovanni, dopo aver letto il copione, dissi subito che un documentario sui fagiani avrebbe avuto più spettatori. Era una storia triste. Non potevo rifiutare, però. C’era lui come regista e attori come Gerard Depardieu, Paul Sorvino, Emmanuelle Seigner...».
E adesso?
«Adesso ho scritto, diretto e interpretato tutto io. In pratica, ho fatto un mini film di 30 minuti:
Non è mai un errore. Il risultato è comico, ma fa anche scappare qualche lacrimuccia».
Trenta minuti?
«Sì. L’idea è farlo vedere in giro a qualche produttore per poi sviluppare un lungometraggio vero e proprio».
E l’ha mostrato a qualcuno?
«Non ancora. Ho firmato ancora per Le Iene e Tu Sì Que Vales: fino a giugno non riesco a fare altro. Comunque pensavo di mostrarlo a Mediaset e a Netflix. Per ora lo lascio nel cassetto».
Che storia è?
«Quella di un uomo che si alza la mattina e si innamora di una donna con trent’anni di meno».
In pratica, la sua.
«Sì, un po’ romanzata. Lei è brasiliana e lui dopo una settimana si ritrova a vivere in un mondo completamente diverso dal suo. Stordito, scopre i suoi sentimenti, vive momenti belli ma anche difficili, e poi nasce una figlia. Ecco perché l’ho intitolato Non è mai un errore».
E, per dirla con Massimo Trois
i, alla fine sembrava amore ma era un calesse, giusto?
«Esatto. Solo che quella del film di Troisi era una storia normale, la mia assurda. Ci siamo lasciati dopo poco e tutto si è ingarbugliato».
Vi siete sbranati?
«No. Ma ci sono state incomprensioni ed è stata dura. Molto dura. Per tre anni, quando era piccola, Julia ha vissuto in Brasile e io non l’ho vista. Poi tutto si è aggiustato e adesso va benissimo: lei è a Milano ed è il centro della mia vita. Ha un carattere solare e tranquillo».
È vero che ha una nuova fidanzata?
«Sì. È un maresciallo ordinario dell’esercito, una cavallerizza. L’ho conosciuta per strada, poi ci siamo rivisti un mese dopo a Bologna e lì è nato tutto. Stiamo insieme da un anno. Lei ne ha trenta».
Ancora?
«Non avrei voluto un’altra così giovane, io stavo corteggiando una della mia età, un’attrice anche conosciuta».
E chi è?
«Non si dice, è sposata. Io cercavo solo una storia di sesso, e poi è arrivata la marescialla...».
Quanto ha pagato la fama?
«Tanto. Raffaella Carrà, con la quale giocavo a carte a casa sua, mi diceva che le persone si vedono nel momento del successo non del bisogno. E aveva ragione. A un certo punto la gente intorno a te sparisce e quando ti rivede dice: Non ti ho chiamato perché non ti volevo disturbare. Ma che amico sei se pensi di disturbare?».
E i parenti?
«Lasciamo stare. È scontato dover aiutare tutti. Devi sempre dare ed essere a disposizione. Diventi un bancomat. E poi ci sono i social, dove tutti possono dire qualsiasi assurdità: Mammucari è cattivo, è cinico, parla male di quello, pippa la cocaina... Una volta in un bar uno sconosciuto mi ha preso per un braccio minacciandomi perché aveva letto chissà cosa. L’ho fatto scappare. Non sono mica Cristiano Malgioglio».
Cosa c’è voluto per arrivare fin qui?
«Tanto lavoro. Il successo è guadagnare con il lavoro che amo, cosa che mi riusciva anche quando facevo quattro serate al mese in un cabaret. Per me, del resto, la regola del gol di rimpallo è sacra».
Cioè?
«Bisogna farsi sempre trovare sotto la porta. Una volta, invitato al matrimonio di un caro amico, mi sveglio con la febbre alta e gli dico: Scusa, ma vengo alla cerimonia e poi torno a letto. In chiesa non si respirava dal caldo, durante la cerimonia glielo dico al prete - altrimenti sarei svenuto - e davanti a me si gira Maria De Filippi, che non conoscevo e non sapevo fosse lì, e mi dice: Quanto sei scemo, e si mette a ridere. Poi me ne vado a casa e dopo venti minuti lei mi chiama e mi offre di fare Tu Sì Que Vales. Secondo me non mi avrebbe mai preso se non mi avesse visto in quel modo e non avesse visto che sono uno normale che scherza sempre».
Ha raccolto il giusto?
«Non lo so. Di sicuro mi manca un programma tutto mio. Qualcosa come Libero dove poter fare il mattatore».
E perché non ce l’ha?
«Ormai si fanno solo format già rodati. Non si rischia più».
È vero che nel 2002 Baudo le promise il Dopofestival di Sanremo e poi lo fece il giornalista Rai Francesco Giorgino?
«Baudo, per me un mito, mi convocò per comunicarmi che l’avrei fatto io. Diamoci la mano, mi disse, e non dirlo a nessuno. Io andai in vacanza alle Mauritius e quando tornai non ci fu verso di parlargli. Sparito. Poi annunciarono Giorgino e Baudo, a chi gli chiedeva di me nelle interviste, diceva: È Mammucari che si è proposto. Ci rimasi malissimo. Mi servì per capire che in questo mondo si chiacchiera tanto».
E lei che fa?
«Io vengo dalla strada. Certe cose non le faccio. Sono cresciuto in collegio. Eravamo quattro figli, i miei si separarono, e non c’erano soldi a sufficienza».
Cosa salva di quell’esperienza?
«Tutto. Ho toccato il fondo e ho vissuto momenti terribili, ma so che tutta quella sofferenza mi ha aiutato ad accettare il brutto e il bello della vita. Io per i primi 35 anni ho avuto la parte peggiore e dopo la migliore. Ma non mi chieda i particolari perché è roba passata e non mi va di ritornarci».
La cosa più imbarazzante che le ha detto sua figlia?
«Papà, lo so che devi sopportare tutto questo con mamma per colpa mia... Se non ci fossi stata io tu non avresti avuto questi problemi».
E lei?
«Che dici, Julia? È vero il contrario. Tu sei stata la mia salvezza. Grazie a te sono padre e senza di te non avrei mai avuto questa crescita come uomo».
La cazzata della vita?
«Le mie? Tante. Però adesso mi viene in mente l’ex direttore di Rai1 Fabrizio Del Noce. Nel 2008 con Raffaella Carrà e Sergio Japino gli portammo un mio progetto identico a
Lol. Lui ci riceve, gli piace, e dice a Raffa: Portami questo Mammucari. E lei: Direttore, è lui. Allora Del Noce esce dal suo ufficio e sparisce. È finita lì».
A chi deve gratitudine?
«A chi mi ha ringraziato per quello che faccio e ai miei nemici. Per esempio, ricordo che mio padre, mio zio e mio fratello maggiore mi dicevano: Dove credi di andare? Sei il figlio di un pavimentista, la conosci la canzone uno su mille ce la fa?. Ecco, quelle cattiverie mi hanno dato forza».
Ha ancora rapporti con loro?
«Non è importante. Con la fama, l’ho detto prima, non sei più una persona, tutto è dovuto».
Dove vive?
«Da due anni a Fregene, al mare. La vita voglio godermela e stare con mia figlia, gli amici, la fidanzata. Voglio ridere».